Calabria corrotta. Talarico-Tallini-Sculco: ‘u gabbu cogghi…

Mimmo Tallini e Franco Talarico condividono il ben poco edificante “primato” di essere stati i primi due rappresentanti della politica calabrese del centrodestra con tanto di carica istituzionale (il primo presidente del Consiglio regionale e il secondo assessore al Bilancio) a finire nel mirino della Dda di Catanzaro. Entrambi sono stati accusati dal procuratore Gratteri di essere organici alla ‘ndrangheta: Tallini con i Grande Aracri e Talarico con i Trapasso. Parliamo, dunque, del gotha della ‘ndrangheta crotonese per la quale, secondo l’accusa, riciclavano denari in cambio di voti. Tallini proprio ieri è stato assolto anche in appello nel processo Farmabusiness nonostante la richiesta di condanna a 7 anni e 8 mesi della Dda di Catanzaro. Talarico invece in appello ha avuto una riduzione della pena a 1 anno e 4 mesi ma – ahilui – è stato condannato per l’inchiesta Basso profilo.

Eppure, proprio Tallini e Talarico erano stati protagonisti, appena 15 giorni prima dell’arresto di Talarico, di una deprimente “sceneggiata” in salsa calabrese in vista delle elezioni regionali del 2021. L’assessore al Bilancio, nonché segretario regionale dell’Udc, si era precipitato ed affrettato a smentire una notizia che circolava sui media con riferimento a un possibile ingresso di Tallini nell’Udc all’indomani della sua scarcerazione dopo l’operazione Farmabusiness del 19 novembre 2020. Che poi, diciamocelo francamente, sarebbe stato il suo approdo ideale, visto il ricettacolo di delinquenti che è e sarà ancora l’Udc.

“È apparsa nei giorni scorsi su un blog – scriveva affannato Talarico – la solita falsa indiscrezione, che ha l’unico obiettivo di creare confusione sul buon lavoro che l’Udc sta svolgendo per la costruzione di una lista forte e rappresentativa su tutto il territorio regionale. Si tratta di una classica fake news che se non rettificata immediatamente e seccamente rischia di invadere il web. Pertanto, smentiamo categoricamente un dialogo con l’on. Tallini, proteso alla sua candidatura nella lista del nostro partito”.

Beh, certo… Talarico quando aveva scritto questa boiata non aveva ancora capito e non percepiva evidentemente che ben presto avrebbe fatto la stessa fine (politica, per carità) di Tallini. Ma era andato anche oltre, il caro Talarico, e aveva precisato che “Tallini è e resta un rappresentante di Forza Italia ed in tale veste, per quanto ci è dato sapere e per quanto ci riguarda, continuerà, se lo riterrà opportuno, il suo impegno politico. Discorso diverso – sottolineava Talarico – è invece quello dell’onorevole Flora Sculco che, auspichiamo, possa decidere di prendere parte alla prossima battaglia elettorale regionale nelle fila dell’Udc”.

Ora, senza voler apparire come Cassandre, era chiaro già allora e anche come il sole che Talarico, che si era fatto “gabbo” – come diciamo noi calabresi – delle disgrazie di Tallini e, sia pure non citando la sua disavventura giudiziaria, non ci aveva pensato su due volte ad infierire contro il catanzarese. Epperò, adesso che è diventato un “appestato” (sempre politicamente, per carità) anche lui, non serve molta fantasia per immaginare che Tallini abbia commentato prosaicamente come il “gabbo” (lo scandalo) puntualmente coglie chi lo sciorina come ha fatto Talarico con l’ex presidente del Consiglio regionale. A Catanzaro e Lamezia in particolare si usa l’espressione “‘u gabbu cogghi”, a Cosenza “‘u gabbu coglia” ma è esattamente la stessa cosa.

E sinceramente, vista l’aria che tirava, non avremmo voluto essere nei panni di Flora Sculco, che appena due settimane dopo avere incassato il sì di Talarico, si trovava ad aver ricevuto una investitura da un soggetto che è finito peggio di Tallini… Ed infatti non solo non è stata eletta, ma a distanza di meno di due anni ha visto suo padre finire agli arresti domiciliari mentre lei stessa risulta iscritta nel registro degli indagati. E poi dicono che i proverbi non ci azzeccano…