Calabria 2019, quale Forza Italia candida Occhiuto?

La situazione per Mario si complica ogni giorno di più. Politicamente parlando, perché dal punto di vista giudiziario, per quel che riguarda la procura di Cosenza, può dormire sonni tranquilli. Un po’ meno se pensiamo alle procure di Roma e Catanzaro (le voci di un suo rinvio a giudizio per associazione a delinquere e riciclaggio si fanno sempre più concrete). A nulla servono le piazzate di Jole Santelli e Roberto Occhiuto che un giorno sì e l’altro pure rilanciano la candidatura di Mario a governatore della Calabria a nome e per conto di Forza Italia. Due poveracci che non sanno più dove appigliarsi.

Lo schema è sempre lo stesso da mesi: sfruttare ogni occasione pubblica, riunione di partito (a livello locale) o conferenza stampa per lanciare la candidatura di Mario, convocando ai loro tristi incontri i tanti soloni a libro paga, pronti a titolare il giorno dopo: Forza Italia lancia Occhiuto, Occhiuto è il più bello, Occhiuto è il più bravo, Occhiuto lo vogliono tutti. Una costante e martellante campagna “pubblicitaria” che non ha dato, però, i frutti sperarti. Infatti Jole non specifica mai quale Forza Italia candida Mario. Già, perché di Forza Italia, in Calabria, ce ne sono diverse.

C’è quella di Abramo, che nonostante gli allisciamenti di Occhiuto non molla e si dice pronto a scendere in campo. C’è quella di Wanda Ferro, oggi esponente di primo piano di Fratelli d’Italia, disponibile anche lei a ricandidarsi. Sul suo nome potrebbe convergere la Lega e il movimento Direzione Italia promosso da Raffaele Fitto, su cui ha da tempo virato Ennio Morrone. A loro potrebbe aggregarsi anche Fausto Orsomarso.

Poi c’è quella dei cinghiali, oggi componenti di Alternativa Popolare. I fratelli Gentile, insieme a Piero Aiello, detengono un bel pacchetto di voti che potrebbero fare la differenza. Di sicuro i cinghiali non sosterranno mai un Occhiuto.

A Reggio a parte Cannizzaro – il figlioccio politico del senatore Antonio Caridi, lo stesso che ha fatto le scarpe a pezzotti del calibro di Sandro Nicolò e Gianni Bilardi, che non hanno dimenticato l’oltraggio, nonché implicato in tante faccende di ‘ndrangheta – ad Occhiuto non se lo fila nessuno.

Occhiuto può contare però sul signor non conto niente Tallini, campione di opportunismo e accordi sottobanco. Tallini, oltre a non contare niente è anche un chiacchierone: si vanta di essere un pezzotto del territorio, ma la realtà è che nelle province di Catanzaro, Vibo e Crotone è visto come fumo negli occhi dalla maggioranza dei suoi stessi compagni di partito, la sua vicinanza ad Occhiuto non piace a tanti. E l’influenza di Abramo a quelle latitudini, Lamezia compresa, non è cosa di poco conto. Come la giri giri, in quella zona, bisogna fare i conti con il sindaco di Catanzaro, altro che Tallini!

Questa la situazione, alla quale va aggiunto – al di là dei soliti cori trionfalistici di Berlusconi su presunte vittorie elettorali di Forza Italia alle ultime regionali (Abruzzo, Sardegna, Basilicata) che tutti sappiamo essere vittorie della Lega – il clamoroso crollo di consensi del partito del Bunga Bunga. Specie in Calabria, dove le tante fughe hanno ridotto Forza Italia all’osso. Senza unità delle varie fazioni di Forza Italia, e più in generale del centrodestra, la vittoria in Calabria non è scontata. E questo la Lega lo ha capito, tant’è che in una riunione romana tra i vertici di Forza Italia e le altre componenti del centrodestra, ha rivendicato a se la scelta del candidato a presidente della Regione Calabria. Come dire: chi prende i voti comanda, e a prendere voti, come tutti sappiamo è la Lega.

Insomma la candidatura di Occhiuto alle Regionali perde smalto e colpi. E la possibilità di aggregare attorno a se tutto il centrodestra si fa sempre più improbabile. Lo stesso Berlusconi più volte ha fatto sapere alla Santelli che sul nome di Mario Occhiuto non c’è convergenza, e andare allo scontro con la Lega, in questo momento non conviene.

C’è da dire che Occhiuto non è uno che si arrende, e continuerà con la tiritera della sua candidatura, magari ricattando gli altri con argomenti del tipo: costruiremo liste civiche e liste civette e andremo avanti per conto nostro. Un modo per minacciare gli “alleati”, come a dire: se non mi candidate vi rovino la festa, sottraendo voti all’eventuale candidato unitario del centrodestra.

Quello che non ha capito però Occhiuto, è che la sua popolarità non è più quella di 4 anni fa. E i voti non sono più quelli di una volta. Se a questo aggiungiamo i tanti problemi giudiziari che si porta dietro, un candidato come lui è meglio perderlo che trovarlo. Certo è che questo spaventa Occhiuto più della galera: senza politica ha finito di scroccare e i suoi debiti sono ancora sono tanti, senza una vacca da mungere, come la pubblica amministrazione, pagare i creditori sarà un grande problema. Ecco perché si gioca il tutto per tutto. Senza incarico istituzionale è rovinato. Non ha niente, neanche più lo studio di architetto. E questa sarebbe la migliore punizione per un truffatore, ladro e imbroglione come lui: Occhiù, vati trova na fatica e pagati i debiti da solo, come facciamo tutti noi, ca a vigna è finita.

P.S. in attesa, sempre, di importanti comunicazioni da Roma e Catanzaro.