Cantiere Calabria, Rifondazione: “Crisci, chiedi scusa ai tuoi studenti”

CANTIERE CALABRIA, IL PRC AL RETTORE CRISCI:

«DOVRESTI CHIEDERE SCUSA AI TUOI STUDENTI»

Abbiamo osservato con attenzione come l’Università della Calabria si sia trasformata negli ultimi tre giorni nella sede del “Cantiere Calabria”, la kermesse organizzata dalla Regione per discutere dei problemi e delle prospettive del nostro territorio.

In effetti quale migliore luogo, parlando di prospettive, poteva far da sfondo a questo articolato dibattito, se non appunto quello in cui si formano le menti del domani? Tutto perfetto, dunque, se non fosse che il rettore Gino Mirocle Crisci – e con lui i rettori delle altre università calabresi che hanno aderito all’iniziativa – ha in realtà aperto le porte di “casa”, casa sua e dei tanti studenti che qui vengono per crearsi un futuro, a quelle stesse persone che negli ultimi anni si sono affaccendate proprio per impedire la realizzazione di questo futuro, in parte non costruendo nulla di buono, in parte demolendo quanto di buono era stato precedentemente conquistato in termini di diritti e garanzie.

Basta qui rievocare il già tanto evocato Jobs act, perfetta sintesi di quanto in basso siano cadute le politiche del lavoro nelle loro mani e rivendicato con orgoglio da questi stessi signori della politica e delle istituzioni che hanno sfilato all’Unical.

Questi signori, peraltro, sono gli stessi che non ritengono i nostri giovani formatisi all’Università della Calabria competenti abbastanza per dirigere i nostri Comuni, tant’è che nei nostri enti locali è ormai prassi – anziché dare lavoro alle nuove leve – utilizzare a scavalco personale di altri enti o, peggio ancora, pensionati della pubblica amministrazione. Pratiche ben note ma sulle quali nessuno si premura di intervenire, in barba non solo alle normative ma anche al tanto osannato ricambio generazionale. Proprio stamattina il ministro Marco Minniti, nel chiudere il ciclo di incontri della kermesse, parlando di Calabria ha detto: «Il nostro obiettivo è creare lavoro».

Di più, il ministro ha specificato: «Deve essere la nostra ossessione». «Dobbiamo dare una prospettiva alle nuove generazioni – ha proseguito – perché nessun tessuto sociale può reggere a lungo se a un giovane su due viene negata una prospettiva. Una società che nega la prospettiva è una società ingiusta». Queste le parole, sulle quali non possiamo che dirci d’accordo, ma i fatti ci inducono a pensare che solo di parole si tratti. Chiediamo quindi al rettore Crisci come intenda spiegare ai suoi studenti – quei “migliori” che qui vengono formati e che sono poi costretti ad andare via lontano per mancanza, appunto, di prospettive – il suo essersi prestato a fare da padrone di casa a quegli stessi che nei fatti hanno dimostrato di non aver alcuna considerazione dei loro talenti e delle loro legittime aspirazioni e se non sia il caso di chiedere scusa per aver accolto da ospiti d’onore, nel luogo dove si costruisce il futuro, chi il loro futuro lo ha fatto a pezzi.

Pino Scarpelli

Segretario regionale Prc Calabria