‘Ndrangheta e politica in Aspromonte: le accuse a Creazzo e Siclari e i nomi degli arrestati

Nelle prime ore della mattinata odierna, al termine di complesse ed articolate indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Giovanni BOMBARDIERI, questa Squadra Mobile e il Commissariato di P.S. di Palmi, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo – e con il concorso degli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine e delle Squadre Mobili di Milano, Bergamo, Genova, Vicenza, Novara, Lodi, Pavia, Ancona, Pesaro Urbino, Perugia e Bari – nel corso di una vasta operazione di polizia convenzionalmente denominata “EYFHÉMOS”, hanno dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa in data 03.02.2020 dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della D.D.A., nei confronti dei seguenti 65 soggetti [53 in carcere e 12 agli arresti domiciliari] indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa [cosca ALVARO], reati in materia di armi edi sostanze stupefacenti, estorsioni, favoreggiamento reale, violenza privata, violazioni in materia elettorale previste dall’art. 87 D.P.R. nr. 570/1960 art 1. ultimo comma L. 108/1968, aggravati dal ricorso al metodo mafioso e dalla finalità di aver agevolato la ‘ndrangheta, nonchéper scambio elettorale politico mafioso:

[Misura cautelare in carcere]

ALATI Angelo, alias “il Marocchino”, nato a Scilla (RC) il 10.5.1977 [Presidente del Consiglio Comunale di Sant’Eufemia d’Aspromonte];
ALVARO Cosimo, alias “Pelliccia”, nato a Sinopoli (RC) il 25.4.1964 [detenuto per altra causa];
ALVARO Cosimo, nato a Sinopoli (RC) il 26.11.1962;
ALVARO Domenico, inteso “Micu”, nato a Taurianova (RC) in data 1.12.1977;
ALVARO Salvatore, inteso “Turi” alias “Paieco”, nato a Sinopoli (RC) il 4.8.1965;
BAGNATO Giuseppe, inteso “Pinuccio”, nato a Reggio Calabria il 4.9.1962;
BORGIA Antonino, nato a Palmi (RC) il 11.6.1993;
CARBONE Domenico, alias “u Ciacio”, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) il 27.3.1965;
CARBONE Sarino Antonio, nato a Reggio Calabria il 13.6.1978;
CARBONE Vincenzo, alias “Ceo”, nato a Cinquefrondi (RC) il 9.8.1984;
CASTAGNELLA Carmelo, nato a Reggio Calabria il 10.4.1967;
CONDINA Vincenzo, alias “u Russu”, nato a Reggio Calabria il 7.10.1981;
CREA Antonio, alias “spatola”, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) il 3.8.1967;
CREA Emanuele, nato a Reggio Calabria il 27.1.1994;
CREA Giovanni, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) il 5.5.1969 [già sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa];
CREA Giuseppe, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) il 3.2.1959;
CREAZZO Antonino, inteso “Nino”, nato a Reggio Calabria il 3.11.1982 [consulente del Lavoro];
CUTRÌ Pasquale, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) il 22.12.1972;
DELFINO Nicola, nato a Reggio Calabria il 15.10.1983;
DELFINO Rocco Graziano, nato a Reggio Calabria il 6.9.1986 [latitante];
DOCENTE Luca, nato a Torino in data 11.11.1973 [agente immobiliare];
FIRENZUOLI Attilio, detto “Nino”alias“Testuni”, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) il 26.11.1971;
FORGIONE Diego, alias “u peones”, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) il 13.11.1945;
FORGIONE Domenico, inteso “Dominique”, nato a Carlton (Australia) il 15.7.1973 [consigliere comunale di minoranza di Sant’Eufemia d’Aspromonte];
GAGLIOSTRO Antonino, inteso “Tony” alias “u mutu”, nato a Reggio Calabria il 5.5.1973 [titolare di due attività commerciali – bar ristorante – a Milano];
IDÀ Cosimo, alias “u diavulu”, nato a Reggio Calabria il 27.3.1977, [Vice Sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte, Assessore con delega al Bilancio, Programmazione, Tributi];
ITALIANO Giasone, nato a Delianuova (RC) il 16.10.1969;
LAURENDI Antonino, alias “ninareddhu u pistolu”, nato a Scilla (RC) il 2.2.1996;
LAURENDI Cosimo, nato a Milano il 4.9.1963;
LAURENDI Domenico, alias “Rocchellina”, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) il 7.10.1969 [Imprenditore nel settore edile];
LAURENDI Rocco, nato a Cinquefrondi (RC) il 3.10.1996;
LUPOI Natale, alias “Beccaccia”, nato a Sinopoli (RC) il 10.06.1975;
LUPPINO Domenico, nato a Reggio Calabria il 7.6.1975, [ingegnere, responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte];
MACRÌ Girolamo, nato a Siderno (RC) il 15.10.1987 [detenuto per altra causa];
MODAFFARI Bruno, alias “u filiciuni”, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) il 15.3.1969[gestore di un ristorante a Solano di Scilla];
MODAFFARI Domenico, nato a Reggio Calabria il 24.9.1994 [dimorante ad Hannover in Germania];
MODAFFARI Francesco, nato a Reggio Calabria il 19.6.1992[dimorante ad Hannover in Germania];
MODAFFARI Pasquale, alias “u filiciuni”, nato a Cinquefrondi (RC) il 13.10.1995;
MODAFFARI Vincenzo, alias “u ruggiatu”,nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) il 27.11.1964;
NAPOLI Carmine, alias “Carminazzu”, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) il 4.10.1961;
NAPOLI Giuseppe Carmine, alias “‘mpizza”, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) il 22.6.1965;
NOVELLO Giuseppe, nato a Reggio Calabria il 30.5.1981[detenuto per altra causa];
ORFEO Diego, nato a Reggio Calabria il 5.6.1997;
ORFEO Giuseppe, nato a Sinopoli (RC) il 31.1.1967;
QUARTUCCIO Carmine, inteso “Carmelo”, nato a Sinopoli (RC) il 3.9.1968 [imprenditore nel settore degli impianti elettrici];
RESTUCCIA Domenico, nato a Gioia Tauro (RC) il 24.7.1992;
RIZZOTTO Giuseppe, nato a Taurianova (RC) il 20.7.1979;
ROMEO Francesco, nato a Palmi (RC) il 2.6.1981;
ROMEO Michele, nato a Reggio Calabria il 20.6.1975[impiegato comunale a Mornago -VA-];
SCICCHITANO Giuseppe, nato a Palmi (RC) il 2.10.1989;
SPALIVIERO Giorgio, nato a Melito di Porto Salvo (RC) il 28.4.1970;
SPERANZA Giuseppe, alias “u longu”, nato a Taurianova (RC) il 18.5.1980;
VITALONE Francesco, nato a Palmi (RC) il 5.7.1981;

