Calabria Verde, il business dei Distretti: il ruolo dell’impresentabile Franco Iacucci

Che Calabria Verde sia una delle “polveriere” della Regione Calabria lo sappiamo ormai da anni. Tre procure che indagano (Catanzaro, Reggio e Castrovillari), un quadro generale devastante di corruzione, arresti, truffe, raggiri, giri di soldi: ce n’è per tutti i gusti e i politici di tutti i colori sono impelagati fino al collo. La procura di Catanzaro ha iniziato il processo per un’altra squallida vicenda, quella delle nomine nei famosi Distretti di Calabria Verde, delle quali abbiamo scritto più volte. E finanche la procura di Cosenza, meglio nota come porto delle nebbie, si è interessata del Distretto di Rogliano/Rende di Calabria Verde, anche se solo per denunciare i soliti “furbetti del cartellino” (http://www.iacchite.blog/rogliano-rende-scoperto-gruppo-di-furbetti-del-cartellino-a-calabria-verde-in-14-indagati-per-truffa/).

Mario Oliverio è stato prosciolto dal Tribunale di Catanzaro, ma ci sono altri pessimi soggetti che devono rispondere di reati imbarazzanti. Ci sono il suo fedelissimo Franco Iacucci, oggi consigliere regionale, l’ex assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra, la dirigente Franca Arlia e il sindaco di Acquaro (Vibo Valentia) Giuseppe Barilaro (ovvero il miracolato del Distretto di Serra San Bruno). L’ex direttore generale di Calabria Verde, Paolo Furgiuele, alias ‘O Principale, invece, è notoriamente passato a miglior vita.

Ma cerchiamo di far capire ai nostri lettori come funziona ancora il “sistema” sottolineando in particolare il ruolo di Franco Iacucci, impresentabile a tutti gli effetti eppure ancora in mezzo alle scatole e addirittura eletto consigliere regionale...

Sono circa mille i dipendenti di Calabria Verde dislocati nei vari distretti territoriali (in totale sono settemila ma questi mille sono quelli che dipendono direttamente da questa gentaglia).

I distretti per legge costitutiva sono 11. Sì, va bene: e le sedi? Forse sono 15, no sono 23. In verità, non lo sappiamo. Chiaramente ogni sede comporta delle utenze da pagare, in alcuni casi degli affitti da corrispondere, dei computer da comprare, delle stampanti con relativi toner da acquistare, dei climatizzatori da installare e così via, insomma dei costi vivi da sostenere.
Certo, per un’azienda che non riesce a liquidare completamente tutte le tredicesime agli operai e lo stipendio a molti dipendenti non è proprio una gestione oculata e da buon padre di famiglia. Ma tant’è.

Allora, partiamo. C’è la sede centrale di Catanzaro (quella con il parquet nella direzione generale, lo chalet di ‘O Principale bonanima, tanto per capirci) che ogni giorno si ingrandisce sempre di più acquisendo nuovi locali (il costo non si riesce più a sapere ma siamo vicini ai 15 mila euro al mese).

Operano lì i fortunati perché hanno il climatizzatore, l’acqua calda, la macchinetta del caffè e tutti, dico tutti, il computer (miracolo!).

Ma non è il distretto della provincia di Catanzaro, perché quello è a Taverna. E a Taverna troviamo una sede con un responsabile Foreste, un responsabile amministrativo ma non il responsabile della forestazione.

E anche colui che permette di ripristinare cancelli, sistemi antifurto, posare parquet, insomma l’ingegnere Ferragina, tanto per non fare nomi, ha anche la funzione di ristrutturare Villa Furgiuele e perciò matura il diritto di stare presso la sede centrale.Perché l’ingegnere che svolge questa funzione è anche il responsabile del verde della Cittadella. E qui apriamo una parentesi tutta per il fu presidente Oliverio. Che tempo addietro non diceva nulla sul malaffare e sulla corruzione ma ammetteva che a Calabria Verde si fa… giardinaggio. Ma gli operai non dovevano stare tutti sugli alvei e non fare giardinaggio? E poi, mannaggia, qualcuno se li porta pure a casa.

Beh, lasciamo stare!

La sede di Taverna è stata voluta fortemente dal senatore Piero Aiello, quello assolto per il voto di scambio, alleato di ferro del Cinghiale. Ma doverosamente ricordiamo pure un gruppetto di dipendenti ad Acqua del Signore… Intelligenti pauca!

