Buoni pasto scolastici, i genitori segnalano: “Il servizio non funziona”

Per tutti gli alunni frequentanti le scuole elementari che prevedano il tempo pieno, nonché moduli e attività integrative, il Comune di Cosenza fornisce dei buoni per la refezione scolastica.

Sono i classici buoni pasto per il servizio mensa della scuola, che variano a seconda del reddito della famiglia che li richiede. Ovviamente chi ha un reddito basso, usufruisce dei buoni con prezzo ridotto, chi ha reddito alto si applica la massima tariffa.

Fin qui tutto nella norma ma, com’è solito della nostra città, per l’erogazione di tali buoni pasto si stanno riscontrando criticità e problematiche che stanno fortemente indignando i genitori.

Sono proprio loro a segnalarci la situazione. Ora spieghiamo nel dettaglio.

Il Comune di Cosenza rilascia un blocchetto al mese di buoni; la domanda per richiederli (formulata utilizzando il modulo predisposto dal Settore 5 Educazione), dovrà essere compilata dal genitore o da chi esercita la patria potestà e presentata presso il Servizio Refezione Scolastica. E’ necessario allegare una copia dell’attestazione ISEE alla domanda di iscrizione.

Ogni mese, dunque, le famiglie devono richiedere l’attestazione ISEE, che poi solitamente di mese in mese non varia, è sempre il medesimo. I genitori si domandano: “non sarebbe più facile il rilascio annuale del blocchetto dei buoni? Invece siamo costretti ogni mese a rifare l’ISEE, che richiede tempo e intanto i bimbi restano senza mangiare.”

Così come a Rende o in molte altre zone vicine e lontane, infatti, i buoni pasto vengono rilasciati per l’intero anno, agevolando le famiglie e lo stesso sistema burocratico istituzionale.

A Cosenza no, non funziona così: il 15 gennaio sono scaduti gli ISEE del 2015 e tutti i genitori hanno dovuto rifarlo, ma come se ciò non bastasse, in determinate condizioni per calcolare l’ISEE, qualora le autodichiarazioni non risultino complete, ciò viene segnalato nello stesso ISEE e il Comune è tenuto ad informarsi e verificare presso il soggetto indicato all’Agenzia delle Entrate.

isee

Ma ciò non accade, il Comune non lo fa “per la mole – a loro detta – troppo pesante di lavoro”. Il sotto organico e la procedura poco definita, anzi cervellotica, non glielo consente nonostante sia una loro responsabilità.

E cosa succede? Il Comune rifiuta l’ISEE e i genitori pagano i buoni a prezzo pieno o i bimbi non mangiano.

Il servizio (anzi il disservizio), non funziona; da qui le lamentele continue dei genitori esasperati dal fatto che ogni mese devono affrontare questa via crucis.

Speriamo, perciò, che il Commissario in carica riveda la procedura, la snellisca e rimedi agli errori verificatisi; agevolando non solo le famiglie ma gli stessi addetti ai lavori che “per la mole troppo pesante” non svolgono in pieno le proprie funzioni.

Valentina Mollica