[Misura cautelare degli arresti domiciliari]

CANNIZZARO Cosimo, alias “spagnoletta”, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) l’1.4.1944;
CANNIZZARO Francesco, alias “Cannedda”, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) il 23.6.1930;
CREA Emanuele, alias “Ciccellino”, nato a Messina il 4.6.1933;
CREA Francesco, nato a Taurianova (RC) il 16.1.1950 [assicuratore];
CREAZZO Domenico, nato a Desio (MB) il 12.7.1977, [Sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC), neo eletto Consigliere Regionale della Calabria];
FEDELE Mauro, nato a Cinquefrondi (RC) il 12.10.1995;
GALLETTA Giuseppe Antonio, nato a Reggio Calabria (RC) il 21.11.1962 [medico];
IANNÌ Rocco, nato a Scilla (RC) in data 8.2.1967 [ristoratore con attività commerciali a Bagnara Calabra e Milano];
LAURENDI Rocco, alias “Rocchellino”, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) il 3.10.1944;
LUPPINO Antonio, inteso “‘Ntony” alias “Malomu”, nato a Palmi (RC) il 13.4.1968;
NAPOLI Carmelo, nato a Cinquefrondi (RC) il 28.7.1993;
SICLARI Marco, nato a Reggio Calabria il 25.5.1977, [Senatore della Repubblica eletto nel marzo 2018]L’esecuzione della misura cautelare nei confronti del Senatore Marco SICLARI, secondo quanto disposto dal G.I.P. in conformità con il dettato normativo, rimarrà sospesa in attesa della delibera della Camera di appartenenza, alla quale è stata richiesta l’autorizzazione a procedere.

Gli esiti della complessa attività d’indagine svolta dagli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di P.S. di Palmi [RC]- sotto le costanti direttive del Procuratore Aggiunto Calogero Gaetano PACI e del Sostituto Procuratore Giulia PANTANO della locale Direzione Distrettuale Antimafia – documentano l’esistenza in Sant’Eufemia d’Aspromonte [RC] di una struttura associativa di ‘ndrangheta che opera funzionalmente alle dipendenze del più affermato e risalente locale di ‘ndrangheta di Sinopoli [RC] e territori limitrofi facente capo alla potente cosca ALVARO.

