Catanzaro, la clinica Villa Sant’Anna verso il fallimento: 40 milioni di debiti

Carenza di informazioni, grave esposizione debitoria, incertezza sui contenziosi penali pendenti e infine «un pesante ritardo nell’elaborazione delle strategie di ristrutturazione, tanto che non è stata depositata neanche una bozza di business plan». È questo il quadro che ha portato il Tribunale di Catanzaro ad aprire la liquidazione giudiziale per la clinica Villa Sant’Anna fino a pochi anni fa fiore all’occhiello della sanità catanzarese ed eccellenza cardiologica di livello nazionale.
A settembre i vertici della struttura sanitaria hanno presentato domanda per un concordato. Il Tribunale aveva concesso 60 giorni di termine per presentare la documentazione necessaria. In quegli stessi giorni un gruppo di lavoratori ed ex dipendenti della clinica hanno presentato istanza di liquidazione giudiziale assistiti dall’avvocato Francesco Pitaro. Allo scadere del termine fissato dal Tribunale la società ha chiesto una proroga di ulteriori 60 giorni per il deposito della documentazione predetta in ragione della complessità oggettiva dell’attività da svolgere e delle verifiche da attuare per la presentazione di una proposta. In pratica la società aveva spiegato di aver bisogno di più tempo perché aveva conferito gli incarichi a diversi periti (per la stima del ramo di azienda, dei fabbricati, delle attrezzature e degli impianti), e di aver avviato una richiesta di manifestazioni di interesse finalizzata alla raccolta di proposte all’acquisto del ramo aziendale a cui avevano fatto accesso due soggetti anche se non erano pervenute «precise offerte di acquisito in termini di importo».

Nell’udienza del 7 dicembre il pm si è opposto alla concessione della proroga. Il Tribunale ha ritenuto che “i motivi addotti dalla società ricorrente a fondamento della invocata proroga siano in realtà riconducibili a ritardi imputabili alla stessa ricorrente”. I vertici del Sant’Anna si sarebbero mossi con estremo ritardo “a fronte di una situazione di crisi conclamata risalente almeno al 2021, la società – sottolinea il Tribunale – solo ad agosto di quest’anno ha iniziato ad attivarsi”. La società, secondo quanto si legge nella sentenza, avrebbe dovuto predisporre “tutte le attività prodromiche alla presentazione del piano, della proposta o degli accordi, conferendo incarico ai vari professionisti, ben prima di presentare ricorso, essendo del tutto prevedibile che 60 giorni (termine iniziale massimo concedibile) non sarebbero stati sufficienti al fine di predisporre la documentazione”.

Il Tribunale sottolinea anche i plurimi indici di insolvenza. La società, stando al calcolo del Tribunale, avrebbe debiti per 40 milioni di euro. Inoltre, “il realizzo dei rilevanti crediti iscritti in bilancio, gran parte dei quali vantati nei confronti dell’Asp di Catanzaro, appare fortemente aleatorio, attese le numerose vicende giudiziarie che coinvolgono i due soggetti giuridici”: Insomma, per la Sant’Anna non vi sarebbe altra strada che la liquidazione giudiziale ossia la procedura di fallimento. Il presidente del Tribunale, in conclusione, ha nominato Chiara Di Credico giudice delegato mentre l’avvocato Francesco Manduca è stato indicato come curatore. Fonte: Gazzetta del Sud