Amministrative 2017, flop Cinquestelle: Morra omologato alla vecchia politica

Tutti lo sanno ma i tanti politici marpioni che oggi gongolano per la “sconfitta” del M5S, fanno finta di non saperlo: le elezioni amministrative sono una cosa, le politiche un’altra.

Si sa che nelle elezioni amministrative sono tanti i fattori che influenzano il voto che spesso va al di là dell’appartenenza politica. Quello che prevale in questo voto è la diretta conoscenza del candidato o il grado di “parentela e comparaggio” che lo lega all’elettorato. Nei piccoli comuni è così che funziona. La paura di cambiare è tanta, un po’ come succede nel film di Ficarra e Picone, “l’ora Legale”, dove il cambiamento porta solo “problemi”. Meglio lasciare localmente le cose come stanno, per il bene di tutti. Meglio affidarsi ai soliti noti piuttosto che correre il rischio di non vedersi confermata questa o quella delibera o determina, questo o quel permesso. Ed era più che prevedibile, specie in Calabria e nella provincia di Cosenza un risultato così misero per il M5S: qualche consigliere sparso in questo o quel consiglio se tutto va bene.

Del resto più di questo, i ragazzi del movimento che si sono sbattuti in questa tornata locale elettorale, non potevano fare. A loro va il merito di averci provato con lealtà e onestà. E di aver gettato le basi per la crescita del movimento anche in Calabria dove, come abbiamo visto, fa fatica a decollare.

E qui, però, una considerazione di ordine politico, va fatta. Se da un lato c’è stato l’impegno massimo dei ragazzi/e del movimento 5 stelle, dall’altro è mancato come sempre l’appoggio di chi avrebbe potuto, in tutto questo periodo, fare e non ha fatto. Instillando, così, nella “testa” della gente che in fondo i politici sono tutti gli stessi. E mi riferisco ai senatori e deputati eletti in Calabria dei 5 Stelle, su tutti il senatore Morra che ancora una volta non ne ha azzeccata una. Avrebbe potuto fare tanto il senatore per gettare le basi “dell’onestà che ritorna di moda”, ma di fatto si è adeguato all’andazzo omertoso che contraddistingue tutti gli eletti in Calabria.

In tutto il periodo che ha preceduto questa tornata elettorale avrebbe potuto darsi da fare per portare all’attenzione del governo, del movimento stesso, e degli elettori, la grave situazione di corruzione che pervade oramai tutta la provincia di Cosenza. A partire dalla procura di Cosenza. E dare così una immagine diversa del movimento agli occhi dei rassegnati elettori.

Avrebbe potuto porsi ad argine della dilagante ingiustizia che giornalmente migliaia di cittadini sono costretti a subire. Avrebbe potuto denunciare pubblicamente, dopo aver presentato un esposto dettagliato sugli evidenti brogli negli affidamenti diretti al Comune di Cosenza, l’insabbiamento sistematico di ogni denuncia presentata in procura.

Ed invece nonostante la consapevolezza di aver esposto la verità alla procura, ovvero segnalato reati, ha accettato l’insabbiamento senza proferire una sola parola. Avrebbe potuto mobilitare frotte di deputati e chiedere al ministro della Giustizia un giusto intervento ispettivo al tribunale di Cosenza. Perché il senatore Morra ha toccato con le sue mani il livello di corruzione. E sa che esiste. Ed invece ha tenuto tutto nascosto. A Cosenza se non esiste un radicamento forte del movimento è proprio per causa di Morra che non si è “differenziato” su niente dal resto della politica intrallazzona locale. E il cosentino (inteso di tutta la provincia) taglia corto: se sono tutti gli stessi, meglio votare quello che conosciamo e di cui ci fidiamo.

Morra avrebbe potuto produrre interrogazioni parlamentari su tutto il malaffare che circola da noi, ed invece ha taciuto, su tutto, quasi come se a Cosenza e provincia non esistesse la corruzione, il malaffare e la collusione politica/mafiosa.

Insomma Morra non ha prodotto quelle battaglie di legalità che tutti si aspettavamo, tirando a campare e spesso, come abbiamo visto, omettendo di dire la verità. Ha diviso, piuttosto che unire, e si è adeguato piuttosto che dissentire. E questo è stato visto dagli elettori come una vera e propria omologazione al sistema: uno vale l’altro. E se sono tutti gli stessi tanto vale restare sulla strada vecchia.

Spero che le tante vive intelligenze presenti nel movimento cosentino, riflettano anche su questo dato, e che venga fuori da questa “sconfitta” la giusta discussione politica che questo argomento merita.

GdD