Calabria zona rossa. Per fortuna ci ha chiuso il governo (di Battista Sangineto)

dalla pagina FB di Battista Sangineto

𝐏𝐄𝐑 𝐅𝐎𝐑𝐓𝐔𝐍𝐀 𝐂𝐈 𝐇𝐀 𝐂𝐇𝐈𝐔𝐒𝐎 𝐈𝐋 𝐆𝐎𝐕𝐄𝐑𝐍𝐎.

Mesi di sacrifici, per molti versi strazianti, sono stati vanificati da un’estate da irresponsabili che il Governo nazionale e quelli locali non sono riusciti, in nessun modo, a gestire.
Quello regionale si è occupato, dagli inizi di maggio, di garantire il prima possibile l’apertura dei bar e delle pizzerie, della tolettatura dei cani, dei parrucchieri e delle manicure, dei fiorai, poi della manutenzione delle barche da diporto, della dieta alimentare calabrese apportatrice di molte calorie, di commissionare enormemente costosi e improbabili spot pubblicitari, di tenere aperte discoteche e lidi e di non vigilare o sciogliere, in alcun modo, gli assembramenti dovuti ad una “movida” pervasiva e inconcepibile.
Nulla ha fatto, invece, per migliorare, nonostante i cospicui finanziamenti erogati dallo Stato per l’emergenza Covid 19, la disastrosa condizione in cui versano le nostre strutture sanitarie.

Spirlì ha firmato solo due giorni fa, il 2 novembre 2020, il cofinanziamento per l’allargamento delle terapie intensive, semi-intensive e il miglioramento dei Pronto Soccorso in Calabria.
Merita ricordare, a disdoro degli esecutori, la tragicomica vicenda della “sparizione” di 15 ricoverati in Terapia intensiva dai reparti della Calabria per cercare di “mitigare” i provvedimenti del Governo

L’indagine del Sole 24ore, dopo mesi di incosciente e colpevole disinteresse della Regione e dei Commissari alla Sanità, ci ha ricordato che la Calabria ha approntato solo 6 terapie intensive in più, per un totale di 152, invece delle 300 programmate. In Calabria, dunque, ce n’è una ogni 13.000 abitanti, mentre la media nazionale attuale è di una ogni 6.000 abitanti. A Cosenza, per esempio, c’è una sola Usca, il reparto Covid 19 è già saturo e non sono stati approntati altri presidi ospedalieri dedicati ai malati da coronavirus.
Questo mio articolo, uscito su “il Manifesto” del 3 maggio 2020 https://ilmanifesto.it/si-puo-prendere-il-caffe-ma…/, concludeva: “…In Calabria ci si dovrebbe occupare, ora, delle disastrose condizioni in cui versa la sanità, predisponendo piani sanitari, implementando le scarsissime dotazioni, strutturali e di personale sanitario, dei nostri ospedali e della medicina del territorio per affrontare, con meno terrore, il lungo periodo nel quale dovremo convivere con il virus. Se dovesse esserci (e facciamo gli scongiuri) una seconda ondata in Calabria ci sarebbe un’ecatombe“.

Pur rimanendo consolidate le responsabilità storiche dell’incapacità delle Amministrazioni regionali di questi ultimi decenni, non possiamo non rimarcare che in questi mesi cruciali, in cui è infuriata una terribile pandemia, sia la Regione sia i Commissari non hanno fatto nulla e, dunque, le cose che rimanevano da fare, per evitare centinaia o migliaia di morti in Calabria, è quel che ha fatto il ministro Speranza: nominare un 𝐂𝐨𝐦𝐦𝐢𝐬𝐬𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐮𝐧𝐢𝐜𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐒𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚̀ e, purtroppo, 𝐜𝐡𝐢𝐮𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐚𝐥 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐭𝐨.