A Camigliatello Silano boom turistico: l’indagine Unical

Spezzano della Sila (Cosenza) – Boom del turismo montano in Sila negli anni della pandemia. Ne espone i dati una ricerca ad hoc curata dal professore Francesco Aiello, ordinario di Politica economica del dipartimento di Economia Statistica e Finanza “Giovanni Anania” dell’Università della Calabria. Da un’anticipazione dell’indagine, che ha interessato 72 strutture ricettive (selezionate sulle 89 interpellate con inviti di risposta ad una serie di questionari, suddivisi in più sezioni), da Camigliatello Silano a Lorica, a Villaggio Palumbo e a Villaggio Mancuso, si apprende che, rispetto al 2019 (periodo pre-Covid), le presenze sull’altipiano sono aumentate del 25% nel 2020, dato confermato nel 2021. La crescita non ha riguardato solo la stagione estiva, ma anche i mesi di settembre e ottobre. Un incremento è stato registrato anche nella permanenza media, che, nell’estate del 2021, è stato di circa tre pernottamenti. Altrettanto rilevante risulta essere il dato relativo all’arrivo di nuovi turisti, che, rispetto al periodo pre-Covid, che ha toccato un livello pari al 65%. “Vale a dire – sottolinea il docente dell’Unical – che su 100 turisti che hanno pernottato in Sila, 65 sono persone che non sono mai state prima sull’altipiano”.

La ricerca, la prima nel suo genere in Calabria, è stata realizzata tra dicembre del 2021 e febbraio del 2022 con l’obiettivo di studiare e di analizzare le condizioni di offerta delle strutture ricettive, in particolare, le trasformazioni introdotte nelle singole strutture in termini di digitalizzazione e di diversificazione dei servizi, così da valutare la qualità dell’offerta nella comparazione dei diversi anni, dalla fase pre-Covid a quella successiva. Aiello puntualizza che “gli ulteriori approfondimenti in corso dimostreranno come questa crescita non sia uniforme in tutto il territorio considerato, ma il dato complessivo risulta essere in controtendenza rispetto al dato elaborato dall’Istat sull’andamento del turismo montano in Italia nel 2020 e 2021 in raffronto al 2019”. “In questo periodo – rileva il docente dell’Unical – la Sila ha attratto più turisti rispetto alle altre montagne del territorio nazionale”. Ora si tratta di rendere duraturo questo accresciuto interesse dei turisti verso la Sila. Sarà importante curare l’innovazione organizzativa e l’affinamento della offerta finalizzata a dare una risposta allo shock della crisi pandemica, obiettivi che sono resi possibili dalle previsioni del Piano di ripresa e di resilienza, che considera prioritario il consolidamento dei sistemi turistici delle aree rurali e montane. (lmp)