Giustizia nel caos. Gran rifiuto, rogo o epurazione

di Leonardo Lupacchini

Fonte: Adesso parlo io (https://www.adessoparloio.com/)

La storia è costellata di momenti orribili, che certo non fanno onore all’umanità che li ha realizzati. Tali momenti, oltre al resto, sono per lo più caratterizzati dalla celebrazione di processi sulla base di semplici accuse, indimostrabili e indimostrate, ovvero senza necessità che le stesse vengano provate.

Si ricordano i processi a eretici e streghe, basati sulla convinzione che il mondo fosse popolato da esseri malefici, in grado di attentare al tranquillo scorrere della vita.
In tempi più vicini al nostro, la credenza che gli ebrei potessero nuocere all’economia tedesca e alla razza ariana, portò al loro sterminio .

Tra il 1936 e il 1938 si condannarono, con procedimenti giudiziari sommari, cittadini, considerati ostili al regime stalinista. Tali processi sono stati interpretati dagli storici, tra l’altro, emblematici dell’arrivismo politico che giungeva all’eliminazione degli avversari.
Per credenze dettate dall’ignoranza, per arrivismo politico e personale, per salvaguardia del proprio potere furono processati intellettuali, giuristi, scienziati, genetisti, teologi, letterati e artisti.

Di fronte a contestazioni infondate, a processi senza elementi atti a dimostrare quanto contestato, il comportamento degli accusati non è stato uniforme. Mi spiego meglio, citando due casi emblematici, tra tanti:
Anno Domini 1633. Galileo Galilei il 12 aprile è processato per aver dichiarato che la terra gira attorno al sole, sostenendo la teoria eliocentrica sul moto dei corpi celesti in opposizione a quella geocentrica, sostenuta dalla Chiesa Cattolica.

Anno Domini 1592. Giordano Bruno viene arrestato e processato dalla Santa Inquisizione dopo una denuncia effettuata dal nobile Mocenigo, che mette per iscritto 20 capi d’accusa.
Il processo dello Scienziato Galileo Galilei si conclude il 22 giugno 1633 con la condanna per eresia dopo che lo Scienziato è portato ad abiurare riguardo le sue concezioni astronomiche. Solo anni dopo la storia gli dà ragione.

Il 17 febbraio 1600 il Filosofo Giordano Bruno viene condotto con la lingua imprigionata nella mordacchia in piazza Campo de Fiori ed è bruciato al rogo per non aver rinunciato alle sue idee.

Se il 22 giugno 1633 ha segnato la sconfitta sia dello Scienziato, sia dell’umanità tutta, destinata a vivere ancora anni nell’oscurantismo, invece il 17 febbraio 1600 è un giorno che ha segnato la sconfitta della civiltà, ma la vittoria della mente libera del Filosofo.

Mi permetto di citare, oltre a questi, anche la vicenda che ha visto protagonista il Magistrato Otello Lupacchini. Nell’Anno Domini 2020 il Magistrato Otello Lupacchini viene sottoposto ad audizione, secretata dal Consiglio Superiore della Magistratura, su proposta del Ministro Alfonso Bonafede e del Procuratore Generale di Cassazione Giovanni Salvi, con le accuse di aver delegittimato l’organo di autogoverno, di aver criticato indegni processi-show che escono prima sui giornali, che essere sottoposti a verifica e di aver denigrato il Pubblico Ministero Nicola Gratteri, sottolineando sulla scorta della Cassazione l’evanescenza di sue precedenti indagini di mafia.

La mafia, che senza dubbio è un cancro per i territori in cui è insediata, è diventata l’unico reato degno d’attenzione mediatica, sono passati in secondo piano gli atti di terrorismo, gli stupri, gli omicidi, per quanto efferati, gli uxoricidi, l’usura e chi più ne ha più ne metta. Sulla mafia si creano e si distruggono carriere, si eliminano dal contesto sociale avversari politici, persone umili e Magistrati indesiderati, mentre i veri mafiosi dilagano indisturbati, si arricchiscono, influenzano l’opinione pubblica, finanziando giornali, distruggono l’economia, magari acquistando aziende ad un euro, con l’aiuto di politici amici.

Otello Lupacchini non ha abiurato: non ha assolutamente nulla di cui scusarsi, essendosi limitato a enunciare fatti veri e incontrovertibili. Se avesse abiurato, si fosse scusato, ne avrebbero perso il Magistrato, la civiltà, la società, e l’intera umanità, inoltre Otello Lupacchini in quanto persona e Padre avrebbe perso la sua dignità e la stima del proprio figlio.