Addio 2022. Qui giace la Calabria, morente per omicidio volontario in concorso con ignoti

di Saverio Di Giorno

Se si dovesse consegnare alla storia questo anno calabrese, infiocchettato, con un biglietto di sopra bisognerebbe scrivere qualcosa del tipo: qui giace la Calabria, morente per omicidio volontario in concorso con ignoti. In concorso con ignoti. È con frasi del genere, infatti, che storicamente in Italia tutte le indagini e le vicende spinose sono state archiviate, buttando in carcere qualche povero disperato per far tacere i media, i giudici e la gente. Ma soprattutto per proteggere gli ignoti che così restano tali.

Questo è stato l’anno di Pasolini. Intellettuale mai digerito dall’Italia. Lui che buttava il corpo nella lotta e con il corpo raccontava e testimoniava gli avvenimenti: anche lui ammazzato da Pelosi in concorso con ignoti, forse vicini alla Banda della Magliana, forse attirato in un tranello per riavere la pellicola del suo ultimo film-denuncia. In concorso con ignoti. Chi sono? Chi sono i mandanti?

Questo è stato l’anno di Bergamini e anche per lui probabilmente ci dovremo accontentare della verità banale, quella che ormai manca solo nelle carte di tribunale. Quella verità che per tutti gli altri è un segreto di Pulcinella in questa Calabria da scadente Commedia dell’Arte. Ma tutto il resto resterà ignoto: i salotti che l’hanno pensato, i luoghi dov’è maturato, le coperture servite. Eppure, i pezzi ci sono: il corpo riesumato che parla, i testimoni muti, gli avvocati compromessi … tutto un altro puzzle. E resteranno tali perché questo è il sistema: una verità parziale è necessaria perché ci sia l’ignoranza sostanziale. Bisogna dare in pasto qualcuno bruciato o qualche fallito perché chi conta possa salvarsi.

Eppure, quelle verità ci sono. Anche se non impresse nei fogli sono impresse nei corpi. Quello martoriato di Pasolini: impossibile che fosse stato il solo gracile Pelosi. Sul corpo di Pasolini si può raccontare l’Italia e le sue miserie: il bigottismo che giudica i diversi, ma anche i Poteri occulti che lui denunciava. Così su quello di Bergamini si possono raccontare la Calabria con i suoi stracci. Il corpo di Bergamini, il corpo di tutta la Calabria. Le verità della carne è quella che resta a chi non ha la verità della Legge scritta dai magistrati incappucciati, a chi non ha la verità delle indagini, la verità della Storia che soffoca sotto la sabbia e nei cassetti. La verità della carne, come Cristo con le sue piaghe quella di tutti i poveri cristi che non hanno altri mezzi per dimostrare le loro verità.  Sono i corpi malati dei calabresi che rimandano le loro cure perché non possono pagare quelle costose dei privati, sono i corpi morti dei calabresi perché l’ambulanza è arrivata tardi e non ci sono più, una verità che tossisce, malformata o piegata dai tumori dei corpi nati e cresciuti in territori dove si è sversato e coperto. Le uniche parole vere che possono uscire da un anziano calabrese ad un ragazzo è quello che disse Eduardo De Filippo: “jatevenne”. Andatevene.

Lettera di un padre calabrese a sua figlia (tratto da “Oltrepassare”): https://www.youtube.com/watch?v=8snEHMF8_kI&t=4s

Sono i corpi piegati nei canteri eterni, senza tutele, senza criteri. È questo esercito di sciancati che con la loro stessa esistenza denuncia. Con la loro stessa presenza sbertucciano i tribunali che si affrettano a chiudere le vicende con indagini e sentenze ridicole. Mentre loro impiegano anni per arrivare a qualche carta di sentenza su Pittelli, su Manna e pochi altri ‘ndranghetisti venduti dai loro amici, i corpi dei poveri cristi denunciano i loro padroni arricchiti e protetti.

Di quelle morti bisogna chiedersi: chi ci ha guadagnato? Chi ci ha guadagnato dalla morte di Pasolini? Chi ci ha guadagna dalla lenta morte della Calabria. Ecco quindi che anche quest’anno e ogni volta tocca ripeterli gli unici che continuano in qualche modo a guadagnarci in vari modi: economicamente, politicamente, professionalmente. Guardate le carriere di chi ha obbedito e di chi si è ribellato. Che siano avvocati, giudici, imprenditori, politici o combinazioni di questi: i Manna, Valea, Staiano, Pittelli, Spagnuolo, Greco, Gentile, Citrigno, Morrone, Magorno, Occhiuto… E potremmo continuare per tutto l’anno…