Catanzaro, Corte d’Appello: il pg Mazzotta va in pensione. Aspettando Lupacchini

Va in pensione il procuratore generale di Catanzaro, Raffaele Mazzotta. Questa mattina, venerdì 21 luglio, verrà celebrata la cerimonia di commiato. Mazzotta è entrato in magistratura nel ’97, nel corso della sua carriera ha ricoperto il ruolo di procuratore della Repubblica a Lamezia Terme (2001-2008), per poi occupare il ruolo di procuratore capo a Crotone fino al dicembre del 2014. Quall’anno  il Csm lo nominò procuratore generale della corte d’Appello del capoluogo. A fare domanda per sostituire Mazzotta tre magistrati: Otello Lupacchini, Cosimo Bottazzi e Massimo Pinelli. Lupacchini è stato più volte in Calabria nelle vesti di capo ispettore del ministero della Giustizia, sia a Cosenza che a Catanzaro.

Tutti sanno che c’è una cosa che fa andare in bestia l’associazione a delinquere che gestisce le sorti del Tribunale di Cosenza (procuratore capo, pubblici ministeri e organi giudicanti) è il cosiddetto dossier Lupacchini, proprio dal nome del magistrato, che ha detto la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità, ormai 12 anni fa, sulle vergogne del nostro Tribunale porto delle nebbie. Nell’ambito dell’ispezione del 2005 alla DDA di Catanzaro. Non a caso MAI nessun organo di informazione, a parte La Provincia Cosentina e Iacchite’ (e a livello nazionale Il Giornale), ha MAI pubblicato una sola riga di queste gravissime denunce.

Otello Lupacchini è un magistrato decisamente famoso. Ha combattuto alla grande contro i mafiosi della Banda della Magliana e non solo. Una decina di anni fa fu mandato dal Ministero di Grazia e Giustizia a vedere cosa combinavano i magistrati calabresi e scrisse una relazione che è diventata un incubo per tutta questa gentaglia ed una fonte inesauribile di informazioni per i pochissimi cronisti onesti della Calabria.

Otello Lupacchini

Oggi Lupacchini rappresenta uno spauracchio per un magistrato corrotto come Mario Spagnuolo, del quale ha tratteggiato un profilo ripugnante.

Nella sua relazione, afferma con assoluta certezza che un gruppo di avvocati cosentini, in combutta con il procuratore della Repubblica Alfredo Serafini e il sostituto anziano Mario Spagnuolo, sono stati i registi occulti della delegittimazione del processo Garden, nato dalla prima vera operazione antimafia svolta a Cosenza.

L’ispezione, a dire, il vero, non riguardava direttamente Cosenza ma la DDA di Catanzaro e l’incredibile ascesa del magistrato Mario Spagnuolo, da sostituto anziano a Cosenza a procuratore aggiunto con pieni poteri a Catanzaro. Con decenza parlando, è come se oggi Tridico (arrassusia!) diventasse il braccio destro di Gratteri!!!

Mario Spagnuolo

Tuttavia, poiché tutto si giocava sulla posizione di Eugenio Facciolla, che denunciava i veleni del palazzo, era impossibile non arrivare anche a Cosenza. E Lupacchini non solo c’era arrivato ma aveva dato prove documentali del degrado del nostro Tribunale.

Franco Pino

Siamo a metà degli anni Novanta, subito dopo l’operazione Garden. Il pentimento di Franco Pino, abilmente pilotato da Spagnuolo, spariglia completamente le carte e diventa il grimaldello, insieme al processo Chiappetta, per inquinare l’intero sistema probatorio. Sul suo esempio, a catena, si apre la stagione del pentitismo di cui Adolfo Foggetti, Franco Bruzzese, Daniele Lamanna e gli altri che verranno sono giuridicamente figli.

Tra questi avvocati c’era anche Marcello Manna. Un uomo per tutte le stagioni come si diceva una volta. Avvocato di successo, rapporto privilegiato con la malavita, soprattutto in tempi di pax mafiosa, non era servito molto per proiettarlo alla ribalta politica. E si era rivelato uno specialista in “pentiti” portandone a decine alla corte di quel buffone dell’attuale procuratore Spagnuolo per inquinare il quadro probatorio.

L’eventuale arrivo di Otello Lupacchini alla Corte d’Appello di Catanzaro, per le conoscenze che ha delle questioni, potrebbe essere devastante per la magistratura cosentina corrotta e sarebbe certamente un segnale forte della volontà di fare pulizia.