Bastardi senza gloria, Armentano&De Rose soffiano i soldi ai giornalisti. E la storia continua…

IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO

BASTARDI SENZA GLORIA

DA CALABRIA ORA A LE CRONACHE

QUELLO CHE NESSUNO VI HA DETTO

SULLA STAMPA CALABRESE

FINANZIAMENTI PUBBLICI, AUMENTI DI CAPITALE SOSPETTI, BILANCI BALLERINI, EMAIL COMPROMETTENTI, INTERCETTAZIONI SHOCK. DALL’EDITORE CHE CHIAMA I GIORNALISTI BASTARDI ALLA VALORIZZAZIONE DI UNA TESTATA FALLITA IN POCHI MESI PER INCASSARE I SOLDI DI STATO. E LA STORIA CONTINUA…

SESTA ED ULTIMA PUNTATA

COSI’ I SOLDI PUBBLICI SONO ANDATI IN TASCA A DE ROSE

La redazione de “Le Cronache del Garantista”, per far fronte ai conti in rosso acconsente, in febbraio, all’ingresso in solidarietà. Gli stipendi (teorici) vengono “sforbiciati”.

L'art. 4 del contratto di cessione
L’art. 4 del contratto di cessione

Ma a calmare gli animi (temporaneamente) c’è la richiesta di invio dei moduli da firmare per accedere alla cessione del credito.

«I giornalisti inviano i moduli per la cessione del credito ma la cooperativa non procederà mai alla notifica tramite ufficiale giudiziario come previsto, invece, dal contratto»

I moduli vengono inviati dai redattori all’amministrazione a metà aprile. Cuzzocrea assicura, mediante l’invio della ricevuta del notaio Festa Ferrante di Roma, che tutto è andato a buon fine: gli stipendi arretrati saranno liquidati con l’incasso del finanziamento a dicembre. Intanto, però, gli stipendi correnti non arrivano. Cuzzocrea non dà spiegazioni.

Sono in riunione a Cosenza con cordata di imprenditori e domani mattina a Gioia Tauro per definito ingresso e versamento gruppo armatoriale. Non mi sto grattando le palle.

Andrea Cuzzocrea

(email inviata a Cdr e giornalisti)

confiIl caso arriva anche alle orecchie del Fatto Quotidiano (http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/23/calabria-co-co-co-chiede-stipendio-n-1-confindustria-consiglia-si-dimetta/1616308/) .

Il declino

Al 4 maggio 2015 lo stato patrimoniale del Garantista mostra qualche problema. Dall’1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2014 il totale attività segna 2.239.560 euro (crediti per contributi all’editoria 1.262.873 euro; fatture da emettere per 709.085 euro) con un totale passivo di 2.204.522 euro.

Il misterioso acquirente

A fine maggio 2015, Cuzzocrea scrive a Sansonetti, preoccupato. A De Rose ha chiesto di anticipare gli accordi con un preliminare oneroso per fare fronte alle emergenze. Ma De Rose glissa. Prende tempo e parla di un potenziale acquirente pronto a entrare nella compagine societaria non prima però di aver letto carte e bilanci. Cuzzocrea ammette di sentirsi in un angolo considerando che, dice, non è mai stata cercata convintamente un’alternativa a De Rose. Ma naturalmente la redazione era convinta di tutt’altro.

Il presidente dice addio

Il 3 giugno 2015 arriva l’atto del notaio che certifica che le cessioni sono “in cassaforte”. Soldi sicuri, ribadiscono Cuzzocrea prima e Armentano dopo. Ma la cooperativa, secondo quanto sottoscritto nel contratto, aveva l’obbligo di curare la cessione tramite ufficiale giudiziario. Cosa che non ha mai fatto e che i dipendenti calabresi scopriranno solo troppo tardi.

Inoltre dopo la nomina del Comitato di redazione, Insardà (fondatore della cooperativa) aveva minacciato azioni legali per contestare l’elezione. Lui avrebbe voluto solo tre membri a fronte dei cinque eletti. Resta allibito lo stesso Carlo Parisi, a capo del sindacato calabrese dei giornalisti.

