“Fuga dall’assassino dei sogni”, un libro sulle prigioni che l’uomo porta dentro

L'autore Alfredo Cosco

“Io sono stato qui e nessuno lo saprà mai”. Sul muro di un lager nazista, tempo fa venne riscoperta tale scritta, da qui la profonda riflessione che spinse Carmelo Musumeci a scrivere i suoi libri: “perché voglio che si sappia cosa accade dentro le mura delle nostre Patrie Galere.”

Carmelo Musumeci è l’ergastolano ostativo che ha fatto dell’abolizione della pena perpetua la sua battaglia e quella di tutti gli altri 1500 “uomini ombra” rinchiusi nelle patrie galere. Più di vent’anni trascorsi dietro le sbarre, adesso è rinchiuso a Padova, dove è stato trasferito da Spoleto. Nel carcere si diplomò e conseguì nel 2005 la laurea in giurisprudenza.

Lo studio e la lettura gli consentirono di sopravvivere. Scoprì anche di saper scrivere poesie, racconti, favole; a tal punto da vincere premi letterari, che altri, però, andarono a ricevere per lui. Scrivendo ha scoperto la sua anima di comunicatore, che ha divulgato ai suoi lettori un forte messaggio: la prigione è una epidemia che, pure colpendo i più deboli, ammicca a tutti gli altri, che sanno provvisoria la loro immunità. L’ergastolo infine è l’ultima bestemmia della negazione, la peggiore profezia a carico della persona umana: la sua impossibilità di espiare.

Oggi, presso la libreria Ubik di Cosenza, è stato presentato il suo ultimo libro “Fuga dall’assassino dei sogni”, scritto a quattro mani, con l’amico Alfredo Cosco, edito da Edizioni Erranti Cosenza. A moderare Francesco Cangemi.

Alfredo Cosco, uno dei fondatori del blog “Le urla del silenzio” si occupa di ergastolani e detenuti, nel 2010 fonda l’Associazione “Fuori dall’ombra”. Conosce Musumeci per via epistolare, poi inizia una proficua collaborazione.

E viene alla luce “Fuga dall’assassino dei sogni”, così interpretato dal suo autore: “non è solo – ha dichiarato Cosco – un libro sulle carceri speciali, ma è allo stesso tempo altro. E’ un libro sull’uomo, sulle prigioni che porta dentro, sulla sua ansia di libertà. E’ un libro anche sul buio che ci circonda e sulla luce, una spinta a diventare più esseri umani.

Il volume gioca sulla forma romanzata “per non passare guai – dichiarò Musumeci – perché quando sei prigioniero dell’Assassino dei Sogni (il carcere come lo chiamo io) non è facile avere il coraggio di mettersi contro chi gestisce la tua vita, spesso anche la tua mente e il tuo cuore.”

Lo stile è avvincente, a volte commuovente, difficile smettere di leggere; emerge tra le righe la lotta-interiore per dare vita alla libertà della persona e pienezza senza ostacoli all’amore che da sempre la possiede. Il dolore non la vince, l’amore è la vera libertà a cui l’uomo aspira.

Il libro, come spiegato dal moderatore Cangemi e dall’autore stesso Cosco, narra la storia di Paolo e Mirko, nella quale trova spazio la realtà delle carceri speciali (con le testimonianze reali di alcuni detenuti).

Paolo è un ex poliziotto. Mirko è un detenuto, da molti anni in carcere. I due si conobbero durante una retata, quando Mirko inaspettatamente salvò la vita di Paolo, ancora poliziotto, circostanza, questa, che favorirà la nascita di una singolare amicizia.

In seguito Paolo tenterà di aiutare Mirko ad evadere dal carcere e da qui inizierà un percorso che porterà all’emersione di una pagine cupa della storia italiana, la stagione delle carceri speciali, nei primi anni ’90, nelle isole di Pianosa e dell’Asinara.

Su questo sfondo, si intravede, nelle intime fibre del libro, un’altra storia. Pianosa e l’Asinara diventano metafora di violenze e menzogne più ampie e più profonde, mentre Mirko e Paolo giocano la loro partita in una battaglia interiore che diventa tensione morale verso la verità e la libertà.

Valentina Mollica