Questura di Cosenza: da Anzalone a Liguori poco è cambiato

Ogni tanto giova ricordare ai cittadini –  specie la fine dell’anno, momento di bilanci e propositi – quali sono stati i risultati dell’attività di contrasto contro il crimine messe in campo dalle forze di polizia per garantire la sicurezza a tutta la comunità.

Da quando la direzione della questura è stata affidata al dottor Liguori, le cose sono più o meno rimaste quelle della precedente “gestione” firmata Anzalone.

Ricordiamo che il dottor Anzalone è stato questore di Cosenza dal 2010 fino al luglio del 2014.

La direzione della questura da parte del dottor Anzalone passerà agli annali della città per la sua opacità. Più che alla gestione dell’ordine pubblico, e alla repressione dei reati, il dottor Anzalone, durante la sua reggenza, si è dedicato ad aiutare tutti gli amici degli amici. Una gestione, la sua, tra le più oscure della storia cittadina.

Accriccato con la parte sporca della politica locale, è stato tra i  principali protettori degli intrallazzi della prima giunta Occhiuto. Non ha mai svolto una sola indagine sul malaffare cittadino e sui politici corrotti. Si è limitato ad arrestare un po’ di malavita giusto per fare numero.

E’ stato membro attivo della cupola politica/massonica/mafiosa che governa la città. Senza le sue coperture sarebbe stato difficile per i corrotti al Comune fare tutto quello che hanno fatto. Ha perseguitato morti di fame e senza tetto, e non si è fatto scrupolo più volte, nelle piazze, di far manganellare dimostranti e operai. Con lui la corruzione in città è aumentata in maniera esponenziale, raggiungendo i livelli che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Erano gli  anni in cui la cricca politica/massonica/mafiosa, guidata dal duo Occhiuto/Granieri, sguazzava alla grande.

Gli anni in cui, procura, prefettura, comando carabinieri, questura, Comune, erano culo e camicia. Stavano sempre insieme. Al punto che si creò un “legame sentimentale” tra la questura e il Comune. Che causò, a detta di molti, il trasferimento del dottor Anzalone ad altra sede. In sostanza l’aveva fatta troppo sporca e il suo legame sentimentale con l’allora vicesindaco fu la goccia che fece traboccare il vaso. 

Anzalone ha sempre fatto quello che gli ordinavano Occhiuto o Granieri. Che lo aizzarono contro di me. E mi accusò, insieme ad una giornalista che all’epoca scriveva per il Quotidiano, di voler far saltare la questura con una bomba molotov, ritrovata in una cabina a pochi metri dalla stessa. Che secondo lui e il pm Tridico, io e la giornalista avevamo depositato lì. Pretesero il nostro DNA.  Il messaggio era chiaro: se non  la smettete di scrivere gli intrallazzi di Occhiuto, vi arrestiamo. Come era già successo in passato con l’operazione No Global. Ecco, questa era l’attività principale del dottor Anzalone: seguire, intercettare, pedinare, e minacciare gli oppositori politici del sindaco e della cupola.

Il dottor Liguori, l’attuale questore, insediatosi nel luglio del 2014, non si può dire il continuatore di questa linea. Ma di sicuro non brilla per l’attività investigativa, che francamente fa acqua da tutte le parti. In questo senso le cose sono uguali alla gestione Anzalone. Non risolvono mai un caso di interesse collettivo. E quei pochi che risolvono sono sempre ingarbugliati. Non c’è mai chiarezza nelle dinamiche operative. E quando si tratta di spiegare ai cittadini evidenti magagne fa “ricchia i mercanti”.

Anche lui come il suo predecessore non ha mai promosso indagini sulla corruzione in città. Non si è mai presentato, come Anzalone, in procura per dire al procuratore: guardi dottò che vorrei mettere sotto controllo un po’ di marpioni politici che frequentano cattive compagnie. Data l’evidenza di questo “dualismo”. Una iniziativa che un questore può prendere: proporre al pm una indagine. E’ questo quello che fanno i poliziotti onesti. Se poi il pm non autorizza non è certo colpa del poliziotto onesto se la corruzione dilaga, a cui resta, però, la dignità e la consapevolezza di aver fatto fino in fondo il proprio dovere.

Liguori non è scarso solo in questo: anche nella lotta spicciola al crimine, non brilla. Ad esempio ancora non è stato in grado di dire ai cittadini e ai diretti interessati chi ha bruciato le loro macchine: quella del sindaco avvocato Manna, quella dell’architetto Cundari, e quella di un imprenditore. Così come non sa dire chi è che se ne va in giro ad appicciari locali e a sbambari tappetini ai bar. Di più: in pieno centro cittadino c’è una “banda” di topi di appartamento che agisce indisturbata da tempo e in pieno giorno. Le denunce fioccano, ma della refurtiva e dei ladri nessuna traccia. Per non parlare della vergognosa situazione al cimitero di Cosenza. Sono oramai centinaia le denunce di cittadini stanchi di questi furti immorali. Anche qui non si riesce a mettere fine a questa vergogna.

Anche nella gestione dei suoi uffici e del personale, Liguori è scarso.

Non ha mai avviato indagini interne per capire se c’è qualche infedele, così come più volte gli è stato segnalato, non solo dagli uffici della DDA, ma soprattutto dagli informatori. Non ha mai promosso un’indagine interna per capire se c’è qualche poliziotto con la manina lunga.

Eppure si sa, specie nell’ambiente malavitoso, che in questo caso non mente e che passa le informazioni al “questore”, che spesso e volentieri durante perquisizioni ed operazioni spariscono molte cose: soldi, cocaina, fumo.

E’ chiaro che mi riferisco a qualcuno e non a tutti i poliziotti. Infatti, tutti i poliziotti seri e onesti sanno che queste cose succedono, ma per spirto di corpo o perché i panni sporchi si lavano in famiglia, la tendenza è nascondere e coprire. Un modo non proprio condivisibile di difendere l’immagine del corpo. Eliminare le mele marce è meglio che tenersele nella cesta. E di questo un po’ alla questura di Cosenza c’è bisogno.

Mi scusi il dottor Liguori se sono franco e schietto nel dire quel che penso. Ma il dato da me espresso è oggettivo. Ed è ai suoi insuccessi che mi rivolgo, non all’uomo. E’ alla sua pubblica funzione che parlo, non alla persona.

Ci auguriamo che con l’anno nuovo cambi anche il modo di intervenire sul territorio da parte delle forze dell’ordine. Magari in maniera più organizzata e razionale di come avviene adesso. Rivedendo, che non sarebbe male, “l’elenco delle priorità”.

A tutti/e gli operatori di polizia che con coscienza e dedizione, la stragrande maggioranza, ogni giorno fanno il loro dovere, a loro va la nostra gratitudine e quella di tutti i cittadini, insieme ai  nostri migliori auguri di buone feste.

GdD