Calabria 2021. Il Pd e gli impresentabili: Enzo Bruno, il “funzionario-colletto bianco” per tutte le stagioni (e tutte le assunzioni)

Si riaffaccia sul fronte del centrosinistra un volto non proprio nuovo come quello di Enzo Bruno. In un primo tempo si pensava che la sua candidatura nella lista del Pd per le prossime Regionali fosse in bilico con quella del consigliere uscente Francesco Pitaro ma invece, proprio in queste ultime ore, abbiamo appreso che il “signor” Bruno è ormai sicuro di aver messo in tasca la candidatura mentre l’ultimo posto se lo giocheranno lo stesso Pitaro e il sindaco di Soverato Ernesto Alecci.

Quanto basta per ricostruire il pessimo percorso clientelare e affaristico di Enzo Bruno, il classico “impresentabile” che ora cerca di fare il “colpo gobbo” sedendosi alla Regione. Classe 1959, partito da Vallefiorita, bazzicava la Provincia di Catanzaro già alla fine degli anni ’90, quando guidava anche la Comunità montana “Fossa del lupo”. È stato poi eletto presidente della Provincia per il Pd nel 2014 e “… saltella tra le correnti dem con la naturalezza di un delfino che attraversa lo Stretto (la bella metafora è del collega Sergio Pelaia, complimenti)”. Nel dettaglio, è passato da Nicola Adamo ad Agazio Loiero, è stato con e contro Oliverio, quindi vicino a Ernesto Magorno quando era segretario regionale del Pd e, ora, è pronto per la candidatura al consiglio regionale.

Nel suo curriculum la parola «funzionario» ricorre continuamente in riferimento all’Asp di Catanzaro e alla Regione Calabria, ma altrettanto frequentemente vi è affiancato anche il termine «comando», ovvero il distacco di un dipendente pubblico della stessa amministrazione nella struttura di qualche componente della Giunta o del Consiglio. Adesso proverà ad essere lui quello che “comanda”. Sotto i vessilli della nuova/vecchia corrente zingarettiana “Prossima”, si appresta a lottare per un posto al sole di Reggio.

Tornando alla sua fulminante carriera di “funzionario”, è illuminante una denuncia risalente al settembre 2019 da parte del Codacons, che, giustamente, lo vede come il fumo negli occhi e non ha perso occasione per cantargli la pampina.

ENZO BRUNO FUNZIONARIO ALLA REGIONE 

“… Finché una tessera di partito conterà più delle competenze, per questa terra non ci sarà speranza. Così diceva qualcuno mentre, sopraffatto dallo sconforto, scorreva i nomi dei vincitori di un concorso pubblico. Certo, in quello che andiamo a narrare, non ci sono illeciti e, tuttavia vogliamo condividere il sapore amaro di una storia tipicamente calabrese. Ma andiamo per ordine. Lo scorso gennaio la Regione Calabria ha indetto una manifestazione di interesse indirizzata al personale interno per la costituzione di “Segreterie Tecniche cui affidare il supporto alle attività di governo, a livello centrale, dell’intero processo realizzativo degli interventi, ovvero dei correlati procedimenti”. La Delibera di Giunta Regionale nr. 28/2019 prevedeva, tra l’altro, 4 posti di categoria D per il “Dipartimento Presidenza-Depurazione”.

La categoria D “solitamente” riguarda il personale laureato, quindi i funzionari. Gli incarichi sono stati, quindi, assegnati ai vincitori, tra i quali spicca il nome di un ex ragazzo assunto dalla USL nr. 19 appena diplomato, per svolgere le mansioni di caposala. Purtroppo la politica non gli ha consentito di svolgere il suo fondamentale lavoro, poiché è subito transitato dalle corsie di un ospedale ai ruoli della Giunta Regionale. Si tratta di un nome che negli anni a venire sarebbe divenuto importante, tanto da diventare presidente della Provincia di Catanzaro nonché uno tra i massimi esponenti della vita pubblica regionale. Ovviamente la storia politica di Vincenzo Bruno da Vallefiorita non avrà pesato nella sua nomina a funzionario.

