Buffonata “alla Renzi”: Italia viva vota contro le mozioni di sfiducia a Bonafede

“Voteremo contro le mozioni di sfiducia, ma riconosciamo al centrodestra e Emma Bonino di aver posto dei temi veri. La sua mozione non era strumentale”. Lo ha detto nell’Aula del Senato Matteo Renzi (Iv) in dichiarazione di voto sulla sfiducia al ministro Bonafede.

“Se noi votassimo oggi secondo il metodo che ella. signor Ministro, ha utilizzato nella sua esperienza parlamentare nei confronti dei membri dei nostri governi passati dovrebbe andare a casa: Alfano, Guidi, Boschi, Lupi, Lotti, De Vincenti, ma noi non siamo come voi”.

“Tutta questa esperienza – ha aggiunto – faccia riflettere lei e il M5S sull’essere additati, sull’onta del massacro mediatico: fa male. La notte passi a pensare che è colpa tua”, dice l’ex premier, poi l’annuncio: “Voteremo contro le mozioni di sfiducia, non le voteremo per motivi politici. Perché lo chiede il premier, che aveva detto che anche in caso di un solo voto da parte della maggioranza contro il ministro Bonafede, ci sarebbero state conseguenze politiche. Lei, signor presidente del Consiglio, si assume la responsabilità politica di difendere il ministro della Giustizia e noi la seguiamo“.

Si chiude quindi con una classica buffonata “alla Renzi” il teatrino delle mozioni di sfiducia al ministro della Giustizia. L’ebetino del resto era già passato all’incasso nella giornata di ieri mandando la “fidanzata” Maria Elena Boschi dal premier Conte per accordarsi sul “prezzo” da pagare per votare contro le mozioni di sfiducia. E Renzi ha sempre qualcosa da chiedere per placare la sua atavica sete di potere. Del resto, Conte sapeva già perfettamente con chi si metteva. Si va avanti, dunque, in attesa delle prossime richieste dell’ebetino di Rignano.

La fuffa dell’ex premier per giustificare il salvataggio del grillino

Renzi, come si diceva, ha anche fatto presente che alcune delle argomentazioni nelle due mozioni sono condivisibili e sollevano problemi reali che vanno affrontati. Ma poi ha detto no alla “cultura del sospetto”, prendendo le difese di Bonafede sulla vicenda Di Matteo. “Certe sue espressioni sul giustizialismo ci hanno fatto male. Lei diceva: se c’è un sospetto anche chi è pulito si dimetta. No signor ministro, bisogna rifiutarla la cultura del sospetto”, afferma l’ex premier. Poi ha ribadito che Italia viva è garantista – che “è per la giustizia, non per il buonismo”. Sulla questione delle scarcerazioni troppa superficialità, c’è stata troppa superficialità sul Dap, anche su prescrizione c’è molto da fare. Faccia il ministro della Giustizia e non dei giustizialisti e vedrà che ci avrà al suo fianco“, ha concluso. Tra qualche giorno sapremo in cambio di cosa è arrivato questo voto per salvare Bonafede. Il tempo, come sempre, è galantuomo e Renzi resta sempre quello che è: un buffone.