Basilicata, sanità venduta. L’ex generale della Finanza Bardi saltava le file per farsi il tampone (gratis)

Nell’inchiesta sulla sanità lucana (https://www.iacchite.blog/basilicata-arrestato-il-capogruppo-di-forza-italia-alla-regione-la-dda-perquisisce-la-casa-del-presidente/), oltre al presidente della giunta regionale, Vito Bardi (ex generale e vicecomandante della Guardia di Finanza(, sono indagati anche gli assessori Francesco Fanelli (ex all’agricoltura, ora alla sanità) e Donatella Merra (infrastrutture), entrambi della Lega. L’operazione ha portato in carcere il capogruppo di Forza Italia nel consiglio regionale lucano, Francesco Piro (candidato alle Politiche del 25 settembre scorso), mentre è agli arresti domiciliari il sindaco di Lagonegro (Potenza), Maria Di Lascio.

Gianni Rosa, eletto al Senato con Fratelli d’Italia alle Politiche dello scorso 25 settembre, è tra gli indagati dell’inchiesta sulla sanità lucana coordinata dalla Dda di Potenza. Rosa è stato assessore all’ambiente della Regione Basilicata dalla primavera del 2019 allo scorso mese di febbraio.

Tra le accuse al presidente Bardi e ad alcuni assessori, anche quella di essersi fatto sottoporre a tampone Covid, nel 2020, saltando le file: «In seguito alli’mpossessamento indebito – secondo l’accusa – somministravano tamponi a persone amiche asintomatiche che ne facevano espressa richiesta e che peraltro ricoprivano funzioni istituzionali di appartenenti a consessi amministrativi della Regione Basilicata e che più di qualsiasi altro cittadino dovevano essere consapevoli della destinazione non privatistica ma pubblica dei beni in questione producendo un danno al patrimonio della pubblica amministrazione quantificato 77 euro ciascuno per un importo totale pari a 1936 euro».

Le altre misure cautelari riguardano l’assessore lucano all’agricoltura, Francesco Cupparo (Forza Italia), a cui è stato notificato l’obbligo di dimora. Provvedimento analogo per l’ex assessore alla sanità, Rocco Leone (attuale consigliere regionale di Fratelli d’Italia). Il divieto di dimora nel capoluogo lucano e la misura interdittiva all’esercizio di funzioni pubbliche è stato notificato a Giuseppe Spera, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Potenza. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono quelli di induzione indebita, corruzione, tentata concussione e altri reati contro la pubblica amministrazione.

Punito chi non sosteneva il candidato di Forza Italia

Il sindaco di Lagonegro (Potenza), Maria Di Lascio – agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità lucana – aveva chiesto ai gestori delle telefonia mobile nella sua zona di disattivare i ponti radio «per impedire» che i «non sostenitori» di Francesco Piro – candidato di Forza Italia al Senato il 25 settembre scorso, in carcere da stamani – potessero usare i telefoni cellulari. La stessa Di Lascio – secondo la Direzione distrettuale antimafia di Potenza – aveva deciso di «punire» un altro non sostenitore di Piro, impedendogli di accedere «alle condotte idriche» a servizio di alcuni terreni.