Catanzaro, il dibattito del M5s: “Il voto di scambio politico-mafioso” e quella sudditanza che non finisce mai

Organizzata dalla senatrice M5s Bianca Laura Granato, si è svolta lo scorso lunedì, presso la Sala delle Culture della Provincia di Catanzaro, la presentazione del libro “Il voto di scambio politico-mafioso”, pubblicato da Armando Editore e scritto dal senatore 5stelle Mario Michele Giarrusso, insieme al saggista Andrea Leccese.

Con la moderazione del giornalista Emiliano Morrone, sono state diverse le questioni affrontate: l’inattualità della normativa vigente rispetto al voto di scambio politico-mafioso, l’espansione crescente delle mafie e la loro capacità di penetrare nelle istituzioni, i recenti arresti dell’operazione “Quinta bolgia”, il diffuso inquinamento dell’amministrazione pubblica calabrese e il ruolo della cultura e dell’istruzione pubblica per combattere la criminalità organizzata insieme a un’attività legislativa attenta e moderna.

La senatrice Granato ha sottolineato il ruolo della cultura per la formazione di una coscienza civile che sappia difendere la libertà e la democrazia dalla pressione mafiosa. Il legale Salvatore Gullì ha riflettuto sull’estensione del concetto di mafia a ogni potere che comprima la sovranità popolare.

L’autore del volume, il senatore Giarrusso, ha ripercorso la storia del voto di scambio politico-mafioso come reato, accusando la politica di debolezza e complicità e anticipando a riguardo un significativo inasprimento delle pene nella legislatura corrente. Il deputato 5stelle Giuseppe d’Ippolito si è soffermato sullo scioglimento per mafia dei consigli comunali e sulla mancata applicazione della normativa vigente, che consente di colpire anche la burocrazia collusa o vicina all’organizzazione criminale. D’Ippolito ha contestato la permanenza di vecchie logiche di sudditanza nella gestione provvisoria del Comune di Lamezia Terme, affidata a una terna commissariale.

Il procuratore generale di Catanzaro, Otello Lupacchini, intervenuto in veste di giusfilosofo e di esperto di diritto, ha parlato della necessità di andare oltre le misure repressive, con adeguate misure in campo sociale e con politiche culturali che favoriscano lo sviluppo del giudizio critico e della profondità di analisi dei fatti e dei fenomeni contemporanei.