Calabria. Troppo comodo ridere del mago Spirlì: questa è una tragedia annunciata

di Franco Laratta

Il caso Spirlì.
Le domande che ci poniamo sul Presidente facente funzioni della regione Calabria, in un momento storico veramente drammatico, sono semplici e nette:
-di chi è figlio Nino Spirlì?
-Perché si trova in quel posto?
-Può reggere fino ad ottobre alla guida di una regione che scivola sempre più verso il baratro?
-Come mai in tanti lo ignorano, anche nella sua maggioranza, nella giunta che presiede, tutti chiusi in mutismo molto eloquente?
È un caso quello di Spirlì: estraneo al consiglio regionale non essendo consigliere regionale;
estraneo alla giunta che presiede perché la giunta non lo segue e non lo comprende.
Ma per la Calabria il problema è veramente grave. E un dubbio ci assale e ci spaventa: che Spirlì non riesca a capire e quindi a cogliere e governare il dramma che stiamo vivendo.
Anzi, non comprendendo la tragicità degli eventi, sceglie di banalizzarli, trasformando la tragedia in farsa.
Il suo lato comico lo rende involontariamente simpatico, ma poi scivola inesorabilmente nel ridicolo. E qui diventa insopportabile.

I video delle sue dirette facebook spopolano in rete. E tutta l’Italia ride di questa povera terra, che non tanto e non solo Spirlì ha ridotto in questo stato. Ma quello che stiamo vivendo è figlio del pressoché totale fallimento della classe dirigente (salvo poche eccezioni) degli ultimi 30 anni. Affamata di potere, sfacciatamente arrogante nella sua totale incapacità di governare una terra bellissima ma difficile.
Ecco la Calabria terra di nessuno. Un deserto.
Spirlì è un uomo solo al non-comando. Mollato da tutti. Inadeguato a gestire un dramma troppo grande per uno che vede la vita come un grande teatro, in cui si recita, si canta, si balla indossando ogni volta la maschera del nulla.
E chi sa tutto questo ma fa finta di nulla e non muove un dito, è certamente complice di una tragedia annunciata.
Ne risponderà davanti al tribunale della storia.
Troppo comodo ridere del mago Spirlì. Troppo comodo.