Francesco Insardà
Francesco Insardà

Il 6 luglio 2015 in una scrittura privata tra la “Cooperativa Giornalisti Indipendenti”, rappresentata dall’amministratore Francesco Insardà indicato come editore e Edizioni Il Garantista spa, rappresentato da Francesco Berna (indicato come proprietario), l’editore formula al proprietario due proposte: riconoscimento di una indennità di 650mila euro a fronte della valorizzazione della testata e acquisto della testata per un corrispettivo pari al costo storico sostenuto dal proprietario.

Il proprietario riconosce all’editore un’indennità di 650milaeuro più iva (complessivamente 793mila euro da versarsi in cinque tranche fino al 30 giugno 2019), la condizione è che il numero medio delle vendite del quotidiano risulti superiore a 2.550 copie.

IL TRUCCO PER CHIUDERE IL BILANCIO E LA MINACCIA DI UN’INDAGINE

Insomma le parti si accordano per far sfilare la società di Cuzzocrea dall’affaire Garantista. Ma Berna e compagni ad andar via senza mettersi in tasca qualcosa non ci stanno e reclamano una parte dei soldi investiti. Minacciano di non procedere alla valorizzazione della testata. Il 25 giugno Cuzzocrea annuncia le sue dimissioni dopo aver accettato di procedere alla valorizzazione della testata, unica chance per la cooperativa di chiudere il bilancio in pareggio e poter accedere ai finanziamenti. Intanto De Rose dichiara a mezzo di Armentano che i bilanci che ha potuto visionare “scottano”. Sono presenti voci definite bizzarre. Ma a nessuno conviene scoperchiare il pentolone. La minaccia di rivolgersi alle Fiamme Gialle è un coltello da brandire per procedere verso la valorizzazione che, infatti, arriva. Ma il vero scopo è la testata.

L’operazione valorizzazione va in porto e la cooperativa chiude il 2014 con un bilancio in attivo di 26.038 euro.

L’ERA ARMENTANO E LE BUGIE SUGLI STIPENDI

Armentano
Armentano

Sansonetti propone la nomina di Armentano come membro del cda ma non socio. Il 7 luglio 2015 Francesco Armentano subentra alla guida della cooperativa. La prima promessa ai giornalisti svenati è: «La prossima settimana sarete pagati». Ma resterà solo una promessa.

Il primo pagamento arriva solo dopo due settimane e si tratta di un mezzo stipendio, un “acconto” come lo chiama lui.

DE ROSE E I 300MILA EURO DEL DURC

La redazione è stanca e attua diverse forme di protesta. Ma in quei giorni c’è una questione importante sul piatto: i 300mila euro di contributi che vanno versati per ottenere il Durc e poter accedere al finanziamento pubblico. Solo così i giornalisti possono sperare di rivedere i quattro stipendi rimasti “congelati” nelle pratiche della cessione del credito. La lieta novella arriva a settembre 2015: De Rose – anche lui in lista per la spartizione dei soldi in arrivo a dicembre – versa i contributi mai versati dalla precedente amministrazione a guida Cuzzocrea. «È fatta – annuncia un raggiante Armentano -. Questa era la madre di tutte le battaglie». La musica però è sempre la stessa: un acconto a metà ottobre, poi più niente fino ai primi di dicembre.

Le visite di Armentano in redazione si fanno pressoché quotidiane, soprattutto dopo il trasferimento della redazione da Rende a Cosenza, in via Gullo, la stessa dove oggi si confeziona il quotidiano “Cronache delle Calabrie”. Sotto Natale arriva l’ennesima rassicurazione: «Spero di riuscire a darvi uno stipendio intero, ma di sicuro avrete l’acconto prima di Natale». Invece la festa arriva e passa e i conti dei giornalisti rimangono a secco. E non solo per l’acconto che non arriva…

De Rose intasca quasi tutto il finanziamento.

