Calabria Verde, i dirigenti smascherati dalla Dda grazie alle confessioni del “bancomat”

Ortensio Marano

Esattamente due anni fa (febbraio-marzo 2017) le esigenze giornalistiche avevano giustamente richiesto la ribalta e la cosiddetta “prima pagina” per i tre arrestati eccellenti dell’operazione “Robin Hood” contro i papponi di Calabria Etica e così le fotografie di Pasqualino Ruberto e Nazzareno Salerno e le accuse contro il dirigente regionale Vincenzo Caserta hanno girato per tutta Italia.

Era passato in secondo piano invece il ruolo fondamentale del “bancomat” di questi papponi, tutti affamati di tangenti e soldi sonanti. Si chiama Ortensio Marano e viene da Belmonte, costa tirrenica cosentina, ad un passo da Amantea. Gli investigatori hanno seguito il flusso dei soldi e ne stanno recuperando una “vagonata”, anche perché – come vedremo – il soggetto ha vuotato il sacco e per i dirigenti infedeli la vigna è finita.

I dieci milioni di euro di fondi comunitari stanziati per le famiglie bisognose sono stati trasferiti alla Fondazione Calabria Etica, e da qui girati attraverso un bando ad hoc ad una società privata, la Cooperfin spa dell’imprenditore Ortensio Marano, che in parte li distraeva dalla loro finalità facendoli girare su conti di gestione in modo da utilizzarli per la propria attività finanziaria, in parte li trasferiva direttamente all’ex assessore Nazzareno Salerno, mascherandoli sotto forma di prestito.

Duecentotrentamila euro: un prestito fittizio, secondo gli inquirenti, perché a fronte delle rate pagate dal politico, la società restituiva le stesse cifre per l’acquisto di quote di una società riferibile alla famiglia dello stesso Salerno.

Tutto questo due anni fa. Poi, a distanza di poco più di un anno si scopriva che il “bancomat”, pardon la Cooperfin, aveva chiesto e ottenuto il pignoramento dello stipendio alla Regione di Nazzareno Salerno, quasi a voler dimostrare che quel “prestito” non era fittizio… Ovviamente sappiamo tutti che trattavasi di mazzetta mascherata da prestito e questa mossa della Cooperfin era la chiarissima spia di una forma di collaborazione con la magistratura e quindi con la DDA che non prometteva niente di buono per Nazzareno Salerno e gli altri suoi compari “papponi”. E infatti un paio di mesi fa sono arrivate le notizie riguardanti i maxisequestri della Dda.

Ebbene, i beni per quasi due milioni di euro sequestrati il 22 dicembre scorso appartenevano allo stesso Paolo Furgiuele, all’ex commissario Afor Postorino, al deus ex machina di Cooperfin Ortensio Marano ma soprattutto a Giuseppe Campanaro, finora soltanto lambito dalle inchieste su Calabria Verde, al quale sono stati sequestrati immobili, conti correnti e persino il celeberrimo “bolide” alla guida del quale si è pavoneggiato per anni. Non solo: Campanaro è stato interdetto dai pubblici uffici per un anno ed è stato proprio questo “particolare” che ha fatto scattare la lampadina a tutti. Infatti, dopo le vacanze di Natale e fine anno, non vedendo più la sua faccia di bronzo a Catanzaro, molti si sono insospettiti e hanno fatto finalmente 2+2: stavolta il prode Peppuccio è andato grasso, come si dice dalle sue parti, in Sila. 

Ci sembra opportuno, a questo punto, riepilogare un po’ la situazione puntando i riflettori proprio sui due personaggi fondamentali per capire le dinamiche di questo immenso carrozzone: tutti gli incarichi e le funzioni svolte dai nostri amici, O’Principale Paolo Furgiuele e San Giuseppe Campanaro, al secolo Peppuccio.

Furgiuele ‘o Principale

O’Principale, anche se ha ancora un fastidiosissimo accento napoletano, è da tempo calabrese d’adozione, da quando si trasferisce nella ridente località turistica di Amantea ed entra ad Afor grazie ai buoni uffici del fratello massone barone Macrì.

Dal suo curriculum vitae possiamo elencare le varie funzioni che in questi anni ha svolto nell’ex Afor ora Calabria Verde: appaltatore (vedi ristrutturazione della sua lussuosa villa con parquet di Amantea), ristoratore (vedi utilizzo scientifico dei buoni pasti), benzinaio (vedi l’utilizzo delle carte carburante); parquettista (vedi il parquet di villa Furgiuele); arredatore (vedi arredamento completo dello chalet a Siano); agente di viaggio (vedi viaggi a Roma dal Papa); gommista (vedi pneumatici per Smart); ed altre varie attività che sono parte integrante dell’ordinanza di custodia emessa a suo tempo dalla magistratura di Catanzaro.

