Catanzaro, la nuova truffa di Parente e compari e la “corsa” di Fiorita alla Provincia

«Se sbaglio mi corrigerete… » è la famosa frase con la quale Karol Wojtyla si presentava al mondo dalla loggia di San Pietro alle 19.15 del 16 ottobre 1978, dopo che si era annunciato l’Habemus Papam ed iniziava così il lungo cammino nella storia, rompendo gli schemi, di Papa Giovanni Paolo II. Saranno le cronache a farci conoscere, dopo e con il tempo, che l’esito era totalmente diverso e che sul soglio di Pietro era destinato qualcuno altro, la cui fortuna venne interrotta da una indiscrezione giornalistica, dalla notizia che rompeva il muro di silenzio e gli accordi sottobanco anche del Conclave.

Il clima della storia, cambiando gli eventi ed i protagonisti, è sempre lo stesso, anche se parliamo e parleremo di uomini che non hanno lo spessore di Wojtyla, ma che ricordano alcuni dettagli – diciamo pure non facilmente narrabili – di una vicenda che diede un corso diverso alla storia, quella che si era scritta sulla testa di tutti. Questo clima è sempre quello ovattato, rarefatto che è la fotografia dei Sacri Palazzi, quello che accompagna un Conclave, dove su tutto e su tutti vige la regola del “silenzio”.

E’ proprio il silenzio la caratteristica che molti osservatori considerano anomala e pericolosa sul cielo della città di Catanzaro, a poche ore dai risultati delle elezioni politiche che hanno ridisegnato l’orizzonte cittadino, ma soprattutto a pochi minuti dalle altre elezioni, quelle provinciali dove c’è la candidatura a presidente del sindaco Nicola Fiorita, il sindaco “fessacchiotto” della città. Tutto avviene in silenzio, quasi fosse una materia di stampo ‘ndranghetista; quasi a mettere il sigillo su una città che conserva e preserva la sua caratteristica di massomafiosità; quasi a voler fare capire Urbi et Orbi che molti equilibri sono fragili e che è meglio navigare in immersione usando il periscopio. Il silenzio diventa qualità e segno distintivo, non solo della Curia inquinata catanzarese, ma anche del sindaco Nicola Fiorita, che alcuni capomafia del Pd-P2 hanno lanciato sul palazzo della Provincia di Catanzaro come un fantoccio, come la classica bambolina per i riti vudù.

Non è il gioco della solita teoria complottista, che si imputa all’avversario politico, oppure a quella stampa che ancora respira libertà, ma è soltanto la verità di quanto sta avvenendo a Catanzaro. Qui, diversamente dal mondo contemplato, l’analisi del voto politico si è celebrata – almeno nel campo largo e massomafioso di Nicola Fiorita – all’ombra delle cripte dove sono sepolti i resti mortali della politica e di qualche altro segreto che galleggia ed è meglio tenere nascosto, perché oggi – 28 settembre 2022 – si vota per il nuovo presidente della Provincia e qualche voto, diciamo pure poco ecumenico, fa gola al professore di religione “islamica” e sindaco Nicola Fiorita, ormai riconosciuto “cazzone” più ancora che fessacchiotto con il tricolore.

E così la notizia “spifferata” anzitempo che regalò al mondo Papa Giovanni Paolo II ribaltando le sorti programmate del Conclave, oggi potrebbe regalare una nuova sorpresa al sindaco “cazzone” di Catanzaro Nicola Fiorita ed ai suoi padrini: quelli della mafia delle cliniche e della mafia dei boschi con affaccio sulla perla dello Jonio… la città di Soverato, che ci ricorda un altro “sindaco” non pescatore, ma palazzinaro per vizio.

Il dramma è tutto racchiuso nella cosiddetta “operazione Corvo”, secondo il copyright della Guardia di Finanza e sul tentativo dell’Associazione a delinquere Vivere Insieme di fottere ai catanzaresi” circa 50 ettari di suolo pubblico, tentando di attivare il “Regolamento per la monetizzazione delle aree da destinare a standard eccedenti la dotazione minima inderogabile di cui all’art. 3 DM 2 aprile 1968, n.1444”, quello che tradotto in termini potabili significa trasformare un diritto di superficie nell’acquisto a prezzo “di realizzo” di un bene pubblico. E siamo ritornati così, a distanza di pochi giorni in un altro capitolo della truffa, quella che sembra ormai essere l’attività unica ed esclusiva dell’Associazione Interregionale Vivere Insieme – sempre a delinquere – come i 30 posti del Centro Diurno San Pio trasmigrato a Marcellinara o la “favola” ormai ultraventennale del “quartiere della salute di Corvo”.

