di Saverio Di Giorno
I fantasmi del Tirreno Cosentino: la spazzatura
Ormai è diventata una saga composta di capitoli, per zone. E siccome continuano ad arrivare segnalazioni su segnalazioni è arrivato il momento di raccoglierle un po’ tutte. Il quadro unitario restituisce un territorio che nonostante numerose indagini, nonostante gli anni che passano e i volti che cambiano non riesce a cavarsi fuori dalle secche in cui si è incagliato. Nonostante alcuni timidi tentativi di cambiamento, il panorama nei suoi aspetti fondamentali (quelli economici) continua ad essere infestato da fantasmi e figuri di tanti anni fa per dirla alla De Filippo.
Le secche sono blocchi economici, gangli burocratici e professionali, figure imprenditoriali che rapaci fanno l’asso pigliatutto sul territorio, stanno lì, e nessuno sembra poter dire di no. Facciamo un rapido ripasso delle puntate precedenti sul sistema prima di tratteggiare la nuova ombra.
Capitolo 1. Qui si parla di Ivano Russo, sindaco eletto di Maierà, dei suoi ruoli nei comuni, nei consorzi e le suo opere e miracoli degli anni passati – https://www.iacchite.blog/maiera-il-sistema-regge-e-veleggia-alla-grande-il-colletto-bianco-ivano-russo-candidato-a-sindaco/
Capitolo 2. Qui invece un rapido excursus delle ditte (spesso consorziate) che continuano a vincere appalti su appalti. I nomi a cui rimandano e i cambiamenti dei comuni per aggiungere cemento a cemento – https://www.iacchite.blog/alto-tirreno-cosentino-il-sistema-non-solo-regge-ma-e-diventato-strafottente-di-saverio-di-giorno/
E veniamo ora ad un altro tassello che si aggiunge dopo ripetute segnalazioni. La ditta MIA ha cominciato a lavorare nel territorio di Scalea e subito in redazione arrivano una serie di segnalazioni che chiedono di approfondire discrepanze tra vecchie buste paga e nuove buste paga, tra vecchi contratti e nuovi contratti. Carte alla mano e dopo che la vicenda è stata segnalata a chi ha competenze effettivamente risultano diverse stranezze. Non è neanche la prima volta che la ditta si trova in situazioni turbolente con i suoi dipendenti.
Le email arrivate (forse perché le segnalazioni inviate a chi dovrebbe tutelare i dipendenti vanno sempre a rilento) danno però la possibilità anche di fare un po’ di memoria storica. La ditta MIA rimanda ad un cognome che su tutta la provincia è ben conosciuto: Rovito. La questione rifiuti l’avevamo esaminata più e più volte in riferimento alla questione di Rende, alle autorizzazioni e gli interessi collegati (https://www.iacchite.blog/calabria-mafie-e-rifiuti-tutte-le-domande-senza-risposta/). E proprio dai precedenti materiali troviamo quattro righe per fare un memorandum sul coacervo di nomi e sigle che ruotano (in questo caso indirettamente) attorno al duo Rovito – rifiuti.
“ValleCrati SpA è una società mista, costituita per il 51 per cento dal Consorzio Valle Crati (al quale partecipano 43 comuni della provincia di Cosenza –) e per il 49 per cento dalla Consortile Crati Srl, un consorzio costituito nel 2000, i cui soci privati sono stati scelti con la gara cosiddetta «a evidenza pubblica”. Della società facevano parte soci milanesi non meglio precisati che si occupano di depurazione e poi tra gli altri ne fa parte “l’Alto Tirreno Cosentino spa, il cui amministratore era Francesco Rovito, imprenditore in passato indagato, con ruoli nel Comune di Rende. Presidente era Mario Russo, ex sindaco di Scalea, che volle a tutti i costi una discarica nel Comune tirrenico. Anche il cda della ValleCrati vede la presenza di ben undici consiglieri”. La terza buca a Scalea si è riempita velocissima tra brutti odori e viaggi notturni sospetti.
Condizioni lavorative, consorzi e indagini, situazione ambientale tra Santa Domenica e Scalea preoccupante. Su queste noti decadenti si chiude il terzo, ma non ultimo capitolo sul territorio.