Cassano, l’ombra del Programma di Sviluppo Rurale (Psr) sull’omicidio Elia

L’ombra del Programma di Sviluppo Rurale, il famigerato PSR, sull omicidio di ieri a Cassano Jonio, dove due killer hanno freddato in un classico agguato mafioso Francesco Elia, 41 anni, titolare dell’azienda agricola di famiglia e figlio di Alfredo Elia, boss della Sibaritide vicino a Santo Carelli, ucciso nel 1992, nella prima guerra di mafia e già coinvolro nell’operazione Omnia del 2007.

Dalle prime indagini svolte dai carabinieri di Corigliano e dalla procura di Castrovillari sembrerebbe che il movente alla base dell’omicidio – al di là di equilibri “mafiosi” e di altre “esecuzioni” avvenuti in un recente passato – possa essere rappresentato proprio dallo sviluppo in agricoltura, che in questi anni, in particolare dal 2014, è supportato dalle politiche agricole della Regione Calabria. Molti imprenditori della Sibaritide, tra i quali anche i fratelli Elia, stavano acquistando terreni a basso costo per poter reinvestire gli ingenti contributi ricevuti dal piano regionale. Molti imprenditori sono interessati alle aziende ed ai terreni della piana di Sibari, a partire da quelli provenienti da Cosenza e comuni limitrofi. E comunque legati ai vari potentati politici che si sono alternati alla guida della Regione. Secondo quanto si è appreso, gli Elia stavano comprando molti terreni e probabilmente qualcuno avrà interpretato come uno “sconfinamento” la loro attività di acquisto. Da qui le indagini in corso.

Proprio in questi giorni si sta intensificando il lavoro del Dipartimento Agricoltura e dell’organismo pagatore Arcea, per garantire liquidità ai beneficiari del Programma di Sviluppo Rurale della Calabria 2014/2020. Nei giorni scorsi, infatti, è stato elaborato e liquidato il kit decreto n. 94 del PSR, grazie al quale 62 beneficiari riceveranno, in totale, 3.672.976 euro. Nello specifico, la fetta più grande di risorse del decreto 94 riguarda la misura 4 del PSR, “Investimenti in immobilizzazioni materiali”, con la liquidazione di 2.153.589 euro, che permetteranno a 26 imprenditori di portare avanti i propri progetti di investimento per accrescere la competitività delle proprie aziende.

L’Arcea ovvero Agenzia Regione Calabria per le erogazioni in agricoltura è un indecoroso e indegno carrozzone politico al servizio dei papponi più vergognosi della nostra classe dirigente. Fa parte, a sua volta, di un altro fetido posto di comando quale il Dipartimento per l’Agricoltura, del quale ormai scriviamo da anni raccogliendo anche testimonianze di dirigenti letteralmente schifati da quanto accade, definito – per farvela breve – l’apoteosi del clientelismo e della corruzione.

Come da consolidato copione, non ci sono differenze di colore politico. I politici corrotti sia del centrosinistra sia del centrodestra si sono impossessati da tempo del PSR facendolo riscrivere a loro piacimento, anzi al totale asservimento dei grandi gruppi di potere, che hanno avuto ed avranno ancora enormi finanziamenti grazie alle variazioni fatte ad hoc sulle varie versioni dei testi del PSR.

Giacomo Giovinazzo è stato nominato ad agosto 2018 nuovo dirigente generale del Dipartimento Agricoltura e risorse agroalimentari della Regione Calabria. Nominato dalla giunta regionale, già dirigente del settore PSR 14/20 “Competitività” e responsabile delle misure di sostegno agli investimenti nelle aziende agricole, Giovinazzo succede nell’incarico a Carmelo Salvino, fedelissimo di Nicola Adamo e Mario Oliverio. Con la Giunta Scopelliti si pensava di aver toccato il fondo, ma con gli ultimi 5 anni di Giunta Oliverio abbiamo “scavato” alla grande. Il Dipartimento è totalmente allo sbando, dopo essere stato guidato per anni ma solo sulla carta da un Dirigente Generale, l’ingegnere Carmelo Salvino appunto, in stato confusionale da tempo, incapace di programmare e coordinare i dirigenti.