Così come non poteva essere penalizzante l’aver all’attivo (almeno così risulta sul curriculum) “soltanto” un diploma di scuola media superiore, perché, siamo certi, che il neo funzionario avrà sicuramente requisiti e competenze tecniche tali da dare un contributo importante in quel delicatissimo settore che è la depurazione in Calabria. A far storcere il muso, purtroppo, è proprio il curriculum, nel quale queste necessarie capacità tecniche non si evincono. Diplomato all’Istituto Tecnico “G. Ferraris” di Catanzaro con un voto non proprio entusiasmante, si è quindi iscritto, nel 1990, al corso di laurea in Pedagogia. Anche se risulta abbia solo “frequentato”, sicché potrebbe essere fuoricorso da oltre un ventennio. Eppure per quanto riguarda i titoli di studio richiesti per l’accesso al livello D negli enti locali, il CCNL del 1999 prevede che si debba avere una laurea breve o un diploma di laurea…ma non sottilizziamo.

Nessun peso, grazie al cielo, neppure la vicenda dello scandalo Sacal ed il rinvio a giudizio per il prossimo 24 settembre presso il Tribunale di Lamezia Terme. Buon per lui, visto che come destinatario dell’incarico riceverà, per 3 anni, un lauto compenso aggiuntivo. Fatta questa premessa – sostiene Francesco Di Lieto del Codacons – è giusto sottolineare che non rimproveriamo proprio nulla ad Enzo Bruno, il quale ha, semplicemente e legittimamente, partecipato ad una selezione pubblica. Magari sarebbe il caso di chiarire su che basi siano stati scelti i vincitori. Sicuramente avremmo preferito che ad occuparsi della depurazione fosse qualcuno con capacità e preparazioni differenti e che la “politica” restasse, finalmente, lontana da un settore che costituisce un tasto dolente per la Calabria, anche alla luce delle procedure d’infrazione comunitarie. Ma tant’è. Per cui non ci rimane che augurarci che Enzo Bruno voglia mettere ordine alla depurazione nella nostra Regione che, purtroppo, fa acqua da tutte le parti. Ma non se ne abbia a male – conclude Di Lieto – se continuiamo a pensare che un “caposala” sarebbe meglio vederlo impegnato nelle corsie di un ospedale calabrese, vista la drammatica carenza di personale…”.

E visto come stanno andando le cose nella depurazione non c’è dubbio che la scalata di Enzo Bruno non abbia risolto proprio una “beneamata” per dirla con Cetto Laqualunque.

ENZO BRINO COINVOLTO NELLO SCANDALO SACAL

Ma il nome di Enzo Bruno non è legato soltanto alle “pastette” per progredire nelle sue “professioni”, visto e considerato che si è parlato e scritto abbondantemente di lui anche per l’inchiesta “Eumenidi” della procura di Lamezia meglio conosciuta come scandalo Sacal per le vicende legate alle clientele dell’aeroporto di Lamezia Terme. Bruno è stato accusato del reato di induzione indebita a dare o promettere utilità e per lui era stata anche chiesta una interdizione dai pubblici uffici, che poi è stata provvidenzialmente rigettata da un gip “amico” (e che ve lo diciamo a fare?).

Enzo Bruno in particolare aveva fatto pressioni affinché soggetti da lui indicati avviassero tirocini formativi retribuiti nell’ambito della misura “Garanzia Giovani” all’interno dell’aeroporto di Lamezia Terme. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’ex presidente della Provincia in quota Pd “abusando del potere legato alla sua funzione pubblica induceva Massimo Colosimo, presidente della Sacal, e Pierluigi Mancuso, direttore generale, ad avviare ad un tirocinio di formazione retribuito da svolgersi presso l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, persone da lui indicate. In particolare, attraverso numerose telefonate esercitava con insistenza pressioni affinché le persone indicate fossero selezionate indebitamente per partecipare al tirocinio denominato “Garanzia Giovani” promosso nell’ambito del programma operativo nazionale (Pon) finanziato dalla Regione Calabria”.