Castrolibero 2018, Capitano: “Non è un paese per polli”

di Fausto Capitano

candidato consigliere Rinascita Civica – Castrolibero

Io non ho familiarità con “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni… (per contro, è certo che al liceo lo preferivo a Dante ed alla sua “Comedia”) ma leggendo le “uscite” online di taluni contendenti allo scranno di sindaco del mio paese, Castrolibero, confesso che mi viene in mente subito l’episodio dei polli che Renzo porta come dono ad Azzeccagarbugli. Non spreco parole per ricordartelo, perché sicuramente lo conosci meglio di me, piuttosto scrivo che è svilente avere di queste impressioni nel cuore della mia prima campagna elettorale comunale.

Ecco i fatti: (1) un certo candidato sindaco “allizzica” (o peggio denigra) per iniziare una guerriglia d’imbeccate con l’avversario più forte, in un momento in cui dovrebbero primeggiare solo i programmi, le idee, le visioni di futuro;

(2) un altro candidato sindaco porta avanti notizie senza riscontri, senza prove e senza né capo né coda, così per “sparare bumme ca stonanu sulu i piducchi”;

(3) i cosiddetti avversari si lasciano alle spalle mesi privi di “laboratori pubblici” di opinione politica, di confronti critici con chi governa, di “costruzione di consenso” in contraltare a chi amministra: zero apertura al popolo, zero contrasto al presunto sistema, zero lavoro di fidelizzazione basato su argomenti di sostanza;

(4) abbiamo vissuto cinque anni senza opposizione in Consiglio Comunale, pur avendola eletta nel 2013… cose da pazzi (e ppua si dicia ca Castrufrancu è nu paise ‘i ciuoti!).

Questi i quattro fatti della primavera a Castrolibero.
A venti giorni dalla fine di una campagna elettorale fatta solo di giri porta-a-porta (facendo i turni coi venditori della “Folletto” ed i “Testimoni di Geova”, per evitare imprudenti sovrapposizioni) di intrallazzi a “frica-e-futta” (anche tra compagni di squadra!) e di ciarlìo sui social nelle pause caffè… a venti giorni dal voto gli avversari fanno come i capponi di Renzo.

Ma c’è di peggio: loro si gongolano in questa anomalia (o sarebbe meglio dire: si permettono questo schifo) perché pensano che sono i Castroliberesi i veri polli.
Certo! Ai pennuti domestici non è dovuta la costruzione di un futuro alternativo (presentato magari come migliore) rispetto a quello proposto dall’oppositore; non un dibattito “cunchiusu” con argomenti di sostanza e di pregio col fine di dimostrare presunte altrui debolezze o inconsistenze; non una promozione di idee innovative e fattibili, che agli altri non sono venute in mente; non uno smontare pezzo per pezzo l’azione dell’avversario dichiarata sbagliata… e potrei proseguire all’infinito.
“Aru gaddrinaru ‘i Castrufrancu” non è dovuta la Politica, secondo questi signori (e signore). I polli “castrufrancari” si devono solo rincorrere per i voti, per spostarli esausti da una gabbia ad un’altra, per stordirli “ccù ‘na gridata”.
Ebbene, a questi signori (e signore) scrivo che Castrolibero non è un paese per polli. Non ci meritiamo comizi da sindaco di Roncofritto!