Calabria 2020: la colpa non è della Santelli o di Salvini, ma di chi li vota

Quali sono i reali interessi della Lega in Calabria è presto detto: capitalizzare il prima possibile l’ondata di voti che il sud gli promette per ritornare al governo nazionale e dedicarsi pienamente agli interessi del nord. Di governare una regione come la Calabria, a Salvini, non gliene frega niente. E la prova di questo sta nel vergognoso balletto delle candidature. Occhiuto non andava bene (meno male) perché responsabile del dissesto economico della città che governa, mentre Jole va bene, nonostante fosse il vicesindaco di Occhiuto. Una scelta che non ha nessuna logica, se non quella del fine che giustifica i mezzi: se gli amici degli amici vogliono la Santelli che Santelli sia. E poco importa se per i calabresi rappresenta la vecchia nomenklatura politica responsabile dell’arretratezza della nostra regione.

Salvini sa che in Calabria quello che conta sono i pacchetti di voti. Non certo le qualità del candidato. Salvini ha capito bene, e i fatti lo dimostrano, che questo è il momento giusto per proporsi come l’uomo forte in grado di salvare l’Italia che poi è quello che vogliono i calabresi, e in generale gli italiani delusi dal fallimento del Movimento 5 Stelle: urge trovare un’altra forza politica in grado di fare quello che i 5 Stelle non sono riusciti a fare, Anche con la forza se serve. È bastato creare un nuovo nemico alle genti del sud, tipo i neri e l’invasione di migranti, per attirare a se il loro consenso. Un classico, quando la gente non ne può più, per convincerla basta parlare alla pancia, e il gioco è fatto.

Non è certo un caso che nella Lega calabrese sia confluita tutta la pletora di politicanti di mestiere e borderline tagliata fuori dai giochi politici dalla fine di alcuni partiti tradizionali, tipo Forza Italia, e i tanti satelliti che da tempo gravitano attorno alla figura di Berlusconi e del centrodestra in generale. Salvini pur di “fare numeri”, ha imbarcato di tutto – il peggio della politica calabrese, coloro i quali hanno distrutto la sanità, il lavoro, l’ambiente, la giustizia – perché sa bene che gli elettori calabresi, a prescindere da tutto, seguiranno e voteranno i loro padrini politici inseriti nelle liste della Santelli. E poco importa, anzi a nessuno importa, se sono dei lestofanti matricolati, l’importante è portare voti. Voti che ai professionisti della politica non mancano: nel corso della loro losca carriera hanno sistemato interi paesi e affiliato a se migliaia di famiglie attraverso l’uso improprio del denaro pubblico. Gente che gli sarà sempre fedele. Voti sicuri su cui possono contare. E che servono, a Salvini, come il pane per ritornare al governo. Che è la sola cosa che interessa a Salvini.

Ed è così che si “divide” l’elettorato in Calabria: da una parte i “sistemati” sempre fedeli ai loro padrini politici, che per ogni esigenza possono sempre rivolgersi a lui tipo, una visita specialistica, un raccomandazione, una pratica da sbrigare, l’esenzione dal ticket, una ‘mmasciata. Perciò a loro non interessa se la sanità ritorna nelle mani di chi l’ha distrutta, loro avranno sempre una corsia preferenziale; dall’altra c’è chi invece sa riconoscere le responsabilità politiche, e vorrebbe cancellare per sempre dalla scena politica tali personaggi, con la speranza che così facendo, qualcosa possa cambiare, ma nulla cambia e le file chilometriche che da anni deve sopportare l’onesto cittadino in attesa di una visita medica, sono lì a testimoniarlo. Questa è la realtà, non convinceremo mai chi deve riconoscenza al boss politico a cambiare “idea”, e a tenere anche in considerazione “gli altri cittadini che non hanno santi in paradiso” vessati e umiliati dal sistema retto proprio da chi li ha sistemati. Ognuno pensa a sistemare la propria famiglia.

Per fortuna ad ogni tornata elettorale la tendenza dei numeri dei pacchetti di voti è al “ribasso”. Del resto molti di quelli che devono riconoscenza ai vari cinghiali, per dirne uno, sono passati a miglior vita. Ed è per questo che Salvini e la Santelli hanno raccolto nelle proprie liste tutti i portatori di voti: alla fine è la somma che il totale. Vincere in Calabria e in Emilia significa dare una forte spallata al governo giallo/rosè che potrebbe non arrivare a Pasqua.

Salvini sa bene che deve correre, deve fare in fretta, perché il voto di pancia dura poco, tutto può cambiare da un momento all’altro. Basta un “evento”, un post su Fb sbagliato, per spostare milioni di voti dalla sera alla mattina.

Ma qualcosa per Salvini in Calabria si è messo di traverso, all’interno della Lega calabrese, il malumore per le tante scelte sbagliate, è palpabile, e questo potrebbe portare ad un boicottaggio, sottobanco, della Santelli. In tanti si sono sentiti umiliati dai leghisti del nord perché non hanno tenuto in considerazione nessuno degli argomenti proposti dai leghisti calabresi. Una offesa che potrebbe tramutarsi nella “mancanza di voti” alle liste della Lega, il che potrebbe rivelarsi fatale per i piani di Salvini e della Santelli.

Insomma se ci ritroveremo di nuovo i cinghiali alla sanità, la colpa non è loro, o di Salvini, ma di chi, chiuso nel proprio egoismo, e nel disprezzo dei propri concittadini, continua a votarli.