Ed eccoci al distretto di Serra San Bruno, quello che ha fatto saltare il banco. Lo governava il Facente Fesso Errigo (tra gli indagati del primo filone dell’inchiesta con interdizione dai pubblici uffici, chiamato così perché firmava l’impossibile), plurincaricato responsabile di tutto e con sede periferica a Mongiana, tanto per non scontentare nessuno. Errigo è stato costretto alle dimissioni proprio per far posto all’ex sindaco di Acquaro Giuseppe Barilaro, al quale doveva essere dato a tutti i costi il Distretto e non c’è dubbio che è stato proprio lui (Errigo, il Facente Fesso) a dare molte preziose informazioni ai magistrati.

Scendendo verso sud c’è Reggio Calabria (circa 110 dipendenti). Nasce dall’unione dell’Afor, Comunità Montana dello Stretto e dell’Area Grecanica (questi dipendenti si sono dovuti trasferire da Melito a Reggio perché pagano interviste scomode rilasciate a Sky). Manca tutto: dai condizionatori alla carta per finire all’impresa di pulizia dei locali. Non esistono responsabili dei servizi e se esistono non vanno in ufficio e perciò sono latitanti.

Abbiamo anche un Distretto Stocco&Stocco di Cittanova, regalo di Furgiuele al Consigliere D’Agostino. Quindi chiudiamo Delianuova (voluto da Luigi Fedele e perciò caduto in disgrazia) e Cinquefrondi e creiamo Cittanova, dove non c’è neanche un operaio…

Invece a Bovalino troviamo l’unico responsabile NOMINATO tale dottore Nicita, parente dell’ex capogruppo del Pd alla Regione, Sebi Romeo.

Ora andiamo a capire cosa succede al Nord della nostra regione.

Distretto n°1 Malvito con sedi periferiche a Castrovillari e Trebisacce, Distretto n°2 Verbicaro con sub distretto di Paola (qui viene allocata la ragioneria così nessuno sente ma soprattutto vede niente e facciamo ciò che ci pare… erano convinti!) e la New Entry Città di Aiello.

Sì, Aiello Calabro, cittadina con pochi abitanti e nessun operaio ma con un importante sindaco. Infatti il cinque volte sindaco Franco Iacucci (ora anche consigliere regionale neoeletto) firma la convenzione con O’ Principale. Iacucci, insieme al mitico Pignanelli, all’epoca era un caposaldo della triade di Mario Oliverio. Una volta erano praticamente indissolubili, adesso il vento è cambiato ma i Distretti… restano, eccome se restano. 

E’ chiaro che questo Distretto di Aiello comunque è utile solo e soltanto agli interessi del sindaco Iacucci.

Ancora Distretto n°4 di Rogliano e Distretto n°6 di Crotone dove incontriamo un altro uomo vicino ad Adamo, l’ex sindaco di Belcastro che fa incetta di incarichi.

Ed infine il Distretto di San Giovanni in Fiore. Paese del Presidente ma che purtroppo da più di un anno non vede la luce e dove ci sono solo Guardie Giurate operative h24.

Ma dov’è operativo allora il distretto? Ma certo, a Spezzano Sila e Spezzano Piccolo perché e chiaro che un santo conta più di un presidente di Regione.

Perciò (san) Giuseppe Campanaro preferisce che i propri parenti ed amici stiano al calduccio di Spezzano piuttosto che andare a San Giovanni. Campanaro è quel faccia da culo che si professava fascista ed è finito a fare affari con Nicola Adamo. Il peggio della politica calabrese. Al quale sono stati sequestrati due milioni di beni, compreso il bolide sul quale si pavoneggiava…

Dulcis in fundo.

C’è anche la Residenza di Siano (vicino al carcere tanto per non perdere tempo) dove il digì ha creato la sede di rappresentanza di Calabria Verde. Struttura bellissima con parco, cucina, sala da pranzo, vasca idromassaggio Jacuzzi e stanza da letto e pensare che era un deposito arnesi per gli operai…

L’arredatore Ferragina fa veramente bene il suo lavoro.

Un consiglio al Signore dell’Economato: i condizionatori, i gazebo “prestati” e collocati in qualche villa a mare vengano restituiti con urgenza ai distretti legittimi possessori.

Grazie mille, anche perché qualcuno se n’è accorto.