Talarico, gli “amici” reggini e le “coperture” saltate: il ruolo di Pasquale Crupi

TALARICO E GLI “AMICI” REGGINI 

Sono in molti a ritenere che le ultime inchieste che il procuratore Gratteri ha portato a termine ovvero – per semplificare – quelle che hanno portato agli arresti dell’ormai ex presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini e dell’ assessore regionale al Bilancio Francesco Talarico invece ancora in carica -, altro non siano che l’inizio di uno tsunami (o di un terremoto, come preferite) che travolgerà gran parte della classe politica regionale partendo da Catanzaro passando per Cosenza e terminando a Reggio Calabria.

Francesco Talarico, braccio destro da sempre del “padre padrone” dell’Udc Lorenzo Cesa, è stato il “terminale” di una forza elettorale che alle ultime Regionali ha messo in campo di tutto: massoni deviati, faccendieri, imbroglioni, riciclati… Nel corso della campagna elettorale avevamo definito l’Udc come un “refugium peccatorum” e lo sapevano anche le pietre. Ma con l’operazione “Basso profilo” l’Udc è stato finalmente ridimensionato e adesso la famigerata Unione di Centro è stata spezzata ed è destinata alla evaporazione nonostante faccia parte della coalizione che con tutta probabilità vincerà anche le prossime elezioni regionali.

Talarico durante la campagna elettorale per le Politiche del 2018, anche se è lametino, è stato candidato dal centrodestra nel collegio uninominale della Camera di Reggio Calabria (numero 8) e sapeva bene come muoversi nella città dello Stretto grazie a “consiglieri” più o meno cristallini.

Antonio Pirrello, per esempio, è colui che detiene a Reggio il monopolio delle imprese di pulizie conquistando appalti che coinvolgono tutti i più importanti enti pubblici e privati come per esempio la Reggina Calcio o la Regione Calabria. E per essere così potente deve per forza avere qualche santo in paradiso: infatti viene definito dagli inquirenti un uomo al servizio della cosca De Stefano-Tegano. E ancora di più lo è Natale Errigo, addirittura imparentato con gli uomini del clan, altro “pezzo grosso” della combriccola di Cesa, Talarico e dell’Udc che “niente lascia e tutto piglia”. E che dire di Antonio Gallo il “principino”, che è finanche compare d’anello del mitico Totò Caridi, ex senatore scarcerato solo un paio d’anni fa per l’inchiesta “Gotha”? 

Questa “cricca” cerca di fare il colpaccio a Reggio con l’aiuto delle elezioni politiche, anche se i sondaggi dicevano chiaramente che erano favoriti i grillini. Tuttavia, valeva la pena provarci e non si può certo dire che Talarico e i suoi compari non ci abbiano provato.

Tuttavia, alla luce di quanto è accaduto, sono in tanti a chiedersi come sia stato possibile che lo stesso Talarico non abbia capito quanto fosse grave la situazione e allora, per esaminare a fondo il quadro, non possiamo a meno di ragionare su altre persone che si accompagnavano a lui ed evidentemente lo “tranquillizzavano”.

Tra gli “accompagnatori” e i “consigliori” di Talarico spiccava su tutti una persona molto legata a lui, politicamente e non, ossia Pasquale Crupi, funzionario della Prefettura di Reggio Calabria nonché fratello del comandante della polizia metropolitana Domenico Crupi nonché ex capo di gabinetto dello stesso Talarico quando era presidente del Consiglio regionale in quota Scopelliti.

Pasquale Crupi, tanto per essere chiari, e visto che sul web si reperiscono facilmente tutte le foto che gli venivano scattate insieme a Talarico nel corso della campagna elettorale, non sapeva quello che il suo fedele amico stava combinando? Non sapeva – essendo reggino purosangue – della caratura criminale dei soggetti che spingevano Talarico? Un po’ strano, visto e considerato – e tutti possono constatarlo – che era sempre al suo fianco durante quella campagna elettorale.

Evidentemente Pasquale Crupi si sentiva sicuro e dunque riteneva al sicuro anche il suo amico Talarico, proprio in quanto funzionario di Prefettura e fratello di comandante della polizia metropolitana. Insomma, pensava proprio di essere “coperto” e di assicurare “coperture insuperabili” anche al suo amico. E nello stesso tempo spiegava le dinamiche locali a Talarico, che quindi sapeva perfettamente con chi parlava. L’obiettivo era conquistare il collegio di Reggio per trasferirsi a Roma insieme a Talarico in versione deputato. Crupi suggeriva a Talarico chi contattare e Talarico camminava con Crupi perché si sentiva tranquillo, visto il ruolo di primo piano da lui esercitato in Prefettura. Ma qualcosa non ha funzionato: le urne hanno decretato il successo dei Cinquestelle e così Talarico ha dovuto virare sulla Regione, convinto tuttavia di non avere nessun problema giudiziario per le “follie” di quella campagna elettorale. E invece niente…

Natale Errigo, invece, giovane di belle speranze, è stato sistemato da Totò Caridi e dall’altro uomo forte del centrodestra, “erede” del suo pacchetto di voti, Ciccio “bummino” Cannizzaro, ad Invitalia, dove il “capo” è un altro reggino doc, il buon commissario Arcuri, uomo buono per tutte le stagioni e accriccato nelle caselle giuste. Dopo l’arresto di Caridi (2016), Natale Errigo aveva dovuto fare i salti mortali per mantenere le distanze dal “boss” e prudenzialmente si manteneva distante anche da Cannizzaro (ormai sempre più prossimo allo sputtanamento…) ma non è bastato. Anche Errigo è finito nella rete di Gratteri e il pericolo che si canti tutto è veramente dietro la porta. Bummino lo sa benissimo ma lo sanno bene anche molti altri compari. Sempre a futura memoria.