Salerno, la trappola di Gratteri a Facciolla: la fuga di notizie sul sito “amico”

Eugenio Facciolla si è difeso a spada tratta dalle accuse che gli arrivano dal braccio destro di Gratteri, il maggiore dei carabinieri Gerardo Lardieri, personaggio tutt’altro che limpido. E dopo aver dimostrato, con carte alla mano, il suo tentativo di inquinamento delle prove con tanto di “sparizione” delle intercettazioni che lo riguardavano insieme al colonnello dei Carabinieri Forestali Gaetano Gorpia e di “sconfinamenti” negli atti riservati della procura di Salerno, ha continuato a contestare con veemenza tutto il suo tragicomico impianto accusatorio. In un altro stralcio si fa riferimento ad un “capo”, che secondo il maggiore Lardieri, sarebbe Facciolla. Ma così non è: l’unico capo riconosciuto – fino a prova contraria – è quello di… Lardieri (http://www.iacchite.blog/salerno-facciolla-spiega-la-sceneggiata-del-capo-di-lardieri/). Il resto dev’essere un lapsus per molti versi “freudiano”. Ma vallo a spiegare a Lardieri cosa significa! E non è finita qui. Perché anche l’apertura del procedimento a Salerno contro Facciolla è decisamente tragicomica. Ecco il virgolettato testuale delle dichiarazioni spontanee del Procuratore di Castrovillari al Tribunale di Salerno. Che è stato rievocato anche da Otello Lupacchini in una sua recente intervista a Il Giornale nella quale ha spiegato che dietro la sua cacciata e quella di Facciolla ci sono anche “giornalisti amici di Gratteri” (https://www.iacchite.blog/catanzaro-la-verita-di-lupacchini-giornalisti-amici-di-gratteri-gruppo-igreco-e-politici-pd-dietro-la-mia-cacciata/). 

Di seguito, il testo delle dichiarazioni spontanee di Eugenio Facciolla. 

“… Giudice, dal primo momento non si leggono atti, non c’è un’informativa di reato in cui si dice: guardi che c’è il sospetto, non dico l’indizio, c’è il sospetto che il Procuratore Facciolla, abusando del suo ufficio, ha conferito, ha dato incarichi, o con Greco ha fatto chissà quale guaio, quale sfacelo, ma sono attività di – mi passi il termine – pesca a strascico, sperando di pescare qualche cosa che non c’è, Giudice, perché in tutta questa indagine cercavano soldi, cercavano affari, cercavano intrallazzi, e nel momento in cui la Procura fa questo tipo di accertamenti, negativi… ci sono le notizie che compaiono sulla stampa sistematicamente, solo su una certa stampa di soggetti che scrivono, e sono soggetti non vicini ma più che vicini alla Procura di Catanzaro.

E allora davanti a questi dati, io sono l’indagato, il 5 dicembre mi sottopongo ad interrogatorio senza conoscere niente, due giorni dopo l’arresto di Greco escono le notizie, non si spiega la ragione, e i magistrati di Catanzaro trasmettono gli atti a Salerno e scrivono che c’è una fuga di notizie – ed è vero – nei confronti di due magistrati… Il fascicolo arriva a Salerno, viene iscritto incredibilmente a Modello 45 e tale rimarrà e viene iscritto con parte offesa il Corriere della Calabria, quando il Corriere della Calabria è il soggetto – in particolare il direttore responsabile (Paolo Pollichieni, ndr) – che è autore, coautore, concorrente nella rivelazione di notizie che ha ritenuto la Procura di Catanzaro… In onore alla toga che indossiamo, le chiedo di verificare quello che sto dicendo, di leggere tra le righe delle carte.

La Procura di Catanzaro quegli atti li trasmette non per la rivelazione o per la fuga di notizie ma perché li ritiene rilevanti nel fascicolo che riguarda già il dottore Facciolla a seguito della trasmissione degli atti precedenti. E qual è la rilevanza? Una fuga di notizie in cui si dice  che hanno mandato gli atti su due magistrati che erano coinvolti nelle indagini sul maresciallo Greco arrestato due giorni prima. Qual è la rilevanza per me? Abbiamo chiesto di fare accertamenti, visto che poi questo fascicolo risulta copiato, fotocopiato, trasmesso, Modello 45, negli atti che mi riguardano, e restituito a Catanzaro per competenza territoriale. C’è un errore macroscopico, perché il Corriere della Calabria è edito in quel di Lamezia Terme e la Procura competente, come sappiamo bene, è la Procura di Lamezia Terme. Non poteva essere la Procura di Catanzaro.

Peraltro, la Procura di Catanzaro, in particolar modo il Procuratore, doveva astenersi, avrebbe dovuto – immagino lo avrà fatto -, si sarà astenuto dal trattare questo procedimento per i rapporti personali che intercorrevano… (internet è pieno di foto e articoli che riguardano la “collaborazione” di Gratteri e Pollichieni, ndr). E immagino, conoscendo la sua correttezza, che l’avrà fatto. Però tutto ciò rimane come dato inserito nel procedimento in questione. Io veramente non riesco a percepire qual è la rilevanza di questi atti e in che modo peraltro, cioè su quali basi, che cosa devo andare a discutere rispetto ad un fascicolo costruito in questi termini…”.