Catanzaro. Fra un selfie e una minchiata, Marco Polimeni resta un bugiardo e ormai lo sa pure Gratteri

Non è una notizia bomba sapere oggi che la procura di Catanzaro sta facendo indagini sui comportamenti del presidente del consiglio Marco Polimeni sulla vicenda “Corvo”, quell’atto sociale e sanitario che consacra la truffa ormai ultraventennale ai danni dei cittadini catanzaresi sotto la regia di Claudio Parente e del suo socio Massimo Poggi, che pilotano l’associazione a delinquere Vivere Insieme.

Non ci stupisce affatto la nuova svolta impressa dalla procura di Nicola Gratteri che indaga Marco Polimeni, perché è la prosecuzione legittima di un attività di indagine che viene fuori semplicemente dalle carte, che consacra che a Catanzaro c’è una cupola affaristica e politica che spoglia la città a vantaggio dei soliti noti e che il sistema Catanzaro, quello dello massomafia comincia ad avere le ore contate visto che tutti i pesci, grandi e piccoli, stanno cadendo nella rete di Gratteri. In termini di credibilità politica Catanzaro è una città ormai bruciata, una specie di Beirut dove i monoliti di prima fila, gli obelischi del modello Catanzaro sono rimasti vittime delle inchieste Farmabusiness e Basso Profilo e che la prosecuzione affaristica dell’indagine Corvo sta bruciando sui banchi del consiglio comunale, il più indagato d’Italia come scrive Gettonopoli, i “delfini” predestinati del sistema e della continuità criminale della politica massomafiosa di Catanzaro.

La colonna di fumo, quello nero, che si alimenta dall’incendio ormai quotidiano nei palazzi della politica si vede da lontano sul cielo della città di Catanzaro, quella che una volta era Magnifica et fidelissima. Vengono bruciate le carriere politiche senza appello, bruciano quelle consolidate dagli anni di complicità e ruberie e quelle costruite a tavolino per il futuro, restano ustionati i predestinati Ivan Cardamone e Marco Polimeni che sognavano da tempo la fascia tricolore di primo cittadino, anche essa ridotta in cenere insieme ad una credibilità dal retrogusto orticante.

Il quadro che ci presenta la procura di Nicola Gratteri è desolante, perché fatto di ruberie, da una logica di impunità e di potere quasi assoluto, perché la politica è diventata un mercato nero parallelo alla legge dove i bracconieri la usano come stanza di compensazione dei loro interessi privati, dalla regola “se tu dai una cosa a me, io poi do una cosa a te” quello che calpesta l’interesse pubblico, consacrando sull’altare della curia locale, anche essa complice fino al divino, arricchito da effluvi di incenso i nuovi protagonisti di una storia sempre opaca che si definisce ormai il sistema Catanzaro. Insomma una buona banda fatta di fratellanza, di benedizioni, di affari e comunque sempre criminale.

Marco Polimeni, l’enfant prodige della politica catanzarese – figlio del più ben noto Lino Polimeni, il moralista a corrente alternata ed urlatore dell’etere calabro che invoca il “prefetto di ferro” per restituire legalità alla politica in Calabria diventando però candidabile ad horasè stato intercettato dalla procura di Gratteri, questa è la vera notizia, perché le poche battute riportate dalla stampa sono interessanti e devastanti, se collegate ad un ragionamento che noi sottolineiamo da tempo all’attenzione degli inquirenti.

I fatti ci riportano sempre alla data del 13 settembre 2018, giorno del consiglio comunale convocato in urgenza da Polimeni, i cui atti determinavano la truffa a vantaggio della Vivere Insieme trasformando una convenzione con diritto di superficie in una specie di svendita di suoli comunali, un bene di tutti i cittadini, consacrando un accordo corruttivo, come dice la procura di Gratteri a vantaggio dei consiglieri comunali Giuseppe Pisano e Francesco Gironda (Officine del Sud), che sotto la regia di Claudio Parente, socio ed amministratore di fatto della Vivere Insieme e presidente del movimento politico Officine del Sud, ricevevano in cambio del loro voto la nomina di stretti congiunti nelle strutture speciali dell’ex consigliere regionale, tanto che risultano tutti indagati a vario titolo per corruzione e peculato.

