Calabria. Le concessioni balneari sono illegittime ma gli interessi e i voti in ballo sono troppi

di Saverio Di Giorno

Le concessioni balneari sono illegittime ma gli interessi in ballo sono troppo forti. Secondo il Consiglio di Stato, infatti, le proroghe delle concessioni balneari contrastano con la direttiva Bolkestein e il trattato Ue. Ma questo in Calabria è impossibile, troppi gli interessi e i voti: nessuno disturbi i balneari!

L’estate e tornata e con l’estate l’ansia di accaparrarsi i quattro spicci per tirare avanti il resto dell’anno. In questo tipo di economia le concessioni balneari sono importantissime. Sono uno status e sui permessi si giocano molti dei voti e degli equilibri politici locali. Si giocano anche compravendite che passano tra non meglio specificate società che comprano e poi spartiscono tra pochi imprenditori locali.

Dobbiamo tornare ad occuparcene. Sono ormai diverse estati che insieme alla schiuma sul mare e gli incendi torna l’annosa questione delle concessioni balneari. Durante questo inverno era scoppiato un allarme generale perché erano scadute le proroghe. Bisogna rifare i bandi, le assegnazioni, azzerare tutto. Un disastro perché ovviamente tutti si aspettavano la solita pezza, l’escamotage da azzeccagarbugli per andare oltre. E così è stato: i comuni, le regioni e il governo, hanno dimostrato che non era necessario metterle a bando. Sospiro di sollievo.

I precedenti tra indagini e tentativi di corruzione

Si può andare anche oltre ed evitare di smuovere acque molto molto torbide. L’estate scorsa era emersa un’indagine su oltre 50 concessioni balneari della costa, di cui però non si è mai saputo più il destino (https://www.iacchite.blog/scalea-indagini-su-oltre-50-concessioni-demaniali-irregolari-bisogna-colpire-gli-imprenditori-a-capo-delle-bande/ ). Avevamo documentato con tanto di audio come in alcuni casi si aggiustano le situazioni e i permessi, di come bisogna oleare le pratiche (https://www.iacchite.blog/praia-scalea-diamante-e-bonifati-il-demanio-come-il-paese-dei-balocchi-di-saverio-di-giorno/ ).

La sentenza e il trucco

Durante l’inverno i tribunali amministrativi, i comuni e le regioni sono andati avanti in una querelle giudiziaria. Ora il Consiglio di Stato ha ribadito i «consolidati principi della sua giurisprudenza» sulla illegittimità delle proroghe generalizzate delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative stabilite, in quanto contrastanti con i principi di concorrenza e di libertà di stabilimento sanciti non solo dalla Direttiva Bolkestein, ma anche dall’art. 49 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. In teoria, quindi, tutti gli stabilimenti sarebbero abusivi, dal momento che i titoli concessori sono decaduti a fine dicembre 2023.

Dal canto suo, il governo ha realizzato una mappatura dove risulta che appena il 33% delle coste sia in concessione, a dimostrazione della non scarsità della risorsa spiaggia e quindi della non necessità di mettere a bando le concessioni a tutela del principio di concorrenza come richiesto invece dall’Europa con la direttiva Bolkestein. Ma nella mappa sono state incluse anche coste rocciose e zone non balneabili che non andrebbero mai in concessione: la mappatura sarebbe quindi falsata e non dimostrerebbe la «non scarsità» della risorsa spiaggia.

Il Consiglio di Stato «ha pertanto ribadito la necessità, per i Comuni, di bandire immediatamente procedure di gara imparziali e trasparenti per l’assegnazione delle concessioni ormai scadute il 31 dicembre 2023». Campa cavallo.