In principio fu l’ex clinica-Villa Salus tra via Calabria e via Nicola Parisio, in pieno centro cittadino. Qui sono nati centinaia di bambini cosentini negli anni Sessanta e Settanta, poi la clinica chiuse i battenti. Per qualche anno c’erano stati uffici della Provincia ma poi anche questi avevano traslocato e la vecchia clinica e i vecchi uffici sono diventati un mezzo rudere. Adesso la vicenda amministrativa ha avuto una svolta: da qualche tempo la zona è recintata, ci sono i lavori in corso e si apprende che stanno realizzando un sedicente “Palazzo Parisio” con tanto di sigillo di “Webuild” ovvero la nota multinazionale che vorrebbe costruire addirittura il Ponte sullo Stretto con otto corsie di pilu e una di peluche per gli amici…
Dalle stanze dei bottoni di Palazzo dei Bruzi, silenzio assoluto. Non esce manco una parola. Dal punto di vista dei documenti, poi, ancora peggio. Chiusura totale. Di riffe e di raffe, siamo riusciti a sapere:
– che i vecchi proprietari sono stati costretti a vendere
– che è stato disposto l’abbattimento della antica struttura per inesistenti pericoli statici
– che con una procedura d’urgenza è stata autorizzata la costruzione che è immediatamente partita.
– che è una operazione del solito trio (Adamo-Caruso-Incarnato) per rimpinguare le casse … loro.
Altro al momento non è dato sapere, anzi no. A dirla tutta, la consigliera di maggioranza Caterina Savastano aveva chiesto gli atti ma non ha ricevuto nessuna risposta anche lei. Provando ancora a conoscere qualche altro particolare, si è appreso che i lavori di scavo lo starebbe portando avanti la ditta Chiappetta (silos di Luzzi-Rose), che è legata a doppio filo ai costruttori Vulnera e Lucchetta, che dovrebbero essere – il condizionale è d’obbligo – i referenti del colosso Webuild o se preferite i subappaltatori.
Nella pagina pubblicitaria del “Palazzo Parisio” che abbiamo beccato su FB e che pubblichiamo in copertina, c’è scritto che “A Cosenza l’eleganza ha un solo nome: Palazzo Parisio” e dunque, almeno da quello che vediamo sulla foto, dovrebbe essere un palazzo con 3/4 appartamenti a piano più negozi e garage interrati. Visti i costi, qualcosa per pochi eletti della “Cosenza bene”.
Quindi ricapitolando, al momento sappiamo: 1) che ci sono lavori in corso; 2) che c’è di mezzo Webuild; 3) che in realtà costruirebbero Vulnera e Chiappetta; 4) che un consigliere, peraltro di maggioranza, vorrebbe conoscere tutto l’iter procedurale ma non ci riesce.
Per il resto, bocche cucite e carte non uscite, che fa anche rima. La Savastano è interessata al caso perché lì, tanti anni fa, c’erano gli uffici dell’assessorato del padre Ciccio.
Cosa ci potrebbe essere di sotto? Beh, ad occhio e croce sicuramente qualcosa di strano sulla concessione e volumetria.
Quali possono essere le altre irregolarità? Beh, si può anche ragionevolmente pensare all’acquisto dell’immobile dalla Provincia ma anche qui siamo sempre nel campo delle ipotesi.
Insomma, ‘sto palazzo sembra un segreto di stato e queste cose ci intrigano veramente tanto. Certo, non interessano per niente al porto delle nebbie, che anzi dopo questo articolo andrà in apprensione e cercherà – come sempre – di insabbiare sul nascere qualsiasi indagine ma noi andremo avanti come treni. Per fortuna, non ci chiamiamo né Cozzolino e meno che meno… Gattopardo o peggio…. Gratteri.
Nel frattempo la costruzione avanza a ritmi molto accelerati. E pensare che il primo cartello di cantiere portava scritto “Interventi di manutenzione straordinaria”. Domanda: è stato lecito, in pieno centro, che a seguito della demolizione di un fabbricato esistente sia stata consentita la costruzione di uno nuovo di altezza e volume da 2 a 4 volte superiore a quello demolito? Altra domanda: è vero che vendono a 2 mila euro al metro quadro benedica otto e nove fora maluacchiu? Abbiamo l’impressione che la nebbia stia andando oltre il “porto” che ormai più non si vede. Ma paradossalmente tutta questa nebbia ha finito per colpire in pieno il “bersaglio politico” più visibile in tutto questo marasma ovvero l’assessore comunale con delega ai Lavori pubblici Damiano Covelli detto “tefaticatè”. Secondo Radio Palazzo dei Bruzi, Covelli rischia seriamente di perdere non solo la delega ai Lavori pubblici ma addirittura il posto in giunta nel rimpasto ormai alle porte. E non è certo solo la sua la testa destinata a cadere. Vi aggiorneremo a stretto giro di posta. Alla prossima.