Europee 2019, crollo del M5s: tutta colpa dell’insipienza dei parlamentari

Diciamolo: a salvare i 5Stelle dal disastro elettorale totale sono state le regioni del Sud. Se non fosse stato per gli elettori del Sud il Movimento 5 Stelle sarebbe completamento sparito dalla scena politica italiana, e con esso tutti quei soggetti che, seppure restituendo parte del lauto stipendio da parlamentare, altro non hanno fatto che scaldare la poltrona.

La causa di questa amara sconfitta non è da ricercarsi solo ed esclusivamente nella capacità comunicativa di Salvini e nell’aver stretto un patto di governo con la Lega, ma soprattutto nell’insipienza dei deputati 5Stelle, che una volta eletti non hanno saputo rappresentare il proprio territorio per come dovevano, venendo meno a promesse e impegni presi durante la campagna elettorale che ha portato alla vittoria il 4 marzo il Movimento inventato da Grillo. Non è bastato il reddito di cittadinanza a garantire ai 5Stelle un altro boom elettorale, ma per loro fortuna è stato sufficiente a mantenere, perlomeno, uno zoccolo duro di elettorato che gli permette ancora di “esistere”.

Perché quello che non hanno capito gli scaldapoltrona a 5Stelle è che non si vive di solo pane. Ed è proprio nella mancanza di iniziativa a tutela e sviluppo dei propri territori da parte degli insipidi deputati 5Stelle, specie in materia di ambiente, lavoro, legalità, cultura, scuola, servizi, trasporti, opportunità, che sta il vero problema. Un esempio su tutti: la Calabria ha eletto 14 deputati e sei senatori, che una volta volati a Roma, in particolare quelli eletti a Cosenza, non hanno più messo piede in città. Sono completamente spariti dalla circolazione, abbandonando elettore e territorio al loro destino.

Parliamoci chiaro: ma questa Annalaura Orrico, questo Paolo Parentela, questo Alessandro Melicchio, questa Corrado, questo Tucci, questa Dieni, e tutto il cucuzzaro cosa hanno fatto di concreto per le nostre città (convegni pallosi a parte dove si ritrovano sempre tra di loro)? Niente di niente. Nessuna presa di posizione sulla legalità, nessuna presa di posizione contro abusi e corruzione, mai una parola sulla crescita e il lavoro, silenti su tutto. Non sono stati neanche capaci di portare il ministro della Giustizia a Cosenza dopo averlo promesso agli elettori. Del resto, e ve lo abbiamo già raccontato, tutte le interrogazioni parlamentari presentate dai deputati calabresi ai vari ministri, non hanno mai avuto risposte. Come a dire: non se li fila nessuno. E loro invece di protestare, alzare la voce, mobilitare i cittadini, si nascondono per non rispondere alle domande. E quando li cerchi, si fanno negare, così come fanno quelli di Forza Italia e del PD. E quelle rare volte che riesci a parlarci inventano scuse di ogni tipo per giustificare la loro sciatteria. Dei veri e propri incapaci. Dei pavidi che guardano più al loro stipendio e al quieto vivere piuttosto che impegnarsi per risolvere i problemi.

Come Laura Ferrara, che ora se ne ritornerà di nuovo a Bruxelles a continuare a passare carte e a scaldare la sedia, della sconfitta del movimento a lei non frega niente, l’importante era garantirsi altri 5 anni di privilegi e stipendio. Tutto il resto può anche andare in malora. Ma nonostante ciò gli elettori del Sud hanno voluto dare un’altra possibilità a questa banda di scalda poltrone, sperando in un cambio di passo. Ma conoscendo la pavidità dei deputati 5Stelle calabresi, dopo qualche giorno di finta riflessione, ritorneranno come sempre a scaldare la poltrona, in attesa di ritornare a casa senza onore e senza gloria. Vedremo cosa faranno.