Calabria 2019, Palla Palla come Loiero

Per chi come Palla Palla è abituato al potere e al denaro facile, è difficile pensare, anche solo per un istante, di mollare la poltrona. È talmente abituato ai privilegi che il solo pensiero di non poter più disporre, come più gli aggrada, dei beni pubblici, lo fa andare fuori di testa. Non riesce a rassegnarsi all’idea di non poter più gestire l’enorme massa di denaro come più gli aggrada. Pensarlo dentro le tasche di altri lo fa impazzire, magari le stesse tasche di chi gli ha sempre messo i bastoni tra le ruote. Dopo 40 anni ininterrotti di mala gestione della cosa pubblica, si è convinto che la Calabria gli appartiene, che le istituzioni sono cosa sua, e che nessuno può disporre, senza il suo permesso, di quello che lui dice e pensa di aver creato.

Non molla Palla Palla, e si dice pronto a tutto pur di mantenere la poltrona. Anche a sacrificare il partito, che continua incessantemente a ricattare con lo spauracchio della scissione: o candidate me, oppure spacco il Pd in Calabria e favorisco la vittoria del centrodestra. Così la pensa Palla Palla. La classica vigliaccata di chi non è mai abbutto!
Palla Palla è da tempo che ha capito l’antifona: sa bene che il PD non ha nessuna intenzione di ricandidarlo alla presidenza della regione Calabria… è tempo di “innovazione” dicono i pezzotti romani. E Palla Palla non può dirsi certo di primo pelo, come tutta la sua banda: Madame Fifì, Capu i Liuni, Seby, Iacucci, e il resto dei comunisti con il culo degli altri. Il peggio del peggio della politica calabrese.

Roba da rimpiangere anche uno come Giuseppe Scopelliti. Perciò è corso ai ripari, annunciando ugualmente la sua partecipazione alla corsa alla presidenza della regione sganciato dal Pd e con diverse liste civiche. Come a dire: muore Palla Palla (politicamente) con tutto il Pd.
Una storia già vista in Calabria dove nessuno della vecchia e stantia nomenklatura politica vuole andare in “pensione”. Lo stesso fece Loiero spaccando l’allora centrosinistra, consegnano la regione all’allora centrodestra di Scopelliti. Un modo vile per vendicarsi dei pezzotti romani che non vollero ricandidarlo.

Questo modo di comportarsi la dice lunga sulle qualità umane e politiche di questi squallidi personaggi la cui unica preoccupazione è quella di tutelare i propri interessi. E per i propri interessi, nonostante le grandi ricchezze accumulate che gli permetterebbero di vivere il resto dei loro giorni tra il lusso e lo sprido, sono disposti a tutto, anche a buttare l’acqua sporca con tutto il bambino. L’avarizia li ha talmente corrotti che preferiscono distruggere tutto, piuttosto che lasciare la possibilità ad altri di mettere le mani in quello che reputano essere il loro personale forziere.