Umberto De Rose
Umberto De Rose

La notizia arriva per bocca di Armentano, intanto diventato amministratore unico della cooperativa. «I vostri colleghi romani hanno ricevuto i soldi della cessione del credito». Armentano mostra i documenti in redazione: dei 630.267 euro totali di finanziamento pubblico poco più di 105mila euro sono andati ai giornalisti del dorso romano (peraltro in ferie già da settembre, mese in cui vengono sospese le pubblicazioni dell’edizione nazionale per non riprendere mai più) e il resto allo stampatore De Rose che, guarda caso, aveva accettato di sborsare i circa 300mila euro di contributi. Forse perché sicuro che li avrebbe ripresi con gli interessi?

Andrea Cuzzocrea, «in qualità di presidente del consiglio di amministrazione e legale rappresentante della società cooperativa» avrebbe dovuto provvedere alla notifica che non ha mai fatto. Dalle carte emerge che la notifica tramite ufficiale giudiziario della cessione in favore dei dipendenti romani è avvenuta il 20 aprile 2015 e quelle di De Rose (una per le fatture emesse fino al 31 dicembre 2014 e l’altra per quelle dal 1 gennaio al 31 marzo 2015) il 22 aprile. A occuparsene è uno dei giornalisti romani.

DE ROSE PRENDE TUTTO, GIORNALISTI IN LACRIME

La redazione è in subbuglio, c’è chi urla, chi batte i pugni sulla scrivania, chi non riesce a trattenere le lacrime. Armentano liquida la questione sostenendo che i colleghi romani «sono stati più furbi di voi». E De Rose? La cessione è regolare. La cessione. I conti non lo sembrano altrettanto.

Perché, secondo i preventivi dei centri stampa valutati dal cda, al tipografo di Montalto sarebbero dovuti andare 384.650 euro totali. Sempre ammesso che in cessione sia andato l’intero importo dovuto. Perché non dimentichiamo che in sede di valutazione delle tre tipografie si era giudicata quella di Montalto la più conveniente per la disponibilità ad accettare il pagamento dei due terzi del proprio credito con la cessione di parte del contributo pubblico. Il che implicherebbe che un terzo sia stato pagato (nei preventivi si parla di pagamento immediato di 816,67 euro al giorno su un totale di 2.450).

Invece il totale intascato da De Rose grazie al finanziamento pubblico è di 506.292,12 euro. In base a quali calcoli?

Il fallimento

Qualcuno ha giocato sporco, qualcun altro sapeva e Francesco Armentano ha fatto finta di non sapere. Eppure dalle carte risulta che più volte il Dipartimento per l’editoria aveva sollecitato l’amministrazione, ora rappresentata da Armentano, a integrare la documentazione prodotta.

Il 18 novembre 2015 una lettera in cui viene richiesta un’integrazione della documentazione, in merito alle cessioni dei dipendenti calabresi, riporta: (…) si fa presente che dette cessioni, a tutt’oggi, non risultano notificate allo scrivente ufficio. Pertanto, ove le stesse non vengano prodotte, l’ufficio (…) non potrà mettere a rimborso tali voci di costi. Si resta in attesa di ricevere con cortese urgenza le seguenti integrazioni istruttorie. Il 14 dicembre arriva all’amministrazione una nuova lettera in cui si legge: Si fa riferimento all’atto di cessione unilaterale del credito del 4 maggio 2015 (…), notificato a questo ufficio tramite pec in data 4 giugno 2015 (…). Si fa presente che questo ufficio non può prendere atto di tale cessione in quanto la stessa non è stata notificata a mezzo dell’ufficiale giudiziario.

Tradotto: i dipendenti calabresi avrebbero potuto avere i loro soldi se il nuovo amministratore Armentano, sopperendo alle carenze di Cuzzocrea, avesse dato seguito alle sollecitazioni che il Dipartimento per l’editoria avanzava in extremis.

armiPerché Armentano non lo ha fatto?

Era consapevole che così facendo avrebbe permesso a De Rose di intascare oltre 500mila euro, ossia l’intero importo da lui messo in cessione, senza vederselo “eroso” dalle somme destinate ai giornalisti calabresi? Lo stesso tipografo che oggi, guarda caso, stampa (gratis, a suo dire) il nuovo giornale edito dalla ToPress di Francesco Armentano.

