Catanzaro, i tentativi di corruzione di Petrini: Tursi Prato, il caso Contrada e il giudice Garofalo

Pino Tursi Prato continua la sua corsa contro il tempo per aggiustare il processo che gli avrebbe dovuto “restituire” i soldi del vitalizio che gli sono stati revocati a causa della sua condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. E oltre all’ormai famoso Emilio “Mario” Santoro, coinvolge anche un altro soggetto, tale Luigi Falzetta.

Il 17 ottobre 2018 il Santoro, unitamente a Luigi Falzetta, si recava a Catanzaro al fine di incontrare l’amico giudice. Alle ore 12,42 Tursi Prato contattava Falzetta per avere aggiornamenti e nell’occasione quest’ultimo affermava: “Siamo, come si dice, nella tana del lupo…”. lasciando intendere, in tal senso, che si trovavano in compagnia del giudice. Tuttavia, alle ore 15,18, è stato lo stesso Falzetta a chiamare Tursi Prato ed a chiedergli di incontrarsi per informarlo su quanto era successo a Catanzaro.

In occasione dell’incontro, avvenuto tra Santoro, Tursi Prato e Falzetta, presso il bar Top Flight di Cosenza, veniva captata una conversazione nel corso della quale emergeva che il giudice avrebbe dovuto far “uscire” dalla cancelleria un non meglio specificato documento che avrebbe confermato il buon esito del processo… Nell’occasione il Falzetta riferiva a Tursi Prato che avevano incontrato il giudice all’esterno della Commissione Tributaria e li aveva rassicurati che la sentenza che riguardava il Tursi Prato sarebbe uscita per la fine del mese. Sempre in tale circostanza, Falzetta raccontava a Tursi Prato che era stata proposta al giudice una vacanza in Valle d’Aosta presso un hotel riconducibile allo stesso Falzetta…

E del fatto che Petrini si fosse adoperato nella vicenda che riguardava il Tursi Prato emergeva anche dal’intercettazione audio-video captata in data 9 maggio 2019 allorquando il giudice si reca nell’ufficio della dottoressa Gabriella Reillo al fine di chiedere notizie circa il deposito della sentenza oggetto di indagini. “Senti, quella di Tursi Prato l’hai depositata?”. A tale domanda, la dottoressa Reillo, evidentemente estranea all’attività illecita posta in essere dal Petrini, non intendendo bene a quale sentenza si riferisse il Petrini, rispondeva. “Eh… cos’era?”. Tuttavia, il Petrini, per non far apparire sospetta la sua richiesta, presentava la questione al collega come “una cosa carina”, ed analoga a quella di Bruno Contrada (ex funzionario del Sisde), sostenendo anche nell’occasione che conosceva l’avvocato palermitano che si era occupato di tale vicenda.

Altro dato significativo che emergeva dal propalato intercettivo era relativo al fatto che, per come riferiva lo stesso Petrini, la dottoressa Francesca Garofalo (giudice relatore) fosse già a conoscenza della questione e che comunque non avrebbe firmato la relativa sentenza: “Questo è un caso analogo a quel caso Contrada… non so se te ne ha parlato Francesca… non so come non l’ha fatto…”. La Reillo, in tale senso, rispondeva affermando che la Garofalo gliene aveva già parlato senza sapere però se avesse depositato la relativa sentenza: “No, non l’ha fatto… me ne aveva parlato all’inizio però non so se l’ha depositata…”. E la circostanza che il Petrini avesse un diretto contatto con la dottoressa Francesca Garofalo al fine di carpire, quantomeno, informazioni sullo stato della decisione attesa dal Tursi Prato, la si rileva anche dalla conversazione ambientale captata in data 16 maggio 2019 in occasione dell’incontro avvenuto col Santoro, al quale il magistrato, a giustificazione del ritardo nel deposito della decisione, riferiva che il predetto giudice (dottoressa Francesca Garofalo) aveva avuto una serie di impedimenti legati a questioni di salute riguardanti alcuni suoi familiari…

SANTORO: che mi dici?

PETRINI: tutto bene… ho parlato con (incomprensibile)

SANTORO: che ti ha detto?

PETRINI: alla dottoressa Garofalo prima le è caduta la mamma… poi il marito si è dovuto operare ai reni i calcoli con urgenza…

Orbene, la P.G. giungeva a identificare nel Petrini Marco l’amico giudice del Santoro, oltre che sullo scambio degli sms sopra richiamati, in base all’attività investigativa effettuata a seguito di quanto aveva dichiarato il Falzetta circa l’incontro con il giudice nei pressi della Commissione Tributaria di Catanzaro. Infatti, gli operanti provvedevano ad acquisire formalmente, presso il Comando della Polizia Municipale di Catanzaro, le immagini delle telecamere di sicurezza poste in corso Mazzini a Catanzaro, nei pressi della sede della Commissione Tributaria Regionale e Provinciale, al fine di verificare se l’incontro con il magistrato si fosse effettivamente svolto e se da quell’incontro fosse stato possibile rilevare ulteriori elementi utili alla identificazione del magistrato.

L’analisi dei filmati così acquisiti permetteva di effettuare la seguente ricostruzione. Alle ore 13,24 circa giungeva a piedi Santoro Emilio detto Mario in compagnia di Falzetta Luigi; alle ore 13,26 circa i due hanno stazionato e attendevano nell’androne del palazzo che ospita la sede della Commissione Provinciale Tributaria di Catanzaro; alle 13,28 circa sopraggiungeva un soggetto che si è fermato nell’androne del palazzo citato in precedenza e si è intrattenuto con Santoro e Falzetta; alle ore 13,28 e 31 secondi tutti e tre si sono diretti verso un bar qualche civico più avanti; alle 13,42 sono usciti dal bar e, dopo aver brevemente dialogato, sono ritornati verso la sede della Commissione Tributaria; alle ore 13,44 sono scomparsi dalla visuale poiché entravano all’interno del portone d’ingresso alla Commissione Tributaria; alle 13,47 Falzetta è uscito solo dal palazzo; alle 13,50 Santoro è uscito dal palazzo, da solo, mentre il soggetto che hanno incontrato è rimasto all’interno dell’edificio; alle ore 13,52 Santoro e Falzetta si sono allontanati insieme e sono usciti dalla visuale della telecamera.

Dal che, la formale trasmissione degli atti alla procura di Salerno per ragioni di competenza… Nel prosieguo investigatvo, dunque, le operazioni di captazione, telefoniche ed ambientali, autorizzate da questo Ufficio, davano conto di una lunga serie di incontri svoltisi tra il Petrini Marco e gli altri soggetti coinvolti nella vicenda…

3 – (continua)