Calabria, Carlo Tansi: “Ora tutti conoscono il vero volto di Tallini”

ALCUNE MIE RIFLESSIONI SULL’ARRESTO DI TALLINI

di Carlo Tansi

La sensazione di fastidio e soprattutto sconforto che si prova quando ci si scontra con un sistema marcio e corrotto, purtroppo simile a un muro di gomma, è indescrivibile. Ti senti insultare e dare del pazzo, com’è capitato a me; ti dicono addirittura che sei in malafede. Ma la verità è che l’unico torto di cui puoi rammaricarti, per così dire, è di aver visto cosa non andava senza girare la testa dall’altra parte e mettendo le mani nel fango da cui era ricoperta la Protezione Civile regionale quando ne ho preso la guida, per tentare di cambiare la situazione. È da lì, però, che nascono i problemi. Quelli veri. Soprattutto per chi come me viene dal mondo della Ricerca e dell’Università, dal ruolo svolto al Cnr ormai da decenni, essendo quindi lontano anni luce dai giochi e dagli inciuci della politicuccia di bassa lega. Dagli accorduni e accordicchi, in sostanza, sul cui altare sono stato sacrificato. Io, troppo onesto e inflessibile per certi gusti.

Ecco il primo pensiero che mi ha suscitato stamani la notizia dell’arresto di Domenico Tallini, il potente presidente del consiglio regionale chiamato Mimmo dagli amici suoi da me ribattezzato Cetto La Tallini per il modo disinvolto, o meglio spregiudicato, con cui ha sempre gestito la cosa pubblica, mettendo alla berlina prima e perseguitando poi chiunque gli sbarrasse la strada o meglio si battesse per far rispettare le regole smascherandone le malefatte.

Sarà per questo che ha avviato il procedimento disciplinare che ha portato alla mia eliminazione dalla direzione della Protezione Civile regionale, peraltro riuscendoci anche con la complicità di molti suoi colleghi nel Consiglio di Palazzo Campanella. Detto questo, credo di poter affermare in maniera forse affrettata per qualcuno che giustizia finalmente è fatta. Io, del resto, ho conosciuto il vero volto di Tallini con cui, ribadisco, mi sono scontrato fin da quando ho iniziato a togliere le incrostazioni della Protezione Civile regionale. Mi ha fatto tanto male Tallini, mi ha procurato tanta amarezza e dispiaceri.

È infatti da quando sono intervenuto su certe posizioni lavorative e inaccettabili privilegi di dipendenti molto tutelati dai soliti Santi in Paradiso che sono iniziati gli attacchi feroci nei miei confronti. Dapprima ad opera del sindacato Cisal e poi di Tallini stesso, appunto, che mi ha accusato di tutto. Perfino dei disastri, costati ahimé delle vite umane, provocati dalla pioggia eccessiva nell’estate e nel successivo autunno del 2018. Una speculazione inaccettabile, ma ancor più vile e spudorata. Tasselli di una vera e propria persecuzione personale sfociata appunto nell’iter del mio avvicendamento. E che dire poi dell’infamante e infondata accusa di essere un “delinquente” rivoltami in diretta tv dal caro Mimmo e della ricorrente azione di denigrazione.

Senza dimenticare l’ultimo tentativo di buttarmi addosso palate di fango, cercando di minare la mia credibilità con la vicenda dei fantasmagorici messaggi a sfondo sexy tra me e un’ipotetica giovane amante. Reato molto grave di cui dovrà rispondere in sede penale, dopo la mia denuncia alla procura di Catanzaro capeggiata dal procuratore Gratteri, insieme a un gruppo di altri diffamatori. Solo l’ultima porcata ricevuta da un personaggio inqualificabile, a cui non auguro il male per formazione e cultura ma che mi portano a deplorare un simile atteggiamento.

I problemi della Calabria non si risolvono solo arrestando Tallini perché ci sono altri delinquenti che non possono che trarre vantaggio dal suo arresto e che conquisteranno altre nicchie di potere lasciate libere da Tallini. Se non si bonifica tutto l’ambiente e se gli esponenti della società civile non si decidono di occupare le posizioni vacanti lasciate dalla magistratura, saremo sempre alle solite. E nulla cambierà.