Il Crotone prosegue il calvario in classifica ed è un peccato a giudicare da quanto offerto nel primo tempo. Il problema è che il secondo non è pervenuto: squadra svenuta, sdraiata e quindi severamente punita. Le gerarchie in cima alla classifica sono ristabilite. Il Milan si libera in scioltezza del Crotone – un 4-0 che ha preso forma soprattutto nel secondo tempo – e, dopo un interregno interista durato un paio di giorni scarsi, si riprende il primato.
CROTONE: Cordaz; Djidji, Golemic, Luperto; Rispoli, Benali (27’st Eduardo), Zanellato, Vulic (33’st Petriccione), Pedro Pereira; Di Carmine (33’st Simy), Ounas (18’st Riviere). A disp: Festa (GK), Crespi (GK), Marrone, Magallan, D’Aprile, Rojas. All. Stroppa
ARBITRO: Pairetto di Nichelino MARCATORI: 30’pt e 19’st Ibrahimovic (M), 24’st e 25’st Rebic (M)
AMMONITI: Saelemaekers (M), Leao (M), Rispoli (C), Romagnoli (M), Calabria (M)
Fonte: Gazzetta dello Sport
SCELTE E OBBLIGHI — Pioli intanto davvero non riesce a superare la maledizione dell’infermeria. Che pareva ormai semi-vuota, con una squadra finalmente dotata di alternative ottimali in tutte le zone del campo, e che invece ha dovuto per l’ennesima volta correre ai ripari. Stavolta in mediana: il tecnico rossonero nello spazio di pochi giorni ha perso Bennacer (bronchite) e Tonali (borsite), e così accanto a Kessie ha dovuto piazzare Meité. In avanti pareva potesse essere l’ora del ritorno di Calhanoglu, ma la maglia da trequartista è andata nuovamente a Leao, con il nazionale turco – senza i 90 nelle gambe – in panchina. In difesa al posto di Kjaer confermato la bella sorpresa Tomori. Stroppa ha deciso di schierare subito in attacco i due neo acquisti Di Carmine e Ounas, con Simy in panchina, mentre in difesa Djidji è stato preferito a Magallan, mentre in fascia Reca ha dovuto alzare bandiera bianca proprio nel riscaldamento, cedendo il posto a Pereira.
A VISO APERTO — Nel primo tempo la partita è stata decisamente gradevole e di questo va dato merito anche ai calabresi, che non sono mai stati nemmeno lontanamente sfiorati dall’idea di limitarsi a piazzare il pullman davanti alla porta di Cordaz. Il Crotone ha provato a giocarsela, non si è demotivato dopo lo svantaggio e ha creato anche un paio di pericoli importanti per Donnarumma. I rossoblù sono stati bravi soprattutto nell’uscire dalla consueta pressione alta del Milan. Che ovviamente ha fatto valere la differenza tecnica nei singoli e nelle giocate decisive, come è apparso ben evidente in occasione del gol annullato a Calabria (azione magnifica in profondità da Ibra – pizzicato in fuorigioco – a Leao e infine al terzino rossonero) e di quello di Zlatan, protagonista di un perfetto “dai e vai” con Leao, magistrale nel servirlo sulla corsa. Sulla sponda rossoblù la menzione d’onore nei primi 45 se la prendono tutta Ounas, motorino inesauribile e il più delle volte imprendibile sul centro destra (un’andatura praticamente doppia rispetto alla maggior parte dei rossoneri), e Benali, saggio ed efficace direttore d’orchestra. E’ stato proprio sulla destra che il Crotone ha creato i disguidi maggiori al Milan: prima Ounas ha costretto Donnarumma a un volo per nulla agevole e poi Di Carmine ha sprecato malamente di testa un ottimo cross. Tutto questo nei primi nove minuti. Sull’altro versante Hernandez in fascia ha imperversato con insistenza, mentre Rebic e Saelemaekers hanno dovuto spendersi parecchio in doppia fase per tamponare le discese di Rispoli e Pereira.
PIOGGIA DI RETI — Nella ripresa i rapporti di forza sono migrati interamente a favore del Diavolo. I calabresi sono tornati in campo scarichi, sia mentalmente che fisicamente (Ounas, con la spia rossa fissa già da un po’, è stato sostituito dopo pochi minuti), e il Milan ha pasteggiato con piacere. Prima è stato Leao, imbeccato bene da Rebic, a chiamare Cordaz a un miracolo, poi sono arrivati altri tre gol che hanno certificato le batterie del tutto a terra dei rossoblù: sul secondo, di Ibra, Hernandez è entrato nel burro e Zlatan non aveva guardiani; il terzo è arrivato su angolo di Calhanoglu su colpo di testa di Rebic, non esattamente un corazziere; e il quarto a porta quasi spalancata, ancora di Rebic su assist di Calha. Così è tutto troppo facile.
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