Sanremo 70, Amadeus conduttore e direttore artistico: dal trap alla vecchia melodia

Sarà Amadeus il conduttore e direttore artistico della settantesima edizione del Festival di Sanremo. Lo scrive in una nota la Rai, sottolineando che sarà un Festival “all’insegna della coralità e della celebrazione, un Festival con sorprese, un Festival nel segno della storia della Rai che vedrà impegnata l’intera Azienda”. “Ho avuto la notizia che uno aspetta da una vita quando fa il presentatore” ha detto Amadeus. “Tra i sogni da quando si è ragazzi c’è quello di poter condurre da grande il Festival di Sanremo. Oggi mi è arrivata questa notizia e sono felicissimo”. “Adesso, dopo qualche breve giorno di vacanza ci metteremo subito al lavoro perché, non dimentichiamo che sarà la settantesima edizione, un numero importante. Questo sarà il Sanremo di tutti quanti, com’è giusto che sia, e lasciatemi dire: viva Sanremo!”, conclude Amadeus, ringraziando la Rai.

Amadeus, volto Rai, è esperto di musica e storico dj. “Assieme a lui, nel corso delle 5 serate, volti che hanno costruito la storia del Festival, per un racconto che si intreccerà con quello di compagni di viaggio di Amadeus, sorprese e un DopoFestival che sarà costruito all’insegna dell’innovazione”.
Proprio per celebrare la storia della manifestazione con una sorta di ‘riepilogo’, anche se in chiave innovativa, l’idea di una presenza di Fiorello per tutte e cinque le serate. Lo showman siciliano, sul quale – a quanto si apprende – la Rai punterebbe molto, ha partecipato come ospite all’edizione 2018 accettando l’invito di Claudio Baglioni.

“Che dire?!? Felicissimo per #amadeus un po’ meno per me! Ansia doppia @RaiPlay e @SanremoRai !!! Non ce la posso fare… Aiutoooo …. solo per Ama…#sanremo2020”, ha scritto Fiorello in un tweet.

Ma si punta pure su Jovanotti e sarebbe in forse anche la partecipazione di Alessandro Cattelan. In chiave ‘storica’, secondo le indiscrezioni, potrebbero invece salire sul palco dell’Ariston Pippo Baudo, Fabio Fazio, Carlo Conti e Piero Chiambretti, tutti quanti con alle spalle una solida esperienza come presentatori del Festival di Sanremo.

“C’è da festeggiare una tradizione italiana, che viene tramandata da generazioni e unisce il Belpaese da Nord a Sud”, fa sapere il presentatore in un’intervista concessa al quotidiano Il Mattino, parlando per la prima volta da conduttore di Sanremo 2020.

Nell’intervista Amadeus ha anticipato che la sua intenzione è quella di fare in modo che il suo Festival possa rappresentare una naturale prosecuzione dei Festival di Claudio Baglioni, in particolar modo del secondo, che ha visto la partecipazione alla manifestazione di realtà solitamente lontane da palchi come l’Ariston (da Achille Lauro agli Zen Circus):

“Sarà il Sanremo di tutti, come sempre dovrebbe essere la tv del servizio pubblico. Guarderò alla musica che trasmettono le radio, che i giovani ascoltano sui telefonini, che Baglioni in qualche modo aveva già sdoganato nell’ultima edizione, la seconda affidata a lui: la trap, il rap, l’indie, l’elettronica”.

Ma Amadeus, specializzato nel rilanciare vecchie glorie della musica italiana (vedi l’esperienza di “Music Farm” o quella di “Ora o mai più”, due programmi televisivi che hanno riportato all’attenzione del pubblico nomi come quelli di Ivan Cattaneo, Scialpi, i Jalisse, Valeria Rossi, Donatella Milani e Paolo Vallesi), ha precisato anche che non verrà in alcun modo dimenticata la tradizione canora nostrana:

“Se Sanremo è Sanremo, come ci ha insegnato superPippo, lo è grazie alle canzoni che sono rimaste negli anni. Il mio compito sarà scovare quante più canzoni capaci di resistere all’usura del tempo, trap o veteromelodiche che siano, senza snobismi e pregiudizi”.