Cosa dice Marco Polimeni nei due colloqui telefonici captati dagli inquirenti? Nel primo parla della sua vicenda lavorativa con la Elimax srls, società dei figli di Massimo Poggi e della vicenda Gettonopoli: «quando non ero consigliere comunale. Ed è durata sei mesi, tornato consigliere comunale io perché non … te lo avevo già raccontato, non mi piaceva (…). Se io non sono indagato in Gettonopoli … hanno le mie carte, hanno fatto le verifiche sui miei conti correnti. Mi hanno ecoscandagliato. La Procura ha scritto che la mia posizione è regolare. Il Fiorita di turno mi dirà ‘eh ma sei nella struttura di Baldo Esposito’, sfido te Nicola Fiorita pubblicamente a trovare una persona che abbia la stessa conoscenza che ho io degli enti locali a Catanzaro. Se si sceglie per merito… voglio dirti, Baldo aveva il merito in casa, a chi doveva prendere? Poi la domanda che contiene già in sé la risposta: Non c’è scambio di voto? No, perché io ero già con Baldo e là rimango, non è che… E’ da dieci anni che sto nello stesso gruppo».

Nel secondo dialogo intercettato Marco Polimeni con una esponente di un movimento politico, parlano di selfie inopportuni e di commenti pericolosi, perché fatti a margine dell’ormai famoso consiglio comunale del 13 settembre 2018: «che si è fatto con Pisano quella mattina, ti volevo ammazzare… Quella lì, che ti ho chiamato e ti ho fatto la sceneggiata». Quella dove lui scrive «siamo pronti». Il presidente del Consiglio le domanda a quando risale lo scatto e lei risponde: «quel giorno del Consiglio». Polimeni replica sostenendo risalga al giorno della Pq della metropolitana di superficie (…) «me l’hai fatta togliere (la foto ndr) e l’ho tolta comunque, non mi ricordo quale consiglio comunale fosse» e lei ribatte : «guarda, ti arriva un cazzotto… non dire cazzate …era quel consiglio, quel consiglio, era esattamente quel consiglio. Veramente sono senza parole, come ti sei permesso alla tua età con le tue caratteristiche di consegnarti ad una politica stupida, fammi capire (…) Devi uscire fuori da questi contesti di merda». Polimeni conclude: «Eh lo so (…), pensano tutti che la pec non ci sia, io ce l’ho nelle mie mani la pec, mi competeva convocare il Consiglio perché me lo ha detto il ministro, punto».

Marco Polimeni parla troppo e ricorda sempre male! Fra un selfie di troppo ed un commento pericoloso dimentica di dire la verità, quella che è scritta nei documenti che lo inchiodano a responsabilità che ora avrà il dovere di chiarire alla procura di Nicola Gratteri. Noi cerchiamo di venirgli incontro sollecitando la sua labile memoria.

Riguardo i rapporti di collaborazione con i datori di lavoro la famiglia Poggi, attraverso la società Elimax srls, Polimeni afferma che si sia trattato di un breve periodo di circa sei mesi, finito al momento della sua elezione a consigliere comunale. Dimenticanza o bugia non c’è differenza, perché Marco Polimeni è ininterrottamente consigliere comunale dal 2011 e la sua “dipendenza” con la società Elimax srls e quindi con la famiglia Poggi, che è compartecipe nella proprietà della Vivere Insieme è durata dal 01/2013 al 30/03/2014 come lui stesso certifica nel suo curriculum pubblicato sul sito del comune di Catanzaro.

