Cosenza, caso Sosto. Falso e abuso d’ufficio erano chiarissimi già dal 2016!

Tra gli atti dell’inchiesta del porto delle nebbie sull’Asp di Cosenza, ormai da decenni alla mercé di Cinghiale e Madame Fifì ovvero ai massimi esponenti del cosiddetto superclan dei calabresi che già De Magistris aveva smascherato, troviamo anche un caso – denunciato ormai dal lontano 2016 – che riguarda l’ingegnere Gennaro Sosto, per anni colonnello e fedelissimo del Cinghiale, al quale era stata addirittura riconosciuta l’aspettativa all’indomani della sua nomina nell’Azienda Sanitaria Regionale del Molise. 
Un caso talmente lampante di corruzione e malaffare sul quale si era discusso a lungo ovviamente nel silenzio totale di quel gran corrotto del procuratore Gattopardo di Cosenza.
Sosto infatti non aveva nessun titolo per essere messo in aspettativa.
Nella delibera n. 616 del 22 aprile 2016 (gestione Raffaele Mauro alias Faccia di plastica), quella “incriminata”, si cita l’articolo 3 bis co.11 del dgls 502/90.
L’atto recita “la nomina a dg amministrativo e sanitario determina per il lavoratore “dipendente” il collocamento in aspettativa senza assegni ed il diritto al mantenimento del posto. 
Questo certamente non era il caso di Sosto, che aveva un contratto a tempo determinato ai sensi dell’art.15 septies c2 sino al 31.12.2016.
Ammesso (e non concesso) che l’aspettativa si potesse dare, sorgeva già allora spontanea una domanda: fino al 31.12.2016 data di scadenza del contratto?
La dottoressa Fabiola Rizzuto (indagata a piede libero) ed il direttore del personale, il solito Remigio Magnelli (spedito al divieto di dimora), che hanno predisposto l’atto de quo, avevano mai letto il contratto collettivo nazionale di lavoro a cui facevano riferimento? Ed in modo particolare l’articolo 18 comma 6 che citavano relativo alle sostituzioni e non all’aspettativa? Gli stessi proponenti l’atto, avrebbero invece dovuto fare riferimento all’articolo 19 del citato Contratto collettivo nazionale di lavoro che recita: Al dirigente con rapporto di lavoro a tempo INDETERMINATO…comma 7.
Entrambi erano già allora da denuncia penale (stiamo parlando di cinque anni fa!!!) per aver dichiarato il falso e per abuso d’ufficio (per come finalmente succede oggi), dovevano essere denunciati alla Corte dei Conti per danno erariale per aver riconosciuto l’aspettativa per la durata dell’incarico di direttore generale e per aver fatto gravare sull’ASP il versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali.
All’epoca avevamo consigliato al direttore generale di farsi predisporre gli atti da qualche collaboratore che conosce i contratti e che navigando su internet si è scontrato con un parere dell’ARAN che avevamo puntualmente pubblicato…
Alla richiesta: il Dirigente assunto a tempo determinato (cioè SOSTO) può fruire dell’aspettativa?
Ecco la risposta: “Dal combinato disposto dell’art.10 dei CCNL 10 febbraio 2004 di entrambe le aree e dell’art.1 dei CCNL 5 agosto 1997 che regolano la disciplina del rapporto di lavoro del dirigente a tempo determinato, emerge che l’aspettativa non è un istituto applicabile a tale tipo di rapporto di lavoro…”.
Sapevamo bene che una procura appena appena decente, da queste notitiae criminis avrenne dovuto aprire inchieste, ma qui a Cosenza non solo non si sono aperti fascicoli, ma si è proseguito sulla stessa linea anche per coloro che sono stati condannati.
Avevamo chiesto ancora all’allora direttore generale Mauro, che doveva per forza esserne a conoscenza: ma la dottoressa Rizzuto e il dottore Magnelli ci sono o ci fanno?
Magnelli e Mauro dovevano sapere che non possono essere concessi incarichi a dipendenti che hanno riportato condanne penali ma se il direttore del personale è il primo che è rimasto regolarmente al suo posto anche se ha una condanna, quale speranza potevamo avere?
E non è finita qui. Tanto per rimanere agli ultimi, ricordiamo il Dott. Introini, al quale è stato riconosciuto un art. 18 a Ginecologia dell’Ospedale Spoke di Cetraro pur avendo riportato due condanne penali per “imperizia e negligenza” e a un risarcimento pecuniario di 600mila euro.
E ricordiamo Antonello Scalzo, condannato per quanto gli si contestava durante lo svolgimento delle funzioni di direttore sanitario aziendale. 
Invece di essere soggetti a provvedimenti disciplinari, vengono addirittura promossi!
Non pensate anche voi che vengono affidati incarichi e vengono protetti solo quei dipendenti che afferiscono alla stessa loggia a cui appartiene anche Mauro, detto faccia di plastica e alla quale appartiene anche il procuratore Gattopardo che fino a ieri li ha coperti? E/o i tutelati da Cinghiale, Adamo e Madame Fifì?
Ebbene, adesso il procuratore si è improvvisamente “svegliato” ma anche i bambini dell’asilo ormai hanno capito che l’ha fatto, come al solito, solo ed esclusivamente per pararsi il culo, visto che qualche magistrato onesto e coscienzioso sta intervenendo seriamente (non come ha fatto il Gattopardo) sullo sfacelo della sanità cosentina e sul verminaio di potere massimafioso della Città dei Bruzi.