Castrolibero, da città modello a città della spazzatura (nascosta)

Per un tempo infinito è stata la periferia di lusso di Cosenza, e non solo per la assoluta continuità edilizia che lega i due centri urbani, ma anche perché migliaia di cosentini si erano trasferiti lì, in cerca di una zona residenziale lontana dal caos cittadino.

Castrolibero si è gradualmente emancipato dal suo destino di periferia, delineando connotati più propriamente di centro autonomo, anche grazie a chi l’ha governato per oltre un decennio, facendogli assumere gradualmente autonomia di cittadina a parte, candidata autorevole della ormai mitologica area urbana ed esempio di piccolo buon governo.

Orlandino Greco orgogliosamente rivendica per il suo lavoro di sindaco questo risultato. Lui è un ancor giovane amministratore – in un tempo in cui la giovinezza pare essere assurta a categoria politica –  che però la parabola della politica l’ha fatta tutta. Un passato di ragazzo promettente nel Fronte della Gioventù, e poi di di presidente del consiglio di una delle più significative, ancorché residue, fortezze della sinistra calabrese, la Provincia di Cosenza. Un presente di consigliere regionale chiacchierato e a rischio arresto per contiguità con la ‘ndrangheta (clan Rango-zingari), in quota Palla Palla, a 10mila euro al mese: ccu salute!

Ma anche un cammino sicuro, da abile manovratore: alleanze di centrosinistra al Comune, passaggio nel Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo, tanto per restare nell’alveo marcando però le differenze. Il preludio alla costituzione del “suo” movimento, l’Italia del Meridione, un’accozzaglia di trasformisti e faccendieri: una cagata pazzesca l’avrebbe definita la bonanima di Villaggio, altro che corazzata Potemkin….

Una buona capacità di costruire la comunicazione attorno al piccolo comune amministrato, candidandolo ad esempio nello smaltimento dei rifiuti, mentre, tanto per dire, il vicinissimo  capoluogo si dibatteva inerme davanti ai cumuli di spazzatura.

Lì, oltre la piccola statua di San Francesco e oltre il fiume che simbolicamente e geograficamente separano Castrolibero da Cosenza, si avviava una delle sperimentazioni di raccolta differenziata, vantata come un grande successo.

Un successo fortemente contestato dalla sola vera voce di opposizione dentro il Comune, che è stata quella di Francesco Bilotta, in Consiglio fino al 2013 dalla parte della minoranza con una lista civica.

“La storia della raccolta differenziata è una favola – esordisce Bilotta –, la spazzatura viene raccolta in modo differenziato, ma poi la buttano tutta nella discarica, in modo indiscriminato”.

Bilotta mentre parla tira fuori un tomo rilegato. Dentro ci sono le sue battaglie contro l’amministrazione Greco. Racconta del sito di smaltimento di Timpa e Spada in condizioni raccapriccianti e mostra foto di un luogo che sembra il posto peggiore del mondo. Un tubo di gomma interrato dal quale si aspira il percolato e tutt’attorno immondizia di ogni genere, non solo le classiche  buste, ma le carcasse di elettrodomestici, batterie di auto, copertoni. “Queste foto le hanno fatte i vigili urbani”, spiega Bilotta, quasi a voler con questo dare maggiore credibilità alle immagini che dovrebbero smentire il mito di Castrolibero città avanzata sul piano della raccolta dei rifiuti urbani.

Il rischio, annunciato dal consigliere di opposizione in aula, è quello che le falde acquifere vengano contaminate, con un danno enorme e di lunga durata. Una storia che Greco smentisce senza appassionarsi troppo alla questione, come se discutesse per la centesima volta della stessa cosa. “A Castrolibero viene effettuata la raccolta differenziata e i rifiuti vengono affidati a una impresa che li smaltisce in modo corretto e coerente con lo sforzo avviato dal Comune”, liquida l’argomento.

Bilotta rincara: “I castroliberesi pagano la differenziata che però non funziona. Inoltre il Comune ha speso milioni di euro per realizzare una strada che serve per giungere alla discarica e facilitare così il transito dei mezzi di trasporto, ma quando hanno scavato per fare il tracciato, hanno trovato rifiuti interrati”.

Da una parte il mito della cittadina piccola e perfetta, dall’altro la spazzatura nascosta maldestramente. Ma non è il solo punto di scontro tra il sindaco che governa da più di un decennio (l’attuale – Giovanni – è suo parente e… prestanome) e il suo oppositore. “Il Comune ha dato in affidamento a una cooperativa la gestione dei servizi sociali sul territorio. In quella cooperativa sono stati assunti figli di consiglieri di maggioranza e di assessori”, racconta mostrando i nomi dei soci della coop Archmemo e i numeri di protocollo degli affidamenti del Comune.

“Non è per niente così – protesta sempre con molta calma Orlandino Greco –, la cooperativa di cui parla il mio oppositore è stata costituita prima che il Comune decidesse di cercare una società cui affidare i servizi sociali della comunità. Probabilmente è vero che dentro ci sono figli di membri del consiglio comunale, ma io non posso controllare, né mi interessa sapere chi fa parte della società, che del resto ha vinto un appalto regolare”.

C’è poi la questione dei debiti fuori bilancio, che Bilotta sventola come uno degli inganni dell’amministrazione. “Per spiegare i conti hanno inserito spese effettuate in anni passati, lontanissimi, come il 2005, e non di tutti sono riuscito a trovare le motivazioni”.

“Si tratta di cose sostenute da chi, dopo essermi stato vicino, sperava di essere destinato a un salto di qualità nella politica cittadina”, accusa Orlandino Greco. Una rivalsa personale per un futuro di successo che non si è realizzato, dunque.

A Castrolibero l’anno prossimo si vota ma ancora non si sa chi sarà il preferito di Orlandino. L’attuale sindaco Giovanni Greco, però, non sembra avere molte speranze.

“Ci sarà un ricambio – sentenzia Orlandino Greco – ma credo che continuerò ad avere un ruolo nel governo di questa città”. E i cittadini? Finalmente si ribelleranno? O continueranno a votare Orlandino e i suoi prestanome?