“Ho la sensazione che domani mattina (stamattina per chi legge, ndr), dopo tutto quello che sta emergendo dalla vostra inchiesta, anche Zuccatelli si dimetterà…“. Così Aldo Cazzullo, giornalista del Corriere della Sera, sintetizza la puntata di ieri di Titolo V, la trasmissione di Rai3, che dopo aver smascherato la totale inadeguatezza del generale dei carabinieri in pensione Saverio Cotticelli, ha messo a nudo tutti i sotterfugi e le truffe del suo successore Giuseppe Zuccatelli. Il boiardo romagnolo, amico per la pelle di Pierluigi Bersani, ne sta combinando di tutti i colori pur di stare a galla e “garantire” l’impunità ad autentici pezzi di malacarne che gli hanno evidentemente imposto di parargli il culo. Nella prima parte abbiamo dato conto di come il giornalista Walter Molino ha scoperto le prove dell’inciucio tra Zuccatelli e Belcastro per nascondere il “buco” della Fondazione Campanella (http://www.iacchite.blog/calabria-fondazione-campanella-zuccatelli-complice-di-belcastro-per-il-buco-da-100-milioni-e-maria-denuncia-il-generale/). Nella seconda parte è stata spiegata, con tanto di documenti, l’incredibile decisione di dare il via libera a un ospedale “misto” tra pazienti Covid e no Covid in quel di Corigliano-Rossano nonostante le chiacchiere del ministro Speranza sulla pericolosità di questo tipo di ospedali (http://www.iacchite.blog/corigliano-rossano-zuccatelli-e-il-clamoroso-via-libera-allospedale-misto-di-pazienti-covid-e-no-covid/).
Nella terza (e ultima parte) dell’inchiesta di Titolo V sulla deriva della sanità in Calabria entra in scena l’imbarazzante sagoma del presidente facente funzioni della Regione Nino Spirlì, il quale oggi rifiuta sdegnosamente e “segnala” a FB tutti coloro che lo definiscono come si autodefiniva lui stesso tempo fa.
Ora, non serve molto ai calabresi per capire a quali ordini risponda questo mezzo uomo ma è allucinante ascoltarlo mentre rivendica addirittura l’assegnazione dei “pieni poteri” per la sanità, dal momento che i commissari nominati dal governo hanno fallito. Un’ostentazione di potere che farebbe anche sorridere se non ci fosse una tragedia di mezzo. “L’esordio di Spirlì – commenta Aldo Cazzullo in collegamento da Milano – è stato terrificante!”. E anche il giornalista Giovanni Tizian ricorda opportunamente la sua figuraccia a Catania quando sparlava di “negri e froci”.
Ciononostante, anche un giullare del potere come Spirlì riesce a sputtanare lo sciagurato Zuccatelli. E così, carte alla mano, il presidente senza palle dimostra in maniera disarmante come l’amico di Bersani, nella sua qualità di commissario dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro e del Mater Domini, non abbia speso neanche i fondi inviati dal governo. Il dato generale è che su 18 milioni ne sono stati spesi solo 7 milioni e 700 mila euro e all’interno di questo dato l’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro ha speso solo 1 milione e mezzo sui 4 milioni e mezzo erogati e il Mater Domini appena uno su 2 milioni 300 mila euro mandati dallo stato. Per un totale di 4 milioni 300 mila euro che non si capisce dove siano finiti e sui quali Zuccatelli dovrà giocoforza dare una spiegazione, se non ai giornalisti sicuramente alla magistratura.
Segue l’ennesimo balletto dei numeri relativi ai posti letto di Terapia intensiva in Calabria: 161 secondo Spirlì (che ripete lo stesso numero dell’usciere di Cotticelli della settimana scorsa), 115 secondo l’anestesista Domenico Minniti. Ma tutti concordano che il piano – se mai fosse stato redatto e attuato – ne avrebbe previsto 280!!!
Siamo all’epilogo e Molino sceglie come chiusa l’amara osservazione del sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà, il quale afferma quello che pensano tutti i calabresi: “Il vero problema è la gestione regionale della sanità…”. Con buona pace di tutti i vergognosi protagonisti di questa squallida storia. Nel frattempo, sul Nove, Maurizio Crozza trasmetteva un esilarante video sulla nostra deriva sanitaria dove i primattori, manco a dirlo, sono Cotticelli, Zuccatelli e Spirlì. Povera Calabria nostra!
3 – (fine)