Reggio, assenteismo alla Città Metropolitana: 13 dipendenti indagati

Reggio Calabria. Avviso conclusione indagini preliminari per 13 dipendenti della Città Metropolitana (già Provincia), accusati di assenteismo sulposto di lavoro nell’ambito di un’inchiesta di Procura e Guardia di Finanza Gruppo di Reggio Calabria.
Le condotte accertate fanno riferimento all’arco temporale compreso tra il 25 ottobre del 2016 e il 2 maggio del 2017. In questo lasso di tempo, le Fiamme Gialle avrebbero osservato i movimenti dei dipendenti e monitorandone entrate e uscite.

Secondo l’accusa, i dipendenti indagati, avrebbero attestato falsamente la loro presenza in servizio entrando nella sede di Palazzo Alvaro, timbrando regolarmente il loro badge, salvo poi, “uscirne poco dopo da uscite laterali non controllate”. Così facendo, “si assentavano di fatto dal posto di lavoro per diverso tempo, ponendo in essere tale comportamento più volte nell’arco dello stesso giorno”. In altre occasioni, secondo quanto avrebbero accertato gli inquirenti, “non si recavano per nulla sul posto lavoro, ma la loro presenza veniva formalmente attestata da altri dipendenti che provvedevano a timbrare la tessera magnetica al posto loro” così come documentato dai militari della Guardia di Finanza, nel corso delle loro osservazioni.

Le entrate e le uscite dei dipendenti presunti assenteisti, sarebbero state documentate anche attraverso l’estrapolazione di decine di “frame” dai sistemi di videosorveglianza installate nella centralissima Oiazza Italia in cui, oltre al Palazzo della Provincia, si affacciano anche gli altri palazzi di Governo: Prefettura e Comune.
Per i pm, la loro assenza sul luogo di lavoro avrebbe contribuito a interrompere e turbare “la regolarità dell’ufficio e del servizio pubblico cui erano istituzionalmente preposti”, con conseguente danno erariale, in quanto avrebbero percepito “gli emolumenti anche per i periodi di tempo in cui non erano presenti sul luogo di lavoro, con proprio evidente illecito arricchimento e con correlato pregiudizio per l’Ente pubblico”.

Ogni indagato, entro venti giorni dall’avvenuta notifica, potrà adesso avviare la prima strategia difensiva, presentando memorie, producendo documenti, presentarsi al Pubblico ministero per rilasciare dichiarazioni o chiedere di essere sottoposto a interrogatorio. Tutto questo nella fase che anticipa l’Udienza preliminare davanti al Giudice che dovrebbe essere fissata in Tribunale da qui a breve.