Dal focus delle indagini incentrate sul territorio di Sant’Eufemia d’Aspromonte è emerso che in seno al locale eufemiese in cui coesistono almeno tre diverse fazioni – quello dei CANNIZZARO, quello riferibile a “u diavulu” [IDÀ Cosimo] e quello riconducibile a LAURENDI Domenico – alla fine del 2017 e nel 2018 si registrò una spaccatura interna. Due articolazioni mafiose, l’una facente capo a LAURENDI Domenico e l’altra a IDÀ Cosimo, erano sostanzialmente entrate “in guerra fredda” tra loro, nel tentativo di prendere l’una il sopravvento sull’altra, ricorrendo a continue affiliazioni [soprattutto irregolari, allequali aveva proceduto la frangia contrapposta a quella del LAURENDI] che miravano adimplementare l’organico, con la finalità ultima di imporre ciascuna la propria linea strategica criminale ed acquisire, pertanto, maggiore peso criminale nell’ambito dello stesso locale.

La corsa sfrenata ad affiliare nuovi ‘ndranghetisti, oltre a consentire nei fatti l’ingresso nel locale di ‘ndrangheta di soggetti non sempre ritenuti idonei sotto il profilo criminale o, comunque, non dotati dei requisiti di affidabilità necessari, creò non pochi disordini interni e l’insorgere di malumore, soprattutto all’interno dello schieramento capeggiato da LAURENDI Domenico che non tollerava non solo l’irregolarità delle affiliazioni effettuate dall’altro gruppo, ma anche il fatto che queste fossero state poi sostanzialmente convalidate dal boss LUPPINO Andrea [nelle more deceduto] e da CANNIZZARO Francesco alias “Canneddha”, anch’egli boss di vecchia data che partecipò al famoso summit di Montalto nel 1969.

Il gruppo laurendiano esercitò, infatti, non poche pressioni affinché i vertici del locale, custodi delle regole inviolabili dell’onorata società [tra cui CANNIZZARO Cosimo detto “spagnoletta”, CANNIZZARO Francesco detto “Canneddha” e il defunto LUPPINO Andrea] prendessero una posizione ferma e rifiutassero di ratificare gli irregolari riti di affiliazione operati dalla frangia opposta.
Contrariamente agli intendimenti dei laurendiani, all’interno del locale fu piuttosto effettuata una scelta di compromesso che prevedeva, da una parte, la regolarizzazione dei riti già eseguiti, ma nel contempo il divieto di effettuarne di ulteriori, attraverso la fissazione di una sorta di periodo di sospensione. La decisione adottata dagli anziani del locale circa le irrituali affiliazioni determinò la reazione furibonda di LAURENDI Domenico che, sostenuto dai suoi più vicini sodali, come GAGLIOSTRO Antonino, CREA Antonio, CARBONE Vincenzo, NAPOLI Saverio, officiò alcuni “battezzi” e ne programmò altri, pretendendo l’assenso anche successivo da parte degli altri primari del locale, al fine di restituire equilibrio tra le due frange mafiose, fino agiungere a meditare una scelta ancora più dirompente, come la creazione di un banco nuovo e il rimescolamento delle cariche con equa ripartizione tra le due anime interne della cosca.

L’idea era anche quella di creare un nuovo locale di ‘ndrangheta indipendente dagli ALVARO imperanti a Sinopoli, che potesse ottenere il riconoscimento del Crimine di Polsi.
Le risultanze dell’indagine offrono uno spaccato estremamente chiaro e danno l’immagine concreta dell’esistenza ed operatività in Sant’Eufemia d’Aspromonte di un’organizzazione mafiosa pericolosissima ed efferata, che ha la disponibilità di un elevato quantitativo di armi anche da guerra; che ha compiuto in passato plurimi omicidi; che compie atti didanneggiamento; che traffica nel settore della droga (sia cocaina che marijuana); che controlla capillarmente il territorio, anche attraverso l’imposizione di estorsioni agli imprenditori; che ha una sua propaggine in Lombardia, nel Pavese, dove da tempo si è insediato LAURENDI Domenico, coadiuvato da SPERANZA Giuseppe e dal cugino RIZZOTTO Giuseppe, nonché in Australia dove è presente un locale di‘ndrangheta, dipendente direttamente dalla casa-madre calabrese. Le intercettazioni hanno invero consentito di captare alcuni dialoghi da cui emergeva che FIRENZUOLI Attilio, in passato, sarebbe andato in Australia per risolvere il problema della spoliazione di un suo zio (che aveva commesso una trascuranza) all’interno del locale, ma il progetto sarebbe fallito perché il parente sarebbe stato comunque sanzionato, sebbene non fosse stato espulso dai ranghi della ‘ndrangheta. È anche emerso dalle indagini che i vertici del locale di Sant’Eufemia d’Aspromonte partecipavano alle decisioni più importanti da adottare nel locale in Australia, tra questi CANNIZZARO Cosimo, anziano ‘ndranghetista, diretto interlocutore dei vertici australiani.

