Il virus e il culto della mondanità (di Francesco Scanni)

dalla pagina FB di Francesco Scanni

La verità inconfessabile è che, oltre ai difetti sistemici, questo virus mette in forte crisi i modelli di vita, le forme ormai standardizzate delle relazioni individuali e quelle del divertimento.
In sintesi, il modello antropologico dell’individuo-consumatore che vuole realizzarsi tramite il godimento.

Coloro che soffrono più di tutti, e che si rendono protagonisti dei comportamenti meno responsabili, sono quelli che hanno fatto della movida, degli aperitivi su terrazze chic nei centri del consumo, della disco con musica a palla che ti aliena e dei dopocena alcolici i loro irrinunciabili modelli di divertimento; la loro principale leva di compiacimento; il loro strumento di realizzazione nel sociale.

Certo, anche quelli che amano uscire al parco, andare in palestra, tenersi in forma con quotidiane corsette risentono di questa situazione. Ma sembrano più capaci di cercare e trovare forme individuali di attività per sopperire all’impossibilità di svolgerle in gruppo. Inoltre, credo che si tratti, in questo secondo caso, di un tipo di emozioni maggiormente spiritualizzato rispetto a quello “libidico” – per usare un termine caro alla psicoanalisi – del primo caso.

Nella movida il godimento segue una dimensione perlopiù sensoriale, la parte spirituale è volutamente inibita dagli effetti delle varie sostanze alteranti. È un desiderio nervoso, carnale, non razionalizzato e perciò meno addomesticabile. Il culto della mondanità come modello di riconoscimento, con pretese di unicità, irrinunciabile.

In uno scenario simile stare a casa, riflettere su sé stessi e sul mondo, leggere un libro, vedere un film in solitudine o con i propri familiari, sono esperienze vissute alla stregua di un dramma. Una bocciatura esistenziale, che toglie senso a vite oramai troppo schizofreniche per essere blandite.
Recuperate il vostro tempo, cogliete questa opportunità. Pur se non ve ne accorgevate, la vita – quella vera – vi stava scivolando sulle dita, adesso potete riafferrarla.