Politicamente il Dipartimento è stato retto dall’ormai ex consigliere regionale Mauro D’Acri, che però ha fatto in tempo a saltare sul carro della Santelli candidandosi con l’Udc ma senza essere eletto. D’Acri, trasformista e voltagabbana della peggiore specie, è un personaggio che ha pensato soltanto a far fruttare le sue aziende e i suoi studi privati, e per anni e probabilmente ancora oggi in una condizione di totale onnipotenza. Il nuovo dirigente Giovinazzo, che è anche indagato dalla DDA di Reggio Calabria, stabilizzato dirigente con procedura considerata illegittima dalla Corte Costituzionale, ha detto “SI” ad ogni richiesta anzi ordine impartito dalla cricca di D’Acri pur di essere nominato.

A differenza di quanto sbandierato da giornali o da comunicati scritti da lecchini, il PSR 2014-2020 è completamente allo sbando. Lo scorso anno, la Commissione Europea ha inviato dei funzionari ad effettuare un audit alla Regione, per verificare il PSR: la visita si è conclusa con una totale debacle (mancanza di verbali, procedure di appalto incerte) della Regione ma anche in questo caso i nostri politicanti sono riusciti a metterci una pezza e dopo il cambio della guardia con le ultime elezioni riprenderanno esattamente da dove avevano lasciato. Uno dei problemi più seri è rappresentanto dagli incompetenti che occupano posti delicati.

Un esempio lampante è dato dall’Autorità di gestione del PSR, ufficio nevralgico i cui componenti sono pagati praticamente il doppio rispetto ad un normale funzionario mentre lo stipendio del dirigente è equiparato a quello di un direttore generale. Diretto dall’avvocato Alessandro Zanfino, nominato (era un avvocato che si occupava di assicurazioni) dall’ex assessore Trematerra, è rimasto in carica anche col centrosinistra in quanto ha firmato tutto quello che vemiva richiesto dai piani alti e oggi la sua “parrocchia politica” di riferimento è tornata in auge.

Per quanto riguarda i componenti, ad eccezione di pochi funzionari che si sobbarcano il lavoro di tutti, gli altri hanno trovato posto in quanto amici del braccio destro di Oliverio, il terribile Pignanelli, di Mauro D’Acri o dello stesso (ex) presidente, se poi non capiscono nulla di PSR è un dettaglio. In Autorità di Gestione hanno messo un certo Antonio Armieri, un impiegato dell’ufficio di Cosenza che per circa 2 anni si è recato sulla carta a Catanzaro per un compito da svolgere, venendo pagato in più sullo stipendio circa 1200 euro al mese di false missioni. Poi lo stesso personaggio, che non conosce la differenza tra un file word o un file excel, uomo di Nicola Adamo e quindi protetto da Salvino, è passato ad occuparsi di PSR…

Insomma, da Scopelliti in poi e senza nessuna distinzione di colore politico, è stato costruito un sistema che prevede l’assoluta prostrazione alla “politica” e naturalmente nulla è potuto cambiare in questi pochi mesi, tra l’altro con l’emergenza virus in mezzo.

La gara per l’assistenza tecnica del PSR è stata affidata alla Società di Consulenza Cogea e non si comprende il motivo per il quale, dopo l’avvento di D’Acri, la società ha assunto, oltre che collaboratori diretti dell’”Onorevole” quali il famigerato De Caro, personaggi quali Adriana Amodio, Maria Olivito, Maria Simone e molti altri, che tutto fanno tranne che lavorare per Cogea ed il PSR.

La massomafia, in Calabria, costringe alcune aziende ed attività commerciali ad assumere affiliati per garantire loro lo stipendio; i politici costringono le imprese ad assumere i loro amici per garantirgli lo stipendio. Nessuna differenza! E l’omicidio di Cassano è maturato proprio in questo squallido scenario di corruzione. Vedremo se gli inquirenti riusciranno a comprenderlo oppure lasceranno che tutto continui come sempre.