Il locale di ‘ndrangheta eufemiese dipende funzionalmente, come detto, dalla vicina cosca degli ALVARO, alla quale tributa onori e riconoscimento oltreché sottomissione gerarchica; ha instaurato forme di utilitaristica interazione con consorterie di diversa matrice mafiosa; ha infiltrato con propri uomini anche la cosa pubblica, ossia il Comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte, sul quale esercita influenza e governa le attività economiche imprenditoriali.
L’intera attività investigativa ha avuto come perno centrale la figura di LAURENDI Domenico, processato per associazione mafiosa e assolto in secondo grado nel procedimento “Xenopolis” [nell’ambito del quale emergeva come uomo di fiducia di ALVARO Cosimo classe 1964], la cui immagine si irrobustisce, nella presente inchiesta, in ragione della sua crescita esponenziale di ‘ndranghetista.

Le indagini hanno consentito di verificare come ancora oggi i cerimoniali continuano ad esistere, così come i riti arcaici e la fascinazione del linguaggio dei sodali. Tutto questo continua ad essere a Sant’Eufemia d’Aspromonte punto di forza della organizzazione ‘ndranghetistica, moderna ed antica ad un tempo, dotata di un fortissimo senso di identità, di impermeabilità dall’esterno e di appartenenza, caratterizzata da una rigida gerarchia quasi di tipo militare. Gli esiti delle intercettazioni descrivono l’organizzazione mafiosa in esame come ammantata di sacralità e di rituali. Molteplici sono le riunioni e gli incontri monitorati dagli investigatori della Polizia in cui si discuteva di cariche, di gradi, di cerimonie, della formazione di un banco nuovo, della creazione di un nuovo locale autonomo dalla cosca ALVARO che necessitava, per la sua costituzione e legittimazione, della benedizione del Crimine di Polsi. I vari protagonisti discutevano dei gradi della ‘ndrangheta, usando termini quali “santa”, “camorrista”, “vangelista”, “sgarrista”, “capo locale”, “contabile”.Gli ALVARO, tuttavia, al di là della spinta autonomista palesata dai laurenziani nel corso delle attività di indagine, continuano a controllare anche Sant’Eufemia d’Aspromonte e fanno sentire forte la loro voce.

Testimonianza di questo assunto è peraltro fornita dagli incontri tra LAURENDI Domenico e ALVARO Cosimo, leader indiscusso degli ALVARO che continuano ad essere fortemente coesi tra loro e uniti in un’unica grande cosca, nel rispetto del comune vincolo di appartenenza, nonostante i diversi sottogruppi familiari [intesi “Carni i cani”, “Pajechi”, “Merri”, “Pallunari”, Testazza” o “Cudalunga”] godano di una certa autonomia programmatica e di azione. Da costui LAURENDI si recava a precise cadenze temporali, seguendone le direttive, sostenendolo economicamente e gestendone gli affari economico-imprenditoriali criminali.

L’azione della‘ndrangheta è risultata talmente pervasiva da essere riuscita a collocare propri rappresentanti ai vertici dell’Amministrazione Comunale. Ed invero, con il ruolo di capo, promotore ed organizzatore dell’associazione mafiosa è stato colpito dalla misura cautelare della custodia in carcere il Vice Sindaco, IDÀ Cosimo alias “u diavulu”, artefice di diverse affiliazioni che avevano determinato, come detto in precedenza, un attrito molto forte con le altri componenti del locale di ‘ndrangheta eufemiese e l’alterazione degli equilibri nei rapporti di forza tra le varie fazioni interne allo stesso.

