Calabria, anche gli Occhiuto (e il servo Caputo) infieriscono sulla cugina di Ciccio “bummino”

Occhiuto e Caputo onestà con l'imbuto

La guerra degli Occhiuto alla Santelli. Il primo attacco è servito!

I fratelli Occhiuto, Fra’ Gaudenzio Robertino e il cazzaro per eccellenza Mario, alle ultime (per loro) drammatiche Regionali sono riusciti a far eleggere una loro servile pedina all’interno del consiglio regionale, tale Pierluigi Caputo. L’obiettivo è quello di tutelare gli interessi nella sanità privata che riguardano Carmine Potestio, praticamente “la cassa” da dove provengono i finanziamenti illeciti per le loro “imprese” pseudo-politiche.

Alla pedina Caputo non è stato però riservato un trattamento di favore da parte di Jole la capra, visto che è riuscita a rimediare per lei (la pedina con la barba…) solo la presidenza della quarta commissione “Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente”. Pierluigi Caputo è anche ingegnere (nonostante non abbia mai firmato un progetto in vita sua) e da consigliere regionale ha una discreta influenza sull’Ordine di Cosenza.
I fratelli Occhiuto, con la regia di Carmine Potestio, di conseguenza, hanno giurato di nuovo guerra a Jole e alla prima difficoltà concreta che si è posta dall’inizio della legislatura, hanno deciso di sferrare il primo attacco. Attualmente il punto più debole della Presidente della Regione Calabria è l’assessora Catalfamo, cugina di Ciccio “bummino” Cannizzaro,  che allo stato attuale è con un piede già nella fossa, visto che è indagata dalla Dda di Reggio per corruzione e associazione mafiosa.

In questo momento “l’ordine di scuderia” per la pedina Caputo è quello di far perdere o diminuire credito e reputazione alla ditta Cannizzaro-Santelli, parlandone male. E non è molto difficile parlare male di Jole la capra e della sua giunta, ma può “aiutare” girare il coltello nella piaga e quindi Pierluigi Caputo si è messo subito all’opera. Senza saper né leggere e né scrivere (letteralmente, visto il soggetto), Caputo, pedina dei fratelli più corrotti della politica italiana, gira negli uffici regionali e negli apparati della Regione Calabria parlando male, in un sempre più improbabile italiano, dell’assessore ai Lavori Pubblici.

L’ultima mossa tentata contro l’assessore Catalfamo è stata quella di mettere uno sgambetto alla proposta di legge che la “bummina” sta tentando di portare avanti sui Lavori Pubblici e che era ad un passo dalla sua approvazione in giunta. Caputo però ha sobillato gli assessori, insieme ad altri tre consiglieri regionali compiacenti, per “spostare” l’esame del progetto di legge in Consiglio, attraverso la sua commissione regionale, decretandone la morte definitiva.

Addirittura ha fatto intervenire l’Ordine degli ingegneri di Cosenza, che attraverso una missiva indirizzata direttamente all’assessora, si è lamentato di “uno scarso coinvolgimento dei professionisti calabresi nell’iter del progetto di legge”. A questo punto lo sgambetto è servito e Domenica Catalfamo non riuscirà ad approvare la legge – almeno in tempi brevi – e l’unico modo per consentirle di guadagnare un po’ più di credibilità in questo momento di grande difficoltà per lei è… Jole. Che, conoscendola, è già pronta a scaricarla pur di salvare la “pellaccia”. Mors tua vita mea… E intanto il primo attacco dei fratelli più corrotti della politica italiana è servito. Del resto, tutti sanno che gli Occhiuto sono fascisti appena appena mascherati: forti con i deboli e deboli con i forti…