Calabria 2021. Robertino difende i massomafiosi: basta con l’aggravante mafiosa agli amici degli amici

Che dei problemi della Calabria a Roberto Occhiuto non glien’è mai fregato niente è per tutti (quelli che sanno leggere) un dato oggettivo, granitico, inconfutabile, ricavato dal sito della Camera sulla sua attività da parlamentare. A parte qualche chiacchiera di circostanza, di concreto Robertino, che utilizza anche l’immagine della mamma per farsi “pubblicità elettorale” perché non ha altri argomenti se non quello della mammina, non c’è niente. Verrebbe da dirgli: visto che non ti fai scrupoli a strumentalizzare tua madre per fini elettorali, perché, arrivato a questo punto, non presenti tutta la famiglia ai calabresi, a cominciare da tua sorella Annunziata condannata ad una anno e 4 mesi di reclusione per una bancarotta fraudolenta di oltre 3 milioni di euro, e Mario plurindagato da diverse procure antimafia, Catanzaro e Roma per brogli, corruzione e collusione con clan di ‘ndrangheta, nonché per truffa e bancarotta fraudolenta (oltre 18 società intestate a Mario risultano fallite, il che ha provocato una montagna di debiti che, stando alle carte dei finanziari, supera i 28 milioni di euro) dalla procura ordinaria di Cosenza? Sottolineiamo: a tirare in ballo la sua famiglia è lo stesso Robertino, noi ci siamo solo accodati ai suoi post.

Ma ritorniamo alla sua attività da parlamentare: mentre in Calabria la gente arranca, l’acqua non arriva nelle case, cumuli di immondizia invadono le città, il mare è una cloaca a cielo aperto, la sanità è al collasso, e l’economia non riparte, il principale pensiero di Robertino, in tutto questo, sapete qual è? Direte voi (fessacchiotti che credete a tutto): cercare soluzioni politiche ed economiche per dare una mano a noi calabresi a risolvere gli atavici problemi che ci affliggono? No di certo. Il suo unico pensiero è difendere in parlamento, con un accorato intervento, gli amici degli amici, e dice: se i processi vanno per le lunghe è perché ci sono magistrati che si “divertono” (per chissà quale motivo, vendetta, persecuzione, corruzione) ad “infilare” in tutti i procedimenti l’aggravante mafiosa. È l’aggravante mafiosa, dice Robertino, “appiccicata senza motivo” a politici, imprenditori, e professionisti vari, finiti senza colpa in retate antimafia, a complicare il processo; se i magistrati evitassero di accusare di mafia gli amici degli amici, tutto sarebbe più semplice e veloce. E invece ci sono magistrati, dice Robertino, che perseverano con questa turpe pratica medioevale. E questo è un problema che va affrontato e risolto.

Ecco, sono queste le preoccupazioni di Robertino. Prima di ogni altra cosa vengono sempre gli amici degli amici. È questa la sua vera politica, e ve ne accorgerete quando, grazie ai voti dei corrotti e dei massomafiosi, governerà la Calabria (disgrazia che bisogna evitare in tutti i modi), e quel poco che c’è rimasto nelle casse pubbliche finirà dritto nelle tasche degli amici degli amici, con buona pace dei calabresi che continueranno a lamentarsi senza mai fare niente per impedire queste sciagure. E la vita continua.