IL RUOLO DI DOMENICO CREAZZO

Nell’inchiesta si innestano anche – e questo denota la particolare pericolosità del sodalizio criminoso – altri inquietanti episodi che comprovano il totale asservimento di alcuni esponenti politici alla ‘ndrangheta eufemiesee degli ALVARO. CREAZZO Domenico, Sindaco del comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte, nel coltivare e realizzare il progetto di candidarsi e vincere le ultime elezioni regionali [gennaio 2020], si era rivolto alla‘ndrangheta, ovvero a LAURENDI Domenico – che si era subito detto disponibile a sposarne l’iniziativa politica che avrebbe portato il candidato ad essere eletto Consigliere Regionale – dapprima attraverso il fratello CREAZZO Antonino in quanto capace di procacciare voti grazie alle sue aderenze con figure apicali della cosca ALVARO e poi direttamente, al fine di sbaragliare gli avversari politici.

Dalle parole captate di CREAZZO Antonino emergeva uno spaccato professionale del fratello CREAZZO Domenico non limpido, anche in relazione alla sua funzione di Presidente del Parco dell’Aspromonte nel cui svolgimento risulterebbe avere assecondato varie richieste a fini puramente clientelari. Ciò che emerge chiaramente dalle indagini è che per motivi di strategia e di opportunità, si era quindi statuito che CREAZZO Domenico evitasse frequentazioni o anche il semplice accompagnamento con soggetti notoriamente inseriti nell’ambiente della criminalità organizzata e portasse avanti una campagna elettorale sobria.

L’intendimento però non era quello di chiudere le porte alla ‘ndrangheta, il cui bacino di voti avrebbe potuto fare la differenza con gli altri candidati, tanto che si era pensato non di rinunciare a quel tipo di sostegno, quanto di delegarne la richiesta ad intermediari che, in quanto meno esposti pubblicamente, avrebbero potuto relazionarsi, dando meno nell’occhio, con gli ambienti mafiosi. La conduzione spregiudicata della campagna elettorale veniva pertanto delegata a [suo fratello] CREAZZO Antonino.

IL RUOLO DI MARCO SICLARI

Ma ancor prima delle ultime elezioni regionali, era emersa l’operatività della cosca eufemiese, con LAURENDI Domenico in testa, in vicende squisitamente politiche. Il riferimento è alle elezioni politiche del 2018, quando venne eletto Senatore della Repubblica SICLARI Marco. In quella campagna elettorale, veniva raggiunto tra Marco SICLARI e gli ALVARO [per il tramite di LAURENDI] un accordo illecito funzionale allo scambio di utilità corrisposte dai candidati con il sostegno offerto dalla famiglia mafiosa.

Un servizio di osservazione svolto dagli investigatori documentava che in data 28.02.2018 c’era stato un incontro, pure tenuto riservato, tra LAURENDI Domenico e l’allora candidato al Senato SICLARI Marco, mediato dal medico GALLETTA Giuseppe. L’incontro, durato circa mezz’ora, si era svolto a Reggio Calabria, presso la sede della segreteria politica di SICLARI Marco. Nel corso delle intercettazioni, LAURENDI Domenico chiedeva al sodale LUPOI Natale di appoggiare politicamente il candidato SICLARI ed emergeva altresì che il giorno delle elezioni lo stesso LAURENDI si era impegnato a dare indicazioni ad alcuni elettori affinché esprimessero la loro preferenza per SICLARI al Senato, definendolo “amiconostro”.

Le analisi del dopo voto evidenziavano che SICLARI Marco era stato eletto Senatore della Repubblica nel collegio uninominale n. 4 della Calabria con una percentuale del 39,59%, riuscendo ad ottenere a Sant’Eufemia d’ Aspromonte 782 voti, pari al 46,10%, mentre nel limitrofo Comune di Sinopoli 435 voti, pari al 63,41%. In pratica, nei comuni di Sinopoli e Sant’Eufemia d’Aspromonte, Marco SICLARI aveva conseguito una percentuale di voti ben più alta della media provinciale.

Dopo il successo elettorale, tra maggio e giugno 2018, LAURENDI Domenico presentò, per così dire, “il primo conto”, sollecitando un intervento del Senatore SICLARI affinché una persona di suo interesse, parente di LUPOI Natale, ottenesse il trasferimento presso la sede di Messina di Poste Italiane.Tale trasferimento veniva ottenuto [con decorrenza 17.2.2020] attraverso un articolato stratagemma emerso nel prosieguo delle indagini. In altri termini, nell’anno 2019 il posto di lavoro a Messina per la dipendente di Poste Italiane che interessava a LAURENDI Domenico era stato creato ad hoc, evidentemente quale contropartita all’appoggio elettorale, non essendoci alcun bisogno di Personale [come emerso dalle indagini] per la qualifica ricoperta da quel soggetto prima che lo stesso presentasse domanda di mobilità.