Si aggiunga che sempre in relazione alla sua collaborazione con la famiglia Poggi, ha ricevuto dal Comune di Catanzaro i rimborsi per i permessi retribuiti, con determina dirigenziale per il periodo Giugno 2013-Marzo 2014…

Bugie su bugie: questo è il metodo di Marco Polimeni, quelle bugie che diventano inquietanti, che si smentiscono dal resoconto del consiglio comunale del 13 settembre 2018, la cui lettura la consigliamo alla procura di Catanzaro perché si attesta per ammissione del segretario generale Vincenzina Sica, che si trattava di una specie di proroga intervenuta per la scadenza dei termini, ma che il comune di Catanzaro aveva esperito tutte le procedure prevista dal Bando sulle Periferie come disposto dal Dpcm della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Nei fatti quello che cerca di nascondere proprio Marco Polimeni è una specie di “manifestazione di interesse” finalizzata al singolo soggetto, la Vivere Insieme, variando un piano delle alienazioni già approvato e spacciandola per una manifestazione di interesse pubblico finalizzato all’acquisto di un terreno già concesso in convenzione su un diritto di superficie. Il castello di carte, gli imbrogli lo fa crollare proprio il segretario generale Sica, che afferma: « […] Okay, i progetti sono stati… sono arrivati”, e che cosa di… È come se ci fosse una proroga alla presentazione… perché noi ci siamo tanto affannati per arrivare a presentare i progetti in tempo, secondo la scadenza di 60 giorni dall’approvazione dei progetti definitivi, sennonché arriva questa proroga e si dice, in questa PEC, che i Comu…si comunica che i Comuni capoluogo di provincia, le città metropolitane, che non abbiano già provveduto, quindi, entro 60 giorni, a presentare i progetti esecutivi, potevano inviare gli atti di approvazione dei progetti esecutivi entro il 15 settembre dicio… (intervento fuori microfono) Non ho finito l’intervento, Presidente. (intervento fuori microfono) C’entra perché non ho finito.

Allora, sennonché…sennonché… Allora, l’aspetto tecnico. Arriva, quindi, una richiesta, come tutti sapete, e come ha detto chi mi ha preceduto, quindi, sia Vicesindaco che anche il Dirigente al Patrimonio, una richiesta, il… proprio, 10 giorni fa, da parte dell’associazione “Vivere insieme”, con la quale ci chiede la possibili… chiede al Comune la possibilità di acquistare questi beni, questi terreni, che erano già oggetto di diritto di superficie, già dati in concessione, e quindi, dovevano praticamente…il Consiglio comunale, che è l’organo deputato, doveva decidere se effettivamente c’era la volontà di, tra virgolette, “mettere in vendita” questi terreni. Che cosa… perché l’urgenza? Perché se… nella convenzione, che è stata approvata con i progetti… con le delibere di approvazione dei progetti definitivi, praticamente, non conteneva una possibilità di vendita, ma diceva soltanto che c’erano questi terreni, il diritto di superficie. E se la possibilità per il Comune di modificare anche questa come… modificare, in sostanza, il senso di questa convenzione, e final… grazie a questa proroga, perché altrimenti non l’avremmo potuto fare, perché noi, i progetti, l’avevamo già consegnati entro i termini previsti.

