Carnevale no stop a Cosenza: intrighi a Palazzo

Un’orsa, un sindaco (tale e quale a quello di Conzativicci), una mascheRina e il Jolly…

Lo slogan Orsa Cooperativa Sociale, se si guarda sul sito, recita così: “Grandi per i piccoli”.

Credibile per questa grande cooperativa sociale impegnata nell’intero territorio nazionale con i nidi d’infanzia più blasonati: quelli aziendali della Regione Lombardia, Banca d’Italia a Roma, Fiat Group di Torino, Ferrero spa di Alba, che finora pare non avesse registrato scivoloni, sulla serietà e le professionalità messe in campo.

orsa

Ma, a quanto pare, anche loro devono aver subito il fascino perverso delle gare d’appalto delle realtà calabresi, e, risultati alla mano, aver accettato di sacrificare il modello educativo fino a poco tempo fa adottato in tutte le loro strutture, a favore di un accordo di difficile comprensione, che sta registrando risultati disastrosi.

Come già vi abbiamo informato, dal novembre 2014, la gestione dei nidi d’infanzia pubblici di Cosenza è stata affidata alla cooperativa sociale bergamasca “Orsa”, attraverso una gara d’appalto indetta dal Comune. I primi di gennaio, sempre l’Orsa, si è aggiudicata di nuovo l’appalto, questa volta per 20 mesi, per un costo complessivo di oltre 2 milioni di euro.

asilo

Fin qui i fatti apparenti, che vedrebbero una grande cooperativa del Nord impegnata a riqualificare non solo sul piano strutturale ma principalmente su quello professionale i nidi della città (via Livatino, via Roma e Largo Vergini). Il progetto educativo dovrebbe essere ispirato ai principi montessoriani.

La mensa interna presente nelle strutture dovrebbe favorire l’educazione dei bambini al consumo di prodotti freschi, locali. Le educatrici impegnate nelle strutture sono le stesse che anche prima dell’esternalizzazione dei servizi, si occupavano con ottimi risultati dei bambini che si iscrivevano ai nidi comunali.

La cognata di Petramala
La cognata di Petramala

Il coordinamento, invece, è stato affidato fin dall’inizio alla signora Rina. La motivazione più evidente di questa scelta sembrerebbe la sua parentela con quel cognato, Franco (Lucio) Petramala, ex potente della sanità calabrese, eterno delfino di Loiero, ex galoppino DC a fasi alterne di Misasi e Pujia, cugino controverso dei fratelli Gentile, candidato politico onnipresente (ma mai eletto) negli anni ’80-’90, indagato più volte, condannato altrettante, insomma un personaggetto niente male per dirla alla De Luca.

Franco Petramala
Franco Petramala

Cotanta parentela ha premiato la cognatina campana di cotanto ruolo di “regia”. Anche perché a spiegarsela diversamente diventerebbe difficile. Nessuno a Cosenza conosceva la Rina ed il suo curriculum professionale di uno spessore tutto da dimostrare. In molti, però, hanno subito imparato a conoscere il suo “progetto” e la capacità di coordinare in nome, soprattutto, della cooperazione sociale, il team del personale educativo e non.

La sua visione di coordinamento prevede una costante turnazione delle educatrici nelle 3 strutture (fatta eccezione per le sue favorite, è chiaro…), di modo che nessuna abbia una sede di lavoro fissa, una collega, un luogo e dei bambini ai quali affezionarsi. Chiaramente, tutto questo ripercuotendosi anche sui bambini da 0 a 3 anni che frequentano l’asilo: già provati dalla mancanza delle mamme, costretti ad abituarsi, ogni settimana, a nuove educatrici, con pianti annessi.

Le motivazioni di tali tournée sono difficili da spiegarsi razionalmente: sembrerebbero forme punitive nei confronti di chi non fila liscio. Di chi non si prostrerebbe al suo “stile”. La predilezione della dirigente Orsa in salsa calabra pare siano le ausiliarie, il suo braccio armato nei confronti del resto del personale. Gli ordini di servizio della Rina prevederebbero alcune buone “pratiche” per queste ultime, tipo origliare continuamente dietro le porte delle sezioni, controllare qualsiasi movimento delle educatrici e riferire alla manager dettagliatamente ogni cosa.

Maria Montessori
Maria Montessori

Ma il metodo Montessori, perfezionato dalla coordinatrice, darebbe il suo meglio nelle riunioni con il personale, durante la cosiddetta formazione: linguaggio triviale, minacce a getto continuo, umiliazioni a più livelli, mortificazioni di ogni tipo, ordini di servizio mirati al demansionamento (destinare solo alcune al cambio dei pannolini, ai turni peggiori, alle sedi meno favoli da raggiungere).

La sua presenza nelle file di di una selle cooperative nazionali più importanti sul piano organizzativo e pedagogico, crea più di una perplessità sulla serietà della stessa e lancia ombre difficili da sgomberare.

Perché Orsa ha affidato un ruolo così delicato ad un personaggio così?

Qual è stato il ruolo del Comune di Cosenza in questa vicenda? Nei corridoi di Palazzo, i bene informati cercano di scaricare la responsabilità sui bergamaschi, perché loro sarebbero completamente estranei alla vicenda, anzi farebbero di tutto per scaricare la Rina, se potessero.

Teoria poco credibile, considerando che la stessa sarebbe, al momento, la coordinatrice di un intero distretto provinciale, non solo dei nidi della città. Quindi, il suo raggio d’azione si allargherebbe a più Comuni. Con ulteriori danni ad altre comunità.

W il Carnevale!

(1-continua)