Anche il suo sergente di ferro, il buon Giuseppe Campanaro ha un curriculum impressionante. Nativo di Spezzano Piccolo, giunge ad Afor grazie all’interesse del braccio destro di Scopelliti nelle sembianze di Fausto Orsomarso e anche lui si impegna a svolgere tante funzioni per il bene dell’ente.

Giuseppe Campanaro, un altro fascio che se la fa con i falsi comunisti

Ci pare opportuno elencarne alcune di queste: pilota di elicotteri (vedi appalto Elimediterranea); collaudatore (vedi collaudi a favore di Matacena); politico (esponente della politica cosentina sia di destra che di sinistra: da Orsomarso a Nicola Adamo, una specie di Madame Fifì travestita…); intermediario (vedi affidamento diretto Misura mercato per il camerata Vigna e l’affaire Feliciano per Madame Fifì e Capu i liuni); dirigente dell’Avvocatura e della trasparenza ed anticorruzione (tralasciando le funzioni della trasparenza e dell ‘anticorruzione – che ci viene solo da ridere -, ci sembra giusto rimarcare che secondo tanti si è AUTONOMINATO dirigente, invece secondo indagini della magistratura e testimonianze di colleghi dirigenti è un semplice funzionario).

Però – secondo voi – si sono fermati solo a questo? No di certo. Oggi i nostri cari clienti Furgiuele e Campanaro possono anche annoverare persino la funzione di promoter finanziari. Per la quale Gratteri gli ha sequestrato tutti i beni.

Eh sì, perché questi incalliti truffatori e predatori delle risorse pubbliche si sono premurati di effettuare un versamento di un milione e mezzo di euro a favore di una società di intermediazione finanziaria che risponde al nome di Cooperfin.

Vediamo come sono riusciti a fare tutto ciò. La prassi è sempre quella (vedi Matacena e Elimediterranea): manifestazione d’interesse per individuare un partner finanziario dell’ente Afor (perché chiaramente non ci si fida dell’ex Carime).

Secondo Voi, assidui lettori delle vicende di Calabria Verde, quante sono le domande presentate? Ma guarda un po’ il caso, una sola. Chi vince è la Cooperfin di Modena.

Tutto normale, ma c’è sempre un ma a Calabria Verde. La società in questione ha sede legale a Modena e chiaramente una sede operativa allocata a Napoli, nelle vicinanze dell’ex abitazione di O ‘Principale, ma scorrendo sulle sedi operative ne troviamo una anche a Belmonte (anche qui un caso fortuito visto che è il paese di residenza di Magnone).

Successivamente l’asinello Postorino, ex commissario Afor completamente nella mani del gatto e la volpe (che sembra più una vittima che un delinquente) a due mesi dalla chiusura di Afor stipula la convenzione con Cooperfin e liquida 1 milione e mezzo a favore della società finanziaria che dovrà rimborsare l’ente con versamenti annui di 60 mila euro in virtù di interessi maturati.

Poi Furgiuele con un atto trasferisce la convenzione a Calabria Verde e diventa lui il gestore della procedura coadiuvato sempre dall’ottimo Campanaro.

E voi credete che in questi anni Cooperfin abbia liquidato gli interessi? Cazzi, cucuzziedri e ova, si dice dalle nostre parti…

Ortensio Marano

Ma perché scegliere la Cooperfin? I maligni sostengono che sia molto vicina all’amico di Campanaro ovvero l’ex consigliere regionale Nazzareno Salerno. Certamente, se qualcuno si prendesse la briga di leggere le carte dell’indagine Robin Hood qualche similitudine l’avrà riscontrata. Ma siccome siamo garantisti noi non pensiamo a male anche perché conosciamo la rettitudine morale dei soggetti coinvolti (applausi e risate a crepapelle).

A questo punto vogliamo fare incazzare un po’ i nostri lettori più assidui, ovvero i bistrattati operai ex Afor.

Cari amici, sapete di chi è il milione e mezzo trasferito alla Cooperfin? Ma sono i vostri soldi o meglio i vostri Tfr (trattamenti di fine rapporto) che ancora ad oggi non state ricevendo. Ma la cosa ancora più simpatica è che San Giuseppe Campanaro, nel compiere il miracolo in oggetto, si era giustificato ammettendo che così non sarebbero stati pignorati!!!

Allora, caro San Giuseppe, visto che sicuramente nel tuo percorso di studi non avrai mai sentito parlare di distrazione di fondi, ti comunichiamo che forse questo rientra in uno di questi casi. Poi, caro Peppuccio (come avvocato devi essere proprio una pippa come ormai dicono in molti, anche dalle parti della movida tirrenica), il Tfr per legge è impignorabile, ma sicuramente questo non lo potevi sapere. Andava al di sopra delle tue capacità…

Comunque, sembra proprio che alla Regione si siano accorti del giochino e il tutto è stato trasmesso alla Dda di Catanzaro, che finalmente ha preso provvedimenti. Ora vedremo a quale politico verrà data la colpa per potersi giustificare e giustificare i propri traffici.

Intanto, buon Tfr a tutti e alla prossima… Comunità Montane permettendo.