Al posto della “banda dei Conti Ruffo”, la via della città capoluogo di regione dove ha sede l’Associazione a delinquere Vivere Insieme, quella di Poggi e Parente – che ci dicono siano diventati clienti “fidelizzati” della Guardia di Finanza – noi proveremmo una certa invidia per Maria Antonietta mentre saliva sulla ghigliottina, perché sceglieva una fine certamente più dignitosa di quella che si annuncia per gli “amici e sostenitori politici” del sindaco non proprio intelligente di Catanzaro. Sarà la storia a narrarcelo e qualche altro documento che ormai emerge dal nulla, oppure aumenta la pericolosità come una mina “inesplosa” sulle scrivanie del sindaco Fiorita.

«(…) Appare paradossale in questa vicenda la minaccia di “…azione di risarcimento di tutti i danni ingiusti che l’Associazione ricorrente ha subito, e continua a subire, a causa dell’illegittimo comportamento dell’amministrazione comunale, del tutto inerte e silente” (punto 2. Pagina 9 del ricorso). Atteso che la ditta ben conosceva la risposta alla sua istanza. Ma v’è di più il vero danno è stato subito dalla comunità di Catanzaro e dai cittadini del quartiere che si sono visti privare delle necessarie ed inderogabili aree standard (cfr DM 1444/1968) per aree verdi, parco giochi, parcheggi ed altro per oltre 20 anni, durante i quali dette aree sono state nella disponibilità dell’Associazione (Vivere Insieme ndr) pur in assenza della realizzazione di quanto convenzionato. Parimenti il danno di immagine si è perpetrato in tutti questi anni ai danni di questo Comune, il quale agli occhi degli ignari cittadini, è sembrato incapace di garantire un ordinato ed armonioso contesto urbano ed ambientale, sembrando, di contro, aver voluto “tenere la posta” ad una associazione con aspirazioni lucrative (i.e. la struttura sanitaria) privando i residenti dei propri diritti costituzionali all’uso delle aree espressamente espropriate per farne standard di uso pubblico e gratuito».

«(…) Appare inoltre parimenti non rispondente al vero l’affermazione “…ha realizzato un’opera unica ed insostituibile di grande valore sociale, urbanistico e sportivo…” atteso che nessuna opera è stata realizzata e/o è mai stata fruibile, neppure i campi di gioco privi di volumetria! Anzi tutte le aree date in concessione sono ancora oggi un’immensa area di cantiere, di fatto abbandonato e privo di manutenzione periodica (come testimoniabile anche da foto effettuate dagli uffici) e non per colpa dell’Amministrazione. Nulla rileva quanto la ricorrente ha dichiarato di aver speso, atteso che – a parte i costi propri di rilievo, progettazione, etc, indispensabili e propedeutici alla proposta all’Ente prima ed al rilascio del PdC poi – la materializzazione della spesa lamentata (alcune strutture in cls di modesta entità …)non costituiscono opera, ma di fatto un relitto edilizio incompiuto in una zona urbana residenziale, costituendo un nocumento alla percezione di un ordinato e accogliente ambiente urbano (…)».

Good Morning Vietnam, ci viene da dire. Perché da una parte c’è il sindaco “cazzone”  Nicola Fiorita che è alla ricerca delle molliche per vestire la fascia di presidente della Provincia, che ignaro e balengo, rischia di raccogliere qualche mina anti-uomo. Dall’altra ci sono loro, “i soliti noti” della politica e della sanità massomafiosa – Poggi, Parente ed il Grande Vecchio – che vogliono il loro business, anche se palesemente illegale e frutto di un imbroglio, perché è la loro migliore capacità imprenditoriale. E, poco importa se “qualcuno” all’interno del Comune di Catanzaro dice la verità, quella che narrano le carte che sono e restano una pietra tombale sulla vicenda Corvo, su un possibile ritorno della Guardia di Finanza e su quella ghigliottina che pende sul collo dell’Associazione a delinquere Vivere Insieme e del sindaco, se le note interne dell’amministrazione chiudono con una frase che è memoria storica e previsione funesta: «Da informazioni apprese, anche tutti i termini delle convenzioni sono stati disattesi dalla parte… ».

Mettetevi comodi, inizia un’altra love story della truffa degli acrobati del circo Vivere Insieme, con l’intervallo di bibite e popcorn del clown fessacchiotto, cazzone ma sindaco, Nicola Fiorita!