DE ROSE PROPONE UNA TREGUA: BASTA ATTACCHI E VI RIFONDERO’. UN’ALTRA BUGIA.

Quelle domande finiscono in quei giorni sulle pagine del Garantista. I giornalisti chiedono conto a Cuzzocrea e Armentano di quanto successo. Nel mezzo del caos Armentano in redazione propone un accordo per conto di De Rose: interrompere le ostilità

(leggi gli articoli contro di lui) in cambio di una transazione. I giornalisti accettano ma dell’accordo non si saprà più nulla. In una drammatica conversazione con la redazione Armentano, a cui viene chiesto di schierarsi dalla parte dei giornalisti, dirà: «Non posso mettermi contro di lui. Ho paura».

Intanto si è in attesa della firma della cassa integrazione per una parte del personale.

Armentano: «Non voglio mettermi contro De Rose. Di lui ho paura»

Siamo a gennaio e alcuni giornalisti vengono “invitati” da Armentano a mettersi in ferie. La redazione cosentina diventa semideserta e il clima all’interno si distende: niente più articoli su Cuzzocrea, Armentano e De Rose, niente più minacce di sciopero.

Il-GarantistaLa prima pagina del Garantista

Il lavoro prosegue. Fino a metà febbraio, quando arriva la notizia del fallimento della Cooperativa Giornalisti Indipendenti. Il motivo? Una rata di circa 7mila euro non versata alla Casagit da Armentano, a fronte di un debito di 42mila euro che l’ente aveva appunto “spezzettato” per venire incontro alle difficoltà della cooperativa. Ma non è bastato. Il Garantista cessa le pubblicazioni e i dipendenti vanno in cassa integrazione. Stavolta tutti.

Epilogo (?)

Umberto De Rose ha incassato dallo Stato 505mila euro. Per incassare questi soldi, nel settembre 2015, ha incaricato Francesco Armentano di procedere con una fidejussione. Respinta. Quasi al limite della scadenza, il 30 settembre, vanno entrambi in banca.

«France’, non me la fare fare ‘sta cosa. I soldi ai giornalisti li trovo io».

Armentano suda, sa benissimo che o l’affare si chiude in quel momento o è finita. Finirà qualche mese dopo. I giornalisti romani hanno incassato 150mila euro. Il loro giornale ha chiuso con un bilancio, nell’ultimo periodo, di 800 copie vendute. Quando la Calabria trainava la carretta veleggiando sulle 4mila copie, il dorso romano galleggiava su 1000 copie scarse. Ed ecco la beffa: a Roma la pioggia di quattrini è arrivata, in Calabria no. Sansonetti intanto aprirà il Dubbio con i soldi presi (non senza polemiche) dalle casse forensi. Armentano, a cadavere caldo, si precipiterà invece a registrare una nuova testata “Cronache delle Calabrie”.

Il “Cronache” non è casuale essendo elemento imprescindibile per poter assorbire l’ex testata e, soprattutto, i finanziamenti. Ma qualcosa va storto. L’udienza di contestazione del fallimento slitta a luglio 2017, intanto il suo nuovo giornale esce e a stamparlo è sempre De Rose che si offre di non farsi pagare i servizi.

Forse è diventato un filantropo. Forse ha in tasca qualche manovra di finanza creativa in cui avrà qualcosa da guadagnare. Intanto gli ex Garantista (molti dei quali sono stati tentati dalla nuova avventura di Paolo Guzzanti) hanno maturato dai ventimila ai quarantamila euro di arretrati. Una cifra che fa paura soprattutto a chi non vedrà mai l’ombra di un centesimo. Perché è il banco, e solo lui, a vincere sempre.

E la storia continua con “Le Cronache delle Calabrie”. Ancora con Armentano e De Rose: il gatto e la volpe. E un gruppo di giornalisti senza… alternative.

Buona fortuna a tutti.

6 – (fine)