Quindi, se c’è una possibilità che il Consiglio comunale possa… quindi, il Consiglio comunale e non i Dirigenti, e non il Segretario, ma l’organo deputato a ciò, da pa… per come previsto dall’articolo 42 del testo unico, vuole decidere di esprimersi in ordine ad un eventuale messa in vendita di questi terreni, praticamente, questa cosa deve anche essere poi contenuta in quello schema di convenzione, almeno come possibilità, che comunque… Quindi, questa era una possibilità che noi abbiamo, praticamente, di modificare quand’anche ci sarà questa… a mettere una postilla, praticamente, non ho fini… non ho finito, mettere una postilla, quindi, modificare questo schema di convenzione, che non conteneva… non conteneva questa possibilità di vendita. (interventi fuori microfono) No, c’è l’u… no, no, c’è l’urgenza perché… c’è l’urgenza perché i progetti esecutivi, che all’interno… che hanno già la delibera del progetto esecutivo… (intervento fuori microfono) No, no, l’urgenza… l’urgenza che questa richiesta ci è venuta, come da protocollo, il te… Io… (intervento fuori microfono) Allo… Allora, io sto rispondendo ad un aspetto tecnico, perché a me è stato sotto… (intervento fuori microfono) A me è sta… Allora, la richiesta del privato, che vuole acquistare è del 3 settembre… (interventi fuori microfono) La…no… La richiesta… la PEC… la PEC, Presidente, la PEC non ha… per noi, se non ci fosse stata questa richiesta di alienazione del bene, noi siamo a posto, perché i progetti li abbiamo già presentati entro i termini […]».

Riepiloghiamo: la pec del “ministro” come afferma Polimeni non aveva effetto sugli atti già approvati dal comune di Catanzaro, lo dice il segretario generale Sica, ma diventa una scappatoia per gli “amici” della Vivere Insieme che il giorno 3 settembre 2018, sempre con una pec avevano manifestato l’interesse ad acquistare i suoli comunali già ottenuti in convenzione. Nei fatti, quello che dovrebbe accertare la procura, Polimeni diventa sodale e forza le legittimità degli atti, secretando le pec che lo aiutano solo per venire incontro alle necessità di Parente e Poggi, che avevano peraltro il placet del sindaco Abramo – lo dice sempre Polimeni in un suo posto su Facebook – e la benedizione di Mimmo Tallini che godeva dei contributi di cassa dell’associazione a delinquere Vivere Insieme per la sua campagna elettorale regionale all’epoca ormai alle porte.

Diceva Andreotti: a pensare male si fa peccato ma quasi sempre si indovina. Ma noi non vogliamo dire di avere indovinato e nemmeno di avere fatto peccato, anche perché la storia deve essere narrata fino in fondo e la procura di Catanzaro deve prestare ancora attenzione ai suggerimenti ed agli incroci che devono essere fatti.C’è un dato che è certo: al Comune di Catanzaro governa la banda, quella che farebbe impallidire anche la più famosa banda della Magliana, qui nel migliore dei casi o sono tutti complici o peggio ancora tutti criminali. Tutti gli atti vengono allineati ad un processo criminale, dove tutti scrivono tutto ed il contrario di tutto usando la normativa secondo il sistema Catanzaro.

Si scopre così che in data 12 febbraio 2021, il segretario generale Vincenzina Sica scrive agli uffici in merito alla pratica Corvo, chiedendo informazioni sulla alienazione delle aree destinate a standard urbanistici, affermando che: «Si porta, inoltre, a conoscenza che l’Associazione Interregionale Vivere Insieme, nelle more della definizione dell’iter burocratico, ha acquisito nell’ambito della programmazione sanitaria Regionale, l’autorizzazione alla realizzazione di n. 20 posti letto di RSA medicalizzata nonché di n. 20 posti letto di assistenza territoriale residenziale e semiresidenziali per minori da ubicarsi delle preposte strutture facenti parte del progetto in argomento».

Insomma, la truffa continua e si certifica che ci siano accreditati dei posti letto in convenzione sanitaria con la Regione Calabria su dei siti nei fatti inesistenti, ma che si premiano per una programmazione sanitaria tutta da indagare, visto che è risaputo che la criminalità della massomafia e della burocrazia piegata ai voleri sporchi della politica del sistema Catanzaro alberga e si moltiplica nel Dipartimento alla Salute della Regione Calabria. Forse una visita ed un ulteriore accertamento su quanto scrive la segretaria generale del Comune di Catanzaro e su quanto organizzato nelle stanze della Cittadella non sarebbe un viaggio sprecato per gli inquirenti della procura di Nicola Gratteri.