Catanzaro, I Quartieri: “La sanità creativa dell’Asp: chiederemo verifica alla procura”

LA SANITA’ CREATIVA DELL’ASP DI CATANZARO: CHIEDEREMO VERIFICA ALLA PROCURA

Nota del 02.02.2020 – Alfredo SERRAO – presidente Associazione I QUARTIERI

Che l’Asp di Catanzaro fosse una realtà molto creativa, l’avevamo già scoperto per come l’ha scoperto la Procura della Repubblica di Catanzaro, tanto da aver meritato il commissariamento per infiltrazioni mafiose…

Oggi a tutto questo si aggiunge, non certo come un titolo di merito, un comportamento “creativo” nell’ambito della gestione dei pazienti, quelli che vengono trattati nelle strutture territoriali, per essere più chiari nelle RSA di competenza.

In questa vicenda che si cerca di chiudere nelle prossime ore, c’è un paziente “attenzionato” accreditato presso una RSA, già oggetto di un indagine sempre della Procura della Repubblica di Catanzaro dello scorso 01 aprile 2019, che sembrerebbe stia per essere trasferito ad altra destinazione, un’altra RSA, quando sembrerebbe non ci sia nessuna differenza di setting assistenziale rispetto alle due strutture sanitarie coinvolte.

Qui nasce la creatività dell’Asp di Catanzaro, che con un probabile decreto in deroga, supera le liste di attesa e dispone un trasferimento del paziente? Forse per l’intervento divino di quanti cercano di gestire a proprio vantaggio una situazione che si presenta problematica per la struttura di partenza… Non si capisce allora perché l’Asp di Catanzaro possa disporre il trasferimento di un paziente “attenzionato”, che viste le risultanze dell’ordinanza cautelare, avrebbe imposto già da tempo una responsabilità dell’Asp di Catanzaro, di disporre nell’immediatezza il trasferimento dello stesso, certamente in una struttura adeguata all’esigenza di cura del paziente, oppure non tanto inverosimilmente disporre e proporre la sospensione dell’accreditamento al SSR della struttura sanitaria che oggi, forse, chiede il trasferimento, anche in virtù delle risultanze esposte dall’Autorità Giudiziaria, quanto meno in termini cautelari per i degenti.

E ancora di più se la struttura RSA che oggi “chiede” il trasferimento del paziente perché nell’impossibilità di trattarlo, mette in evidenza una mancanza di controllo sempre dell’Asp competente, tanto da ipotizzare, oggi, un probabile abuso di ufficio in presenza di una carenza informativa e di una motivazione circostanziata. Tant’è che un trasferimento in deroga, che di fatto diventa lesivo di quanti sono in “lista di attesa”, non certo in presenza di un eventuale cambio di setting, non giustifica il copia e incolla del paziente in oggetto, presso un struttura che conserva le stesse caratteristiche di quella di partenza: RSA.

Diventa ancora di più impensabile, tanto che sarà necessario esporre il tutto alla Procura della Repubblica, operare per come sembrerebbe operi oggi l’Asp di Catanzaro, trattando i pazienti e la malattia come una valigia da spostare, senza alcuna valutazione di ordine sanitario e di rischio potenziale per gli altri pazienti “ospiti” presso la struttura che oggi dovrebbe diventare di destinazione, nonché per il personale sanitario e non che opera all’interno della stessa.