Gli Occhiuto e Berlusconi non erano amici

Non si può dire che Mario e Roberto Occhiuto  erano di casa a villa S. Martino ad Arcore, ma si può affermare, senza ombra di dubbio, che entrambi godevano di una certa considerazione “elettorale” da parte di Berlusconi. Diverse volte sono stati ospiti del defunto Cavaliere, ma non certo per elaborare strategie politiche o “piani quinquennali”, piuttosto per garantirsi rendite di potere in cambio di voti. Gli affari vengono prima della politica, Berlusconi docet. Il defunto Cavaliere non si intratteneva con gli Occhiuto per discutere di politica industriale, economica, estera, li riceveva solo quando era necessario e sempre per motivi legati a qualche tornata elettorale. Non si può dire che non li stimava, ma si può affermare che per Berlusconi erano solo due personaggi funzionali al suo sistema, così come lo erano i Cinghiali, e da tali li trattava, limitando i contatti allo stretto indispensabile.

E la storia ci dice che Berlusconi aveva decisamente preferito i Cinghiali.

Gli Occhiuto avevano tergiversato un po’ prima di fare il grande passo verso zio Silvio e dopo aver sfogliato la margherita per il “corteggiamento” del Ccd di Pierferdinando Casini, con il quale i rapporti sono ottimi. Ma di Cavaliere ce n’era uno solo e così Mario e Roberto Occhiuto sono i primi a tesserarsi con Forza Italia, fondando il primo club a Cosenza. Per essere più precisi, a firmare l’operazione è Giovambattista Caligiuri detto Gegé, riferimento diretto di Berlusconi in Calabria grazie a Publitalia e incoronato direttamente da Silvio come coordinatore del partito. Gegé sceglie un bellissimo appartamento in pieno centro, con tanto di soffitti affrescati, e accoglie alla grande gli Occhiuto e le loro televisioni “unite”.

La svolta arriva nel 2000 grazie ancora a Silvio Berlusconi, che candida Roberto come consigliere alle elezioni regionali in Calabria a sostegno del candidato di centrodestra, il magistrato Giuseppe Chiaravalloti. Il piccolo Occhiuto viene eletto con 9.000 preferenze diventando il più giovane consigliere eletto di Forza Italia.

Ed è a questo punto che inizia ufficialmente la faida con i fratelli Gentile, non ancora Cinghiali, a caccia di sistemazione dopo il “big bang” del Psi, il dissolvimento del Psdi di Cariglia che niente lascia e tutto piglia e il “passaggio” sul tram nientepopodimenoche del Partito Repubblicano.

I Gentile chiedevano di entrare nel partito ma gli Occhiuto avevano decisamente rigettato l’alleanza temendo il loro potere e avevano mobilitato i combattivi giovani forzisti, organizzando persino una tragicomica occupazione del club per scongiurare il peggio. Che ricordava molto quella del giovane Robertino nella stanza di Mancini. Grande fu la mobilitazione delle televisioni “unite” ma i Gentile alla fine entrarono in Forza Italia grazie a una provvidenziale richiesta di espulsione mobilitando gli scagnozzi di zio Silvio e ad uscire fu proprio Roberto Occhiuto che sempre nel 2002, aderisce al Ccd di Pierferdinando Casini ritornando al vecchio amore cattolico. Il considerevole pacchetto di consensi dei Gentile aveva avuto la meglio: ubi maior minor cessat. Tra i Gentile e gli Occhiuto non c’era partita e la prima avventura forzista era terminata dopo appena un paio d’anni.

I rapporti sarebbero però ripresi anni dopo, quando tutta la paranza designò Mario sindaco (2011) e avrebbero resistito anche alla nuova faida con i Gentile culminata con la clamorosa “eliminazione” di Katya fino al rientro ufficiale di Roberto tra il 2013 e il 2014 e alla nuova “pax” affaristica tra i due clan sancita con l’elezione della figlia di compa’ Pinuzzu alla Regione.

Il defunto Cavaliere in questa seconda fase è stato anche costretto ad intervenire per occultare le troppe cazzate commesse dai fratelli Occhiuto, ma solo per non perdere il pacchetto di voti che gli garantivano.

Alla fine anche il fu Berlusconi finì col perdere la pazienza nei confronti dei fratelli sempre bisognosi di denaro e impunità, che è quanto dire, preferendo l’interlocuzione politica con la buonanima della Santelli, del resto sua storica sostenitrice. E lo dimostrò coi fatti candidandola alle Regionali dopo aver bocciato, perché pieno di guai giudiziari, la candidatura di Mario. Che si era lanciato nell’impresa da solo, convinto che il fu Cavaliere non l’avrebbe mai tradito. E invece, dopo averlo convocato a villa S. Martino, gli ordinò di ritirare la sua candidatura, non prima però di aver “appattato” la sua candidatura al Senato. E così fu.

Tutti ricordiamo la reazione stizzosa e vergognosa dei fratelli Occhiuto dopo aver appreso della candidatura della Santelli alla presidenza della regione Calabria: diedero vita ad una vergognosa campagna di sciacallaggio sulla malattia della Santelli dove annunciavano la sua “imminente, allora, prematura morte”. Cosa che indignò molto il defunto Berlusconi, ma che non fermò i rapporti tra loro: per frenare la caduta libera di Forza Italia, ormai vicina all’estinzione, c’era bisogno dell’apporto di tutti, almeno per mantenere la “linea”. E gli Occhiuto fuori dal fortino di Forza Italia non se li poteva permettere. Specie dopo la morte della Santelli. La Calabria era per Berlusconi l’ultima roccaforte, l’estrema resistenza all’avanzata della Meloni, controllata, però, da tante paranze politiche con le quali sapeva di dover fare, in un modo o nell’altro, i conti. Ma la buonanima del Cavaliere era abituato a trattare con paranze politiche e massomafiosi, e mantenere un certo numero di eletti, l’unica arma da contrapporre alla perdita di potere politico in parlamento. Per questo anche gli Occhiuto, e simili, andavano bene.

Era questa la vera natura del rapporto tra gli Occhiuto e Berlusconi. Non erano amici gli Occhiuto e Berlusconi. Infatti, Berlusconi non li ha mai invitati a passare una vacanza insieme, non li ha mai invitati ad un evento privato, non li ha mai invitati sulla sua barca, o a sedersi vicino a lui allo stadio. Non li ha mai invitati ad una cena privata, ad una festa, ma soprattutto non li ha mai invitati al “bunga, bunga” che era il luogo dove il defunto Cavaliere invitava solo chi considerava un vero amico. Gli Occhiuto per Berlusconi erano solo due dei tantissimi personaggi che si aggiravano nei dintorni della sua corte sempre pronti a vendergli qualcosa. Mercanti di voti che spesso riceveva e che da tali trattava. Pagato il prezzo ognunu ara casa sua…