Catanzaro. “Basso profilo”. La sintesi di Gratteri: “Gallo aggancia Talarico e Cesa tramite Tommaso Brutto”

Il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, aveva illustrato nel corso della rituale conferenza stampa, il 21 gennaio scorso, i dettagli dell’operazione contro la ‘ndrangheta “Basso Profilo”, che aveva fatto scattare gli arresti domiciliari per l’assessore al Bilancio della Regione Calabria e segretario regionale dell’Udc, Francesco Talarico, e che coinvolgeva anche Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc, che si è dichiarato estraneo ai fatti ma aveva deciso comunque di dimettersi – al contrario di Talarico che non si è mai dimesso da assessore – dopo aver ricevuto un avviso di garanzia.

«Negli ultimi anni le nostre indagini sono sempre meno contrassegnate da reati come l’omicidio e sempre più da reati che coinvolgono il potere politico ed economico», aveva detto Gratteri. «Questa – aveva continuato – è un’indagine che dimostra il rapporto diretto tra ‘ndrangheta, imprenditoria e politica. Epicentro di tutto è l’imprenditore Antonio Gallo, una persona eclettica che lavorava su più piani, che si muoveva con grande disinvoltura quando aveva di fronte lo ’ndranghetista doc, l’imprenditore o il politico. Gallo aveva bisogno di più piani per creare un monopolio sul territorio, per avere la possibilità di vincere gare truccate per la fornitura di prodotti per la sicurezza sul lavoro o per le pulizie anche a livello nazionale. Ed ecco qui che avviene l’aggancio con la politica».

L’aggancio sarebbe avvenuto, secondo il procuratore, tramite «l’ex consigliere comunale di Catanzaro Tommaso Brutto e il figlio Saverio, assessore comunale a Simeri Crichi. Attraverso i Brutto, Gallo riesce ad agganciare l’onorevole Francesco Talarico che aveva la necessità di candidarsi alle politiche del 2018. Per non destare sospetto, si candida nel circondario di Reggio Calabria. Ma lì aveva bisogno di voti e il pacchetto di voti a Reggio Calabria chi glielo trova se non Gallo? Compare d’anello di un altro parlamentare reggino, Gallo si rivolge a Bruno Porcino ma anche questo non basta. Si rivolge quindi ad altri due soggetti, Pirrello e Natale Errigo, inquadrati sul piano investigativo e giudiziario come soggetti vicini al clan De Stefano-Tegano. I voti arrivano, ma Talarico comunque non viene eletto per soli 1.500 voti. L’indagine non riguarda solo questo. Ci sarà infatti un successivo incontro a Roma tra Gallo e Lorenzo Cesa, un pranzo nell’estate del 2017 per avere aiuto su appalti di respiro nazionale. In questa indagine troverete inoltre decine e decine di imprese che servono solo per riciclare, false fatturazioni e molto altro».
Talarico “era a conoscenza”. Ma Francesco Talarico, assessore al Bilancio della Regione Calabria era a conoscenza di questa attività che l’imprenditore Gallo avrebbe condotto in suo favore? “I risultati dalle nostre intercettazioni e dei nostri riscontri ci fanno dire – risponde Nicola Gratteri – che Talarico sapeva perfettamente che Gallo andava a rivolgersi alla ‘ndrangheta di Reggio Calabria, visto che Talarico ha pensato di candidarsi nel circondario di Reggio Calabria”. Mentre per quanto riguarda il segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa “con Talarico erano nello stesso partito e per questo Talarico, per ricambiare per l’interesse nelle elezioni politiche, gli ha organizzato un pranzo per avere la possibilità di ottenere benefici, appalti”.