Bisignano, Umile Laqualunque e la lista dei “giovani/vecchi” sponsorizzata dai petrolieri

Francesco Rosa, il nuovo ronzino di Nicola Adamo

BISIGNANO. UMILE LA QUALUNQUE E LA LISTA DEI GIOVANI

A Bisignano il sindaco uscente Umile Laqualunque, condannato per concussione a due anni e otto mesi di reclusione candida la figlia a sindaco, in classico stile “Cettiano” e si candida lui stesso nella lista dopo aver condotto il paese al disastro morale ancorché materiale. Pensavamo di vedere queste cose nei film di Antonio Albanese ma a Bisignano purtroppo questa è l’amara realtà.

Ma le iatture per questa gente onesta e lavoratrice che paga le tasse e non chiede altro se non avere servizi efficienti e un po’ di tranquillità non finiscono qui. Un’alternativa elettorale a UmileCetto è la così detta lista dei giovani, “Energia per il cambiamento”, la sedicente lista del “modo nuovo di fare politica”, quella delle facce pulite, dei laureati per corrispondenza, capeggiata da un figlio d’arte, Francesco Lo Giudice figlio dello storico sindaco comunista che ha regnato su Bisignano per quaranta anni di cui quasi trentadue da sindaco.

Ed ecco che in piena campagna elettorale i cosiddetti “giovani” organizzano un incontro convegno che si terrà a Bisignano oggi domenica 4 giugno dal titolo “L’importanza dei fondi europei”. Nella locandina è annunciata la presenza dell’europarlamentare Gianni Pittella, presidente del gruppo socialista all’europarlamento e recentemente trombato nella corsa alla presidenza.

Ci viene un dubbio. La giovane presentatrice del convegno nonché candidata nella “lista dei giovani” , laureata UNICAL Alessia Prezioso e la maestra Ornella Gallo, sempre candidata tra i “giovani”, esperta di progetti finanziati dai fondi POR sanno chi è veramente Gianni Pittella? Se avessero qualche dubbio proviamo a rinfrescargli le idee.

Gianni Pittella

Gianni Pittella, eurodeputato di lungo corso (dal 1999), è figlio di Don Mimì Pittella, potente senatore socialista di Laurìa. Don Mimì, medico condotto e proprietario di una clinica privata nella cittadina lucana rimane coinvolto negli anni di piombo in una inchiesta sulle Brigate rosse. Arrestato e successivamente condannato a 12 anni di reclusione per associazione sovversiva e banda armata, fugge all’estero. Sarà Ciampi a graziarlo alcuni anni dopo.

Don Mimì, dopo le vicissitudini giudiziarie. non finisce di far parlare di sé. Infatti lo ritroviamo nella Lega Italiana accanto a personaggi del calibro di Licio Gelli, capo della loggia massonica P2 e dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino gravemente coinvolto in fatti di mafia.

Intanto il figlio Gianni, alla chetichella, prosegue la sua carriera politica che da consigliere comunale socialista a Laurìa alla fine degli anni Settanta, prosegue come consigliere regionale e poi deputato dell’Ulivo nel 1996 dopo aver superato “indenne” la bufera di Tangentopoli e la fine del partito socialista.

Ci chiediamo se le vicissitudini e le frequentazioni di “Don Mimì” nelle faccende oscure della prima repubblica non abbiano influito sull’ascesa politica di Gianni che, rieletto deputato europeo nel 2009 con centinaia di migliaia di voti, nel 2013 fa eleggere suo fratello minore (anche lui medico) governatore della Basilicata in quota PD ovviamente.

In questo modo i Pittella gestiscono il grosso affare del petrolio in Val d’Agri con annessi e connessi ambientali. Guarda caso, proprio a Bisignano, nel depuratore della CONSULECO finivano dei rifiuti tossici di scarto della lavorazione del petrolio in Basilicata oggetto di una inchiesta rimbalzata di recente alle cronache nazionali.

Ricordiamo che il neoletto governatore Pittella fu l’artefice dell’accordo nel 2013 con l’Enel per la riattivazione e la riconversione a biomasse della centrale del Mercure in pieno Parco Nazionale del Pollino.
E’ appena il caso di ricordare che la lista “Energia per il cambiamento” si guarda bene dall’affrontare le problematiche della depurazione al netto delle belle parole scritte sul programma patinato. Ma gli interessi in gioco sono enormi.
Questa lista di “giovani”, mandati avanti come copertura, cela un intreccio di interessi e coperture da far accapponare la pelle. Tutto il PD cosentino e non solo è schierato a sostegno dei “giovani”.

Uno degli animatori della lista è l’ex sindaco comunista di Bisignano Angelo Rosa affiancato dal figlio Francesco, da qualche tempo presidente della CIA (Confederazione italiana artigianato) in quota Nicola Adamo e pronto a sponsorizzare la costruzione di una centrale a Biomasse nel territorio. Cosa hanno da dire a tal proposito gli ambientalisti che sostengono la lista?

Giudiceandrea, Aiello e Nicoletti

Accanto a candidati di diretta emanazione PD (Adamo, Bruno Bossio, Guccione, Oliverio) ve ne sono altri nell’orbita del PD ma sotto mentite spoglie in quanto si vergognano di dichiararlo. Uno di questi è la vecchia conoscenza Lucantonio Nicoletti della premiata ditta Aiello-Giudiceandrea (i comunisti con il culo degli altri) che appena un mese fa ha mantenuto in piedi, con il suo voto in consiglio comunale, la giunta di Umile Laqualunque scambiando il servigio con cinque voti alla provincia determinati per la sua rielezione. E meno male che sono giovani con un nuovo modo di fare politica!

L’altro candidato del PD non dichiarato è Graziano Fusaro, già vicino all’UDC di Trematerra, con pretese frustrate di candidatura a sindaco. Il Fusaro, oggi vicino al delegato di Oliverio all’agricoltura Mauro D’Acri, ha raccolto intorno a se alcuni “prenditori” agricoli interessati ad eventuali prepende.
Alcuni giovani in buona fede potrebbero cadere nella trappola di chi si fa passare per il “nuovo”, per una nuova mentalità politica, un nuovo modo di fare politica. Tutte chiacchiere!. Sono già vecchi travestiti da giovani e soprattutto sono pedine in mano a chi, dietro le quinte gestisce la partita. Un altro giovane candidato, Pierfrancesco Balestrieri, presidente di un’associazione culturale chiamata “Il Megafono”, proviene dal vivaio del PD e quasi tutti gli attivisti di questo gruppo provengono dai “Giovani Democratici”.
Povera Bisignano da Cetto Laqualunque